"Tutto bene, solo il rendimento era
scarso".
Temo che la scuola non si sia ancora
resa conto che il rendimento dei ragazzi, il rapporto con gli altri e
con le regole è proporzionato allo stato di salute delle loro
emozioni.
Sentire dunque in televisione un
dirigente scolastico che parlando di un ragazzo che ha commesso un
gravissimo omicidio dire candidamente che per il ragazzo solo il
rendimento era scarso ,nessun problema é veramente una infelice difesa..
Siamo ancora a questo punto.
Capirei se un insegnante , affermasse
che uno studente non ha un buon rendimento perché i programmi
scolastici non sono compatibili con le funzionalità del cervello o
che i metodi in uso nella scuola non sono i migliori nella
relazionalità.
Penso e ho già scritto più volte che in uno studente il rendimento scarso è sempre una spia di un
disagio familiare o relazionale, emotivo che bisogna approfondire e
capire.urgentemente
I motivi sono tanti: prima della scuola
primaria i ragazzi hanno vissuto le operazioni educative più
significative in famiglia e quando arrivano a scuola denunciano le
loro problematiche in tanti modi Uno di questi è lo scarso
rendimento perché lo studente non riesce a relazionare
con l'insegnante, con i compagni, con le regole
.E'La frase più sciocca in assoluto
perché se i tantissimi ragazzi che non hanno un buon rendimento
scolastico avessero problemi di intelligenza sarebbe veramente un
problema grave.
Ora abbiamo tante informazioni
scientifiche che sicuramente non ci mettono al riparo totale di
errori, ma ci permettono di capire molto e di intervenire nel modo
più giusto e più fruttuoso
. Quando 20 anni fa sono entrata in una
prima superiore con un programma centrato sulle emozioni, i
sentimenti, sulla vita relazionale ho potuto sopravvivere con un
gruppo di insegnanti coraggiosi perché sia la politica sia i
giornalisti sia le case editrici non ammettevano 20 anni fa che le
neuroscienze potessero dare un contributo così grande alla
didattica
Per fortuna i risultati di quella esperienza sono stati molto positivi..
Gli studenti capivano benissimo e
velocemente e applicavano alla loro vita scolastica tante
informazioni scientifiche che il loro insegnanti e dirigenti
scolastici fino ad arrivare al ministro dell'istruzione rinnegavano
senza neanche avere l'umiltà di ascoltare.
Senza umiltà non c'è conoscenza,
senza conoscenza non c'è creatività.
La la vita del gruppo dei pari a scuola
trova una grandissima palestra relazionale..
Stern ha scritto che un ragazzo
quando entra nel suo cloiseau con i pennelli in mano non impara solo
a disegnare ma ad essere.
Così uno studente quando entra a
scuola con i libri dei famosi programmi scolastici non entra solo per
imparare alcune nozioni delle varie discipline ma entra per imparare
ad essere..
Se la scuola non capisce questo non
potrà mai essere chiamata una buona scuola.
dott.ssa Adriana Rumbolo