QUALE AIUTO? - «I soggetti ad alto potenziale sono
individui dotati di possibilità di sviluppo superiori alla media -
spiega Maria Assunta Zanetti, ricercatrice di psicologia dello sviluppo e
dell’educazione dell’Università di Pavia e direttore scientifico del
LabTalento, unico centro universitario in Italia a occuparsi di
plusdotazione -. Queste possono riferirsi ad ambiti molto diversi tra
loro: scolastico, artistico, motorio e socio-emotivo. In pochi, però, le
riconoscono. Così i bambini possono diventare ipersensibili,
sviluppare difficoltà relazionali e, godendo di particolari ed elevate
abilità cognitive, vivere un sviluppo emotivo che non procede di pari
passo con quello intellettivo». Non si tratta di curarli,
dunque, ma semplicemente di assecondare le loro caratteristiche, per
fare in modo che possano esprimersi pienamente: senza contraccolpi. I
consigli riguardano genitori e insegnanti, chiamati a concentrarsi sugli
aspetti positivi del comportamento del bambino ad alto potenziale e a
concedergli il giusto tempo libero per esprimere appieno la propria
creatività. Un aspetto piuttosto critico nei bambini particolarmente
dotati è la difficoltà ad autodisciplinarsi: poiché
sperimentano sin da piccoli una relativa facilità nell’apprendimento e
nella soluzione dei problemi, possono convincersi che a garantire il
successo non è tanto lo sforzo personale investito quanto la loro innata
abilità.Nel disegno sottostante ottimo pr un bambino di 5 anni , ma manca completamente la comunicazione fra i soggetti.
sabato 25 ottobre 2014
lunedì 20 ottobre 2014
La pelle in psicoanalisi
Jorge Ulnik. "La pelle in psicoanalisi"
Astrolabio Ubaldini Editore, Roma 2011
A cura Dennis Linder
Secondo lo psicoanalista Didier Anzieu ogni funzione psichica si svilupperebbe appoggiandosi a una funzione corporea il cui meccanismo è trasposto sul piano mentale.
Emozioni a Terra del Sole
la sofferenzaconturbante, penosa, difficile da tollerare. Quella che i
bambini portano nell’analisi cimenta l’analista in molti modi ed in
vario grado (Lucattini, Lupinacci 2012).
Il dolore non è purtroppo mai assente dalla vita, fin dalle origini; così non può essere assente dall’analisi.
“Una
analisi deve essere dolorosa, non perché vi sia per forza qualche
valore nel d
Tonia Cancrini (2002) ha esplorato ad ampio raggio lo spazio mentale e.
Una ferita all'origine
Una ferita all'origine. Capitolo 1.
L’esperienza
del soffrire il dolore. Dalle prime esperienze dolorose viste nella
osservazione della relazione madre bambino verso la clinica
Maria Adelaide Lupinacci, 2013
Premessa
Lo
psicoanalista è sempre naturalmente confrontato nel suo lavoro al
dolore mentale del paziente, ma la sofferenza nei bambini è
particolarmente conturbante, penosa, difficile da tollerare. Quella che i
bambini portano nell’analisi cimenta l’analista in molti modi ed in
vario grado (Lucattini, Lupinacci 2012).
Il dolore non è purtroppo mai assente dalla vita, fin dalle origini; così non può essere assente dall’analisi.
“Una
analisi deve essere dolorosa, non perché vi sia per forza qualche
valore nel dolore, ma perché non si può ritenere che una analisi nella
quale il dolore non venga osservato e discusso, affronti una delle
ragioni centrali per il quale il paziente è là” (Bion 1963, p. 77).
Tonia Cancrini (2002) ha esplorato ad ampio raggio lo spazio mentale ed emozionale che è necessario che lo psicoanalista sia in grado di fornire al dolore del paziente nel lavoro analitico.
domenica 19 ottobre 2014
La pelle organo psicosomatico
Dott. Luisa MERATI
Medico chirurgo, coordinatore del Centro Medicina Psicosomatica
Specializzata in psicoterapia, psicologia clinica,
allergologia, immunologia, nefrologia; diploma di ipnosi (AMISI),
diploma di psicoterapia a indirizzo psicosomatico
Coordinatore sezione SIMP S. Carlo – Naviglio Grande
Esiste tutta una serie di considerazioni
fanno della pelle un’entità complessa dal
punto di vista psicosomatico:anatomo-fisiologiche, patologiche e cliniche un'entità complessa cliniche che fanno della pelle un'entità complessa dal punto di vista psicosomatico:
lunedì 13 ottobre 2014
Scuola: S.O.S Andrologo
Quante volte, riferendoci alla
vita di un soggetto, siamo più inclini a cominciare dall’età adulta.
Si, poi, via via che si prosegue, si può
accennare: sembra che abbia avuto
un’infanzia difficile, sembrerebbe ci sia stato un lutto in famiglia, è
cresciuto/a senza padre o senza madre, forse una famiglia poco presente,
gravi problemi economici… però il periodo che va dalla nascita al momento
in cui definiamo un soggetto adulto tendiamo
ad ignorarlo soprattutto per quello che
attiene alla sfera emotiva-sessuale-affettiva.
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