lunedì 23 gennaio 2017

Esplora, conosci crea.

Capita spesso ai giardini, sul marciapiede  di vedere un bambino molto piccolo che lasciando la mano della mamma di corsa si allontana con la felicità di sentirsi libero in ambienti nuovi, che soddisfano la sua curiosità.
La madre ha ragione di rincorrerlo e fermarlo perché ancora per lui ci sono dei pericoli.
Quando mi capita io divertita mi fermo sempre e dico al bambino: " dove vai, piccolo esploratore!" 
Mi ritornano in mente tutte le mie esplorazioni di bambina che, avendo la fortuna, di crescere in una piccola comunità, a contatto con la natura potevo soddisfare  perché i pericoli erano limitati.
Per un bambino, esplorare è una necessità: esplorare l'ambiente naturale,  il mondo frenetico della comunicazione degli adulti ,  osservare il cielo,  gli alberi gli insetti informazioni  che il cervello poi elaborerà,  associerà, dissocierà,archivierà,  mescolerà   organizzando  la banca-dati della sua conoscenza.
Per un bambino la conoscenza è un richiamo fortissimo che tante volte lo stupisce, lo fa sostare vicino a un formicaio  lo fa ascoltare in silenzio il ronzio di alcuni insetti che con stupore gli fa osservare come in 10 m ci siano decine e decine di foglie di forme e colore  diverse  lo rassicura e lo metta al riparo da pericoli.:kalos kai agatos
Certo la conoscenza comporta anche la comprensione di un pericolo di cui possiamo essere avvertiti o che possiamo sentire per istinto
. E come rimangono impresse le raccomandazioni: " non andare vicino ai gorghi nei fiumi perché  in quel punto l'acqua gira a mulinello e ti  trascinerebbe in fondo
. Non lo  dimenticherà più e quando  tornerà a casa dopo aver conosciuto tante realtà di tutti i tipi vorrebbe raccontarle:  la conoscenza è ricca di emozioni che hanno bisogno di racconto, ma quasi nessuno è disposto ad ascoltare un bambino ,  peccato perché ogni bambino ha un'originalità che per noi adulti è una continua stimolazione a mantenerci più attivi mentalmente e più ricchi emotivamente
. Una mattina un bambino si sveglia e dice la famosa frase: mi è venuta un'idea!.
 Il bambino non sa che mentre lui dormiva,  speriamo profondamente,  il suo cervello lavorava, lavorava e metteva insieme associava dissociava archiviava richiamava alla memoria tutto quanto lui aveva conosciuto visto partecipato emotivamente durante le giornate  
Trovarsi delle idee improvvisamente idee che sono "nuove e utili" rafforzano nel bambino ogni giorno  maggior sicurezza in sè e non è poco!
Se si troverà in difficoltà quasi sempre penserà: " se mi venisse l'idea giusta" è fiducioso in se stesso crede  nell'aiuto che gli può venire dalle sue conoscenze.
 Tre o quattro bambini camminano per una strada di campagna.
 Nei giorni precedenti ha piovuto.
Per andare  dall'altra parte della strada devono attraversare un piccolo fossato
. Di solito lo fanno a piedi ma quel giorno in fondo al fossato è rimasta un po' d'acqua della precedente pioggia.
Non è un problema ma a sporcare le scarpe,  calzettoni una possibile caduta  la terra è più fangosa sdrucciolevole fa pensare i ragazzi.
 A un certo a un certo momento uno dice
 Ho un'idea: prendiamo un bastone lo piantiamo nella sponda opposta e facciamo un salto così non toccheremo il fondo del fossato.
 E così fanno in un attimo tutto l'organismo è al servizio dell'idea; il desiderio di fare buona figura davanti ai compagni tutta la parte neuromuscolare che misura bene così che piano piano prima i più coraggiosi poi gli altri saltano  il fosso con l'aiuto del bastone.
Praticamente hanno fatto il salto con l'asta oppure arrampicarsi su un albero scegliere i rami bassi ma più forti guardare con attenzione il tronco dove poter trovare un appiglio oppure come riuscire a copiare un compito di nascosto all'insegnante.
la creatività si apre a ventaglio su tutto: su giochi di colori, su giochi di forme e sarà più soddisfacente  quando avrà una applicazione utile. .
La scuola ha avuto questa piccola colpa, accanto   alla mancata valutazione delle emozioni così importanti nell'apprendimento anche la parola creatività non era molto usata  era preferito il termine fantasioso  e se la spiegazione di una materia suscita nel bambino un'idea nuova spesso era solo un disturbo che rallentava  i famosi programmi scolastici.
. Anziché tentare di aumentare i livelli delle competenze attraverso i percorsi tradizionali, il governo dovrebbe assumere un approccio diverso per educare alla creatività
. Insieme alla creazione di infrastrutture per l'educazione permanente, bisognerebbe ristrutturare l'istruzione scolastica in modo da assicurare a ciascuno il possesso di quelle capacità e di quella fiducia  che consentono di cogliere tutte le opportunità  della conoscenza.
La funzione dell’artista creativo consiste nel creare delle leggi, non nel seguire quelle già formulate. Ferruccio Busoni (pianista e compositore)..
dott.ssa Adriana Rumbolo