giovedì 27 luglio 2017

Paura di amare

 Paura di amare.
La paura di amare è così nascosta, che in molti pensiamo di non averla e la trascuriamo : finchè  non ci accade qualcosa di molto doloroso
  Invece la    paura è frequentissima e sembra che nasca proprio nel primo rapporto madre figlio/figlia
Il distacco dalla madre dopo nove mesi che siamo cresciuti nel suo ventre dove già abbiamo   partecipato alla sua vita attraverso il suono della sua voce,  dove siamo stati rassicurati da una sua ninnananna e poi appena fuori di lei in un ambiente così nuovo a volte troppo carico di luci e di voci,   un pasto caldo consumato. fra le sue braccia  mentre lei cominciava  la vita relazionale di  sguardi,  carezze e coccole
 Infatti il neonato non gradisce affatto essere tolto  dalle braccia della madre  perché si sente sperduto disorientato e tutto ciò che il bambino prova mette radici per la vita futura
.  Crescendo il bambino ora per ora aumenta la sua vita relazionale con la mamma con lo sguardo conosce il suo volto fra tanti e dopo aver fatto tanta ginnastica nel box inizierà gattonare e poi a camminare
Seguiranno i primi passi sorretto dalla mamma poi tenuto solo per una manina e infine libero di camminare da solo e quindi decidere cosa e come esplorare
.L'indipendenza dalla madre ed è giusto che sia così avviene a piccoli passi ma la prima volta che un bambino entrerà in una scuola dell'infanzia  le assenze della mamma  saranno vissute intensamente perché non saranno vissute come assenze , ma come perdite
Spesso la fortuna di incontrare una maestra competente ed equilibrata
.Ma a volte non tutto è così sereno .
 Può essere che in questo percorso di crescita insieme  si può verificare  qualcosa che non avviene nel modo giusto, una scomparsa brusca della mamma,  la mamma che cambia umore facilmente e  si rivolge al bambino come se fosse un'altra la mamma che cambia l'espressione del viso in modo rabbioso, la mamma che non canta più la ninnananna urla, giudica e allora questo amore che avrebbe dovuto nutrirsi di fiducia e rispetto  e  di stima purtroppo rimane nella  memoria  come un trauma con tutti gli effetti post-traumatici che si possono verificare.
Il soggetto  crescerà, sarà, attratto dalla voglia di amare perché l'amore è ciò che porta avanti la vita è ciò che ci dà piacere ciò che ci dà euforia che ci fa progettare ma se nel suo percorso avrà avuto dei traumi  sarà diffidente  e andrà nei due estremi o si chiuderà in se rifiutando ogni forma di amore o  si adatterà ogni forma di compromesso .
Vorrà ricevere amore degli altri ma non saprà distinguere un amore che contiene rispetto, fiducia abbandono, da un amore malato.
Giocherà con l'amore, metterà alla prova chi l'ama ma non  si abbandonerà più a quel sentimento con cui si era abbandonato tra le prime braccia  dove qualcosa non è andato bene ma prima di accorgersene spesso farà delle scelte sbagliate, molto sbagliate perché non sa distinguere  l ' amore normale sano da un amore malato.
.Si sposerà in abito bianco farà una grande festa ma dentro al suo cuore ci sarà un velo di malinconia e se per caso dopo il matrimonio troverà un amore che gli sembrerà simile a quello ricevuto dalla madre si abbandonerà  con gravi problemi .
 Quando si parla di femminicidio bisognerebbe considerare  la donna che si è unita a quell'uomo con la paura di amare senza aver risolto questo problema e si rassegnerà  a un' unione senza sentimento, senza rispetto, senza fiducia senza stima
Molti penseranno che ha sbagliato a non ribellarsi  ma a lei è stato insegnato una sola forma d'amore dove non c'è  ribellione e neanche autonomia
dottoressa Adriana Rumbolo

venerdì 21 luglio 2017

Che" donne"le elefantesse !,

Niente monogamia , niente patti di fedeltà il maschio rimane  un po' di tempo per accoppiarsi. e vedere il figlio, poi cambia
. La società in cui avviene la Gestazione elefante ha come capi dei maschi a cui fanno capo dei gruppi di femmine imparentate tra loro, durante l’accoppiamento, però, subentrano altre priorità e l’equilibrio si spezza.
 Scatta la lotta per la femmina migliore.
La gestazione dura due anni e quando il cucciolo nasce il suo cervello  sarà già pronto alla vita sociale del gruppo:non avrà bisogno della prima educazione emozionnale da parte dei genitori
Quel gruppo di femmine a conduzione matriarcale se avverte un pericolo fa barriera a cerchio intorno a tutti i cuccioli non importa di chi siano figli.
Noi umani facciamo questo?
non credo proprio
 Poi  i cuccioli saranno adolescenti e se ce ne sarà  qualcuno troppo intemperante anche fra gli elefanti ci sono i bulli,  le femmine lo allontaneranno .
 Quando le cucciole adolescenti sarano prossime alla loro maturazione per riprodursi , le vecchie elefantesse cacceranno i giovani maschi  che attratti dal "profumo di donna" vorranno accoppiarsi perchè devono aspettare che le giovani elefantine siano pronte
Oggi non si insegna ai maschi a far crescere il loro desiderio  mentre le femmine crescono ma esigenze di mercato la fanno da padrone
Non è certo la parola"rispetto" la bandiera delle regole di mercato
Quando il popolo dei pachidermi si metterà in marcia per la ricerca di acqua e di cibo sarà la femmina più anziana,  scelta per mertocrazia di saggezza e non per raccomandazioni,che  lo guiderà prendendo ogni decisione e responsabilità.
 Alla fine della lunga vita ogni membro del gruppo sentendo la vita agli sgoccioli  sa che può affidarsi a una dolce eutanasia naturale al riparo di sguardi indiscreti in un ombroso sentiero.
Passato qualche giorno il gruppo lo cercherà, lo troverà e lo piangerà .
Mi affascina un popolo a conduzione matriarcale.
dott.ssa Adriana Rumbolo

mercoledì 10 maggio 2017

La comunicazione interrotta


Cammino per la strada e mi fermo davanti alla grande vetrina di una libreria;lo faccio spesso.

Quel giorno rimango come folgorata dal titolo di un libro.

Il libro del grande Damasio è "Emozione e Coscienza"-Brain and Creative Institute-University of Callifornia, Adelphi

La parola emozione per la prima volta mi appare spudoratamente nuda.

Tante volte l'avevo sentita nei romanzi, nei films, nelle storie ma,  mai così protagonista .

Fisso a lungo quel titolo, poi proseguo nella mia passeggiata.

Nei giorni seguenti ritorno ancora davanti a quella libreria e riguardo a lungo quel libro dalla copertina austera dove per la prima volta la parola emozione non appartiene solo a una storia degli altri,ma appartiene anche a me e a chiunque legga quel titolo.

Era considerata una parola non molto importante perché esprimeva debolezza , fragilità, mancanza della supremazia del ragionamento.

Dopo qualche mese comprai il libro.

A casa cominciai subito a leggerlo e anche se in molti punti c'erano riferimenti scientifici , era molto comprensibile,

I grandi ricercatori quando vogliono comunicare con molte persone adottano uno stile di grande semplicità e chiarezza

. Damasio, poi oltre ad essere un grande scienziato, scrive veramente molto bene.

Dalle prime pagine un ricordo: quando a scuola facevo una composizione e l' insegnante mi dava un voto basso rimanevo molto dispiaciuta perché pensavo che lui o lei non avesse capito bene quello che io avevo scritto. e la mia autostima non si rafforzava.

Ora io capivo :c'erano delle un'interruzioni di comunicazione, quello che io volevo veramente esprimere non arrivava all'insegnante per l'uso non corretto delle emozioni sostituito da ferraginose prolissità

Noi possiamo sentirle le emozioni, ma a volte non riusciamo a comunicarle bene

In quel momento ho ricordato tante mie esperienze che erano caratterizzate da questa interruzione di comunicazione e ho subito pensato che era urgente portare queste informazioni nella scuola

. Mi sono rivolta agli adolescenti.
Sapevo che arrivavo con ritardo ma era un tentativo che bisognava fare e augurarsi che qualcuno pensasse già ai più piccoli perché sappiamo che le emozioni sono già nel neonato, nel pancione della mamma-
dott.ssa Adriana Rumbolo

mercoledì 3 maggio 2017

Quando?

Spesso nei documentari o anche in un piccolo giardino capita di osservare una mamma gatta che dopo avere accudito i suoi piccoli per circa tre mesi con tanta tenerezza,nutriti a costo della sua vita  prima con il suo latte e piano piano con  piccole prede,all'improvviso si allontana, scompare.
I cuccioli rimasti senza mamma i primi tempi piangeranno, saranno smarriti ma poi piano piano ognuno col proprio carattere inizierà la sua vita sempre più indipendente,  sempre più autonoma.
La mamma non tornerà  mai più indietro;  se nei primi giorni dopo la nascita i cuccioli avessero pianto o avessero reclamato la sua presenza lei avrebbe fatto di tutto per tornare a calmarli a leccarli a pulirli a nutrirli , ma ora, no
Anche noi siamo mammiferi ma tutto il percorso sociale nel corso dei secoli ha confuso le nostre idee appesantito il processo educativo di nozioni,  la famiglia è còmplessa  e la madre non sa più quando può distaccare e distaccarsi da suo figlio regalandogli la sua autonomia con serenità da parte di entrambi.
 Spesso continuiamo a vestire i bambini quando già saprebbero fare da soli, siamo pronte a preparare la merenda anche se lo potrebbero fare da soli sbuffando gli mettiamo a posto la camerina sapendo bene che con tono deciso otterremmo un buon risultato
Se c'è qualcosa che non va minacciamo anche di riferire tutto al padre ma dopo cinque minuti l'abbiamo dimenticato e diciamo , con il crescere migliorerà
E lui  invece peggiorerà e si abituerà che tutto gli è dovuto e qualche volta odierà
 quella protezione affettuosa così interventista .perchè avverte che potrebbe avergli  fatto perdere un appuntamento importante del suo percorso
Se si osserva a lungo un/una/ bimba nei primi mesi della sua vita si percepirà come  la sua mente il suo corpo è stato/a  programmato e tanti esercizi ripetitivi   preparano il soggetto a realizzare  un particolare gesto con precisione.
Un bambino non impara a camminare da un giorno all'altro se lo osserviamo bene
. Prima fa tanti esercizi  con le gambine nel suo box,  tanti mesi li passa a camminare a gattoni e poi un giorno con nostra grande sorpresa si alzerà e comincerà i primi passetti traballanti
. Questo è il segnale che la parte scheletrica, la parte muscolare , la parte nervosa del bambino sono pronte per fare quei movimenti   solo lui sente quando è il momento.
Guai se fossimo intervenuti
 Se noi avessimo accelerato l'inizio del camminare o l'avessimo ritardato non avremmo fatto altro che disorientarlo.
E' importante  tutelare i bambini dai pericoli ma smettiamola con la famosa   frase "il mio bambino" riferito a soggetti di 12, 13, 14 ,15 anni . 
 Dovrebbero arrivare due aiuti fondamentali: l'ambiente dove il bambino può esplorare,  può muoversi stare in compagnia dei coetanei e fare tutte quelle piccole esperienze per le quali la natura l'ha già preparato e la scuola se tante  cose cambiassero e in fretta -
Già la Montessori fece una grande scoperta quando capì che se vogliamo assecondare l'autonomia di un bambino anche l'ambiente intorno deve essere alla sua misura , ma non riusciamo a trovare quel momento giusto per l' abbandono
Fra il bambino e la  mamma c'è una radice profonda  cresciuta dentro di loro  e quando lei lo nutrirà in una simbiosi quasi impossibile da pensare,  ' la società non la proteggerà in quei momenti preziosi per la modulazione emozionale,  anzi purchè la mamma torni al lavoro presto  già a tre mesi il nido è pronto ad accoglierlo-
La famiglia è ormai ridotta a pochi soggetti disponibili, ,  nella scuola un bambino troverà una mamma sostituta e dei coetanei non sappiamo fino a che punto il primo distacco  così precoce sarà quello giusto lo sapremmo fra tanti anni quando non sarà più possibile fare niente
 Soprattutto il maschio ha con la mamma  un  rapporto  difficilissimo  da interrompere se non  con conseguenze gravissime.
 E allora si dà la colpa alla mamma.: è stata troppo tenera, è stata troppo dura, doveva essere più previdente,  più saggia ma allora perchè non  insegniamo alla mamma fin da piccola che quel bambino che nascerà  ha come lei il diritto di andarsene, di allontanarsi con i ricordi più dolci e affidabili dell'infanzia e lei il diritto di fare altre cose?
E se una bimba non si sentirà amata e accettata dalla propria madre crescerà elemosinando affetto in una condizione di dipendenza e insicurezza
Quale sarà il momento e il modo più giusto perchè madre e figli si allontanino, naturalmente mentre la memoria si assenta per un po'.
Mi piacerebbe, forse ci fosse più amore e meno aggressività


dott.ssa Adriana rumbolo


mercoledì 19 aprile 2017

Tre articoli



Tre articoli

Negli ultimi giorni ho letto nei giornali titoli di articoli. un po' sconcertanti.

Il primo parlava dell'orgasmo multiplo della donna.

Mi sembra che abbiano scoperto l'acqua calda: prima di tutto melius abundare quam deficere e poi se dipende da una buona presenza di ossitocina dovremmo pensare che queste donne potrebbero avere un parto più veloce molto importante per il bambino e per la mamma

Molto molto tempo fa qualcuno o forse qualcuna scoprì che il cervello degli animali da cortile essiccato al sole e poi tritato se dato alle partorienti accelerava il parto: conteneva ossitocina

L'ossitocina ha anche altre funzioni molto positive nella vita affettiva.

Poi in un altro articolo era scritto che bisogna dare ai ragazzi un' educazione sessuale specialmente nelle scuole

. Non è facile quando l'iniziazione del maschio alla sessualità è salutata come un trionfo come un onore della famiglia e caso mai dietro a questi iniziazione c'è solo una grande bugia a favore dell'immagine


Per le femmine invece è un avvenimento da tacere

A scuola, mi è capitato più di una volta che adolescenti di 14 15 anni dopo che si fidavano di me mi hanno detto che le aspettative sul loro funzionamento sessuale gli creavano molta ansia e che loro non avevano altre fonti di educazione che film porno e le notizie degli amici che parlavano di incontri sessuali numerosi e molto soddisfacenti.

Gli sconsigliai l'una e l'altra fonte e li consigliai di approfondire molto il tema del desiderio ascoltare il loro corpo e il rispetto verso se stessi e gli altri e il si e il no.


Come sempre chiesi alla scuola la presenza di un andrologo preparato ma anche dotato di umorismo

Non mi risposero nemmeno.

. Mentre i maschi sono in ansia per le loro aspettative sessuali della società , le femmine sono annichilite dal giudizio che darà loro il maschio.


Non è una favola che vi racconto quella che molte ragazzine, parliamo sempre di adolescenti, mi dicevano e lui che decide se io sono pronta, è lui che decide se io vado bene.


Quando facevo presente queste perplessità questi dubbi leciti dei ragazzi la scuola rispondeva: " ma ci deve pensare la famiglia".

Sono del parere che la famiglia non ci può pensare in modo completo, c'è un rapporto fra familiari affettivo ed emotivo che non permette di dare ai ragazzi tutte le risposte e i chiarimenti di cui hanno bisogno.


Perchè ho sempre chiesto la presenza di un andrologo nella scuola :perchè le femmine fanno presto la conoscenza con un ginecologo/a e poi parlano molto di più .

L'altro articolo, il terzo , molto interessante è che sembra ci siano molte madri che nel loro percorso qualche volta dicono che se tornassero indietro non farebbero figli.

Mi sembra una cosa ovvia: nella storia alla donna non veniva riconosciuta la sessualità come normalità, ma la maternità era di doveri di sacrifici e madri giovani si cascavano ci credevano: tu sei una madre la società ti rispetta, tuo marito ti rispetterà se farai tutto bene


Per secoli i mariti hanno ripudiato le mogli perchè secondo loro incapaci di dargli un figlio


Per fortuna la genetica ,che mi piace molto, ha dimostrato che è il padre a determinare il sesso in quanto nel suo DNA c'è l'Y mentre nella donna ci sono solo dueXX.


Inoltre tante volte l'uomo ha detto la vedi quella non è stata capace di darmi un figlio quando ancora non c'erano le prove e gli approfondimenti per capire se c'era qualche problema dalla parte maschile o,femminilie o una situazione in cui entrambi non riuscivano a raggiungere il loro desiderio .

Perfino l'autismo l'ultima terribile malattia era stata imputata alla figura materna.


Quando la donna ha trovato nella via del lavoro fuori casa faticosa. difficile pure a metà prezzo rispetto a quella dell'uomo dove forse qualche volta qualcuno le ha detto grazie ha capito che in casa la sua funzione era quella di dare dare molto perché così veniva sublimata la sua figura avvicinata a quella della Madonna ma mancava spesso un minimo rispetto umano .


Una piccola considerazione vorrei tanto che l'uomo e la donna fossero più comprensivi l'uno verso l'altro e che capissero che anche loro sono come burattini nella natura guidati non certo dal loro libero arbitrio e questo li portasse a una certa solidarietà e comprensione e che si aiutasserao e si volessero bene


Forse un giorno accadrà!


dottoressa Adriana Rumbolo.

venerdì 7 aprile 2017

Niente di veramente nuovo

Un politico parla: si è vero che ci sono tanti problemi economici, sociali  ma è colpa di un altro politico.
Ora sono arrivato io e tutto cambierà, tutto andrà bene.
Quante volte abbiamo sentito questa fuga di idee e qualche volta ci abbiamo anche creduto, sperato e gli abbiamo dato il nostro voto in modo consapevole.
Io penso spesso,  è vero che tante cose possono cambiare: prima l'uomo abitava nelle caverne, oggi abita nei grattacieli.
Non conosceva la ruota e sappiamo quanto è stata utile poi nel suo uso.
 L'uomo ha costruito delle imprese meravigliose i ponti più lunghi sul mare volano con aerei velocissimi in poche ore si sposta da un posto all'altro e tutti gridano la globalizzazione come è bella.
In tutto questo cambiamento che  cosa  non è cambiato affatto: l'essere umano.
Ama, invecchia, uccide, lavora, mangia fa la guerra.
Damasio 20 anni fa e forse più scriveva: " pensieri rapidi morale lenta".a proposito della produzione della mielina
Aveva ragione,  il cervello cognitivo ha prodotto tante cose e avuto un suo sviluppo  ma le emozioni che regolano, tutto non sono cambiate affatto
Mi chiedo perchè l'uomo non fa cose dove sentimenti e cervello cognitivo possono lavorare insieme perché come ha scritto Damasio quando la forbice si allarga troppo avremo una qualità di vita molto difficile, molto violenta dove si cerca sempre qualcosa di nuovo ma non certo di importante
 Abbiamo tante nozioni scientifiche presto ci saranno i robot per tutto ma l'essere umano sarà sempre quell'omino che non vuole fare le cose che sono alla sua portata promette, promette  perchè sa solo promettere
. Il potere lo rende  euforico una folla che lo ascolta gli fa credere di essere onnipotente di poter fare tutto perché se siamo riusciti a fare il gas perchè non scaricarlo su civili disarmati  che non c'entrano niente.
Forse se facessimo la guerra ancora con la fionda andrebbe meglio.
Purtroppo siamo confusi e per sfuggire alla paura della nostra confusione dei misteri che la vita tiene stretti noi ci buttiamo nell'orgia del nuovo,  cambieremo tutto cambiare è l'unica soluzione ,
 Possiamo cambiare la forma di un vestito ma non possiamo cambiare l'animo umano questo ce lo dice la storia,
 Per sfuggire alla  paura che come ha scritto un mio studente è quella cosa che primeggia nei nostri cervelli noi andiamo con la benda sugli occhi verso le cose nuove dimenticando quello che in realtà possiamo fare.  
 Forse ed è questa la cosa peggiore non è possibile perché il libero arbitrio non l'ho mai visto applicato e se vogliamo migliorare rimaniamo più umili tutti con meno pregiudizi, meno critiche perché siamo tutti nella stessa situazione uomini e donne e se c'è stato dato un po' d''amore come rimedio , usiamolo. molto
dott,ssa Adriana Rumbolo .

giovedì 23 marzo 2017

Lo stupore


  I mezzi mediatici  usano lo stupore: lo usa la pubblicità per farci comprare un oggetto,  un cibo.  una macchina,  ma soprattutto lo usano in generale i politici.
Arrivano all'incontro carichi: l'abito deve essere già un messaggio e così il taglio dei capelli e poi la frase famosa: " Ora noi, la nostra forza politica cambierà il paese".
Oppure, ora dimostrerò che quanto dice il mio avversario politico è tutto falso.
 Ancora: noi parliamo alla pancia del paese.
Povere pance  ricordiamoci che le emozioni non stanno solo nella pance ma i politici non sanno nemmeno cosa sono le emozioni.
C'è un attentato terroristico con morti e feriti eppure si sente subito dire: noi non abbiamo paura.! Forse sarebbe meglio riscoprire in quei momenti la solidarietà del gruppo perché solo uniti potremmo trovare la forza di fronte all'espressione così crudele della voglia di ammazzare
. Si è vero che si possono trovare delle ragioni storiche, economiche, politiche ma rimane sempre l'ombra che  nell'essere umano c'è anche la voglia di ammazzare
Devo citare per forza il libro che scrisse Vittorino Andreoli anni fa " La voglia di ammazzare" un libro che non ho mai consigliato a nessuno da leggere anche se nella seconda parte lui cercava  di dare consigli perché una buona educazione potesse contenere questo istinto che è in ognuno di noi a volte come legittima difesa a volte come non  legittima aggressione e ancora stamane sento politici che  parlano che spiegano cose che loro non sanno cercando di stupirci volendo trasmetterci non  un po' di coraggio un po' di solidarietà ma che loro sanno
Che cosa sanno?
 Ormai la generazione degli adulti e dei politici in particolare non ha più possibilità di trasmettere stupore  ha già sfiancato le emozioni
 Le emozioni sono forti  ma possono anche momentaneamente appiattirsi..
Rimangono solo i bambini  capaci di stupirci  nelle piccole cose: la prima parola che dicono,  i primi passi che fanno il primo sorriso che ci rivolgono lo stupore che loro hanno verso  tutto il mondo che li circonda e che ci trasmettono con tanta sincerità.
 Forse è vero che i giovani possono fare qualcosa di positivo ma dopo averli trascurati in tutto il loro percorso emotivo gli adulti si affrettano a suggerirgli di entrare nei loro vari gruppi politici accettando senza ragionare qualsiasi credo politico in cambio di una poltrona. 
 Queste cose le ho viste e mentre lo stupore dei bambini e ragazzi si apre alla speranza, lo stupore di fatti così cruenti dove la vita non conta niente è uno stupore che ci lascia annichiliti.
 Il mondo non può essere cambiato,  continuerà il percorso delle conoscenze scientifiche e tecnologiche ma i misteri rimarranno sempre e noi non abbiamo che la solidarietà , la pietà per vivere meglio questi misteri con meno paura .
Purtroppo il nostro stupore all'annuncio mitomane :"Io cambierò il paese" serve solo a far credere al politico di turno che è stato creduto e sarà votato.
dott,ssa Adriana Rumbolo 

martedì 14 marzo 2017

Episodi drammatici di bullismo fra gli adolescenti


Ho sempre scritto dell'importanza della vita relazionale guidata dall'emozioni che sono presenti già  prima della nascita..
Infatti anche in  bambini piccoli si verificano episodi di aggressività disordinata come morsi, spinte oppure di paure che cominciano ad essere espresse, quando siamo fortunati, da bambini intorno ai due anni ma sicuramente ci sono già prima.
Diversi anni fa dopo aver letto i libri dei più grandi neuroscienziati, Damasio, Ledoux, Rizzolatti e tanti altri ho lanciato l'allarme nelle scuole presentando un programma dove l'attenzione al percorso emotivo dei ragazzi era particolarmente importante
. Per 10 anni sono state in scuole pubbliche di Firenze con studenti fra i 12:16 anni e i ragazzi si sono molto interessati all'evoluzione al percorso evolutivo del cervello, alle emozioni con risultati molto interessanti.
Più gli studenti si interessavano e diventarono partecipativi e più alcune autorità scolastiche mi ripetevano una frase che mi è rimasta impressa soprattutto perché detta a scuola: " I ragazzi non devono parlare, le pentole vanno tenute chiuse".
Per 10 anni con 1300 ragazzi abbiamo parlato di emozioni, di relazionare,e di bullismo, di musica di tutti gli interessi della loro vita sottolineando che le emozioni sono la connessione più importante.
Trovando difficoltà nell'ascolto delle autorità scolastiche ho scritto una traccia di questa esperienza " Il cervello emotivo nella scuola".
Non è stato sufficiente, non hanno capitolo che la didattica potesse attingere in modo molto produttivo dalle neuroscienze; era un discorso veramente molto difficileda far accettare
. Ora sembra che qualche cosa si muova ma siamo in fortissimo ritardo anche perché la società ha avuto un forte sviluppo tecnologico e la famosa frase di Damasio”Pensieri rapidi, morale lenta” scritta molti anni fa è stata veramente profetica
. Ora siamo in ritardo ma spero che il percorso emotivo dalla nascita in poi abbia più attenzione e che gli adulti siano un po' più umili nell'accettare un consiglio un'informazione purché la condividano.
Nel libro” Il cervello emotivo nella scuola” avevo segnalato che i ragazzi non conoscevano la parola regole.
Le regole sono importanti e come in tutte le cose se in giusta misura.
Siamo così attenti a educare un animale molto attenti e la stessa attenzione non la diamo a un bambino, vogliamo velocemente arrivare ai diciott'anni per dirgli ma come ma non sai queste cose eppure hai diciott'anni; ma chi gliele ha insegnate chi ha parlato con loro chi ha offerto loro ascolto.
L'ascolto anche del silenzio è importante e se si verificano questi gravi episodi non troviamo altro che riunirci nei salotti buoni della televisione con opinionisti che ripetono tante cose senza nemmeno conoscere le situazioni
Raccogliamo questi drammatici segnali altrimenti il fenomeno sarà sempre in crescita e troverà un grande alleato nell'uso di droghe e di alcool.

Dott.ssa Adriana Rumbolo

domenica 5 marzo 2017

adolescenti:over 18


Lo scienziato David Braianbridge  nella sua opera molto interessante dal titolo "Adolescenti",scrive che a 12 anni per le bambine e a 14 per i maschi il cervello completa la sua crescita mentre accadono più cose contemporaneamente, correlate: trasformazione del corpo e del cervello, che l'evoluzione ha selezionato perché aumentassero il nostro successo.
 L'aumento del cervello che è avvenuto circa 250.000 anni fa non ne è la causa diretta perchè il cervello che nei primi due anni di vita si sviluppa in maniera incredibile, con l'adolescenza smette di crescere e perfeziona ciò che si è sviluppato in modo caotico e a ritmo vertiginoso nell'infanzia, ma non avviene tutto nello stesso tempo.
Gli anni da 13 a 19 sono quelli in cui si forma il nostro bene più prezioso, la nostra mente.
I cambiamenti che si verificano nel corpo adolescente sono importanti, ma per gli esseri umani lo è ancora di più il cambiamento del cervello.
Le commissioni neuronali superstiti dopo la naturale potatura si rivestono di quantità maggiori di mielina, sostanza grassa che aumenta la velocità di trasmissione delle informazioni nel cervello.
Una studentessa: " e i pensieri rincorrono i pensieri"
Un altro importante cambiamento del cervello adolescente, riguarda le fibre nervose che iniziano a rilasciare dopamina neurotrasmettitore che provoca soddisfazione ed euforia, euforia che potrebbe essere corresponsabile,  nelle fughe dei ragazzi dalla realtà all'insegna dell'onnipotenza, fino a sfiorare il rischio.
Per ottenere soddisfazioni più complesse si deve pianificare e rischiare e ed è per questo che durante l'adolescenza il cervello inizia a coinvolgere nei percorsi della dopamina anche la corteccia pre frontale sede della pianificazione e dell 'autocontrollo.
Quando gli adolescenti dovranno prendere decisioni, attiveranno oltre la corteccia prefrontale, un'area posteriore, il solco temporale superiore correlato alla predizione di azioni future basandosi su quelle passate.
Speriamo che nelle esperienze passate il processo educativo abbia ben operato e che sia stato fatto con gli adolescenti un buon tagliando emotivo, per quest'ultimo cambiamento che non avviene simultaneamente.
Che gli adolescenti siano a conoscenza dei loro comportamenti e risorse utili a fuggire o a evitare una situazione pericolosa o minacciosa
Che il loro corpo sia sempre rimasto l'àncora del cervello
E soprattutto  che nel lungo dialogo che dovrebbe cominciare dalla nascita siano sempre loro i diretti interlocutori per ascoltarsi ed essere ascoltati e non rimanere isolati in un io che senza gli altri in un'intensa vita relazionale non può conoscersi e riconoscersi e crescere e non cadere nella trappola di un neonato potere decisionale spesso molto sensibile ai sogni miraggio.
Poi forse più coscienti, piano piano raggiungeranno il loro equilibrio.
Poiché spesso i ragazzi arrivano tra i 16 e i  diciott'anni sospinti nel loro percorso educativo da pregiudizi, da mancanza di dialogo, da mancanza di ascolto da una nebulosa conoscenza di quanto sentono a ritmo vertiginoso, rimango stupita quando qualcuno scrive o dice con molta sicurezza che l'adolescenza è un momento difficile difficile da capire difficile da gestire pericoloso senza mai collegarlo a tutti gli anni che hanno preceduto l'adolescenza e durante i quali sono avvenuti  spesso non risolti  i conflitti più importanti della vita relazionale in famiglia e poi la vita relazionale nel primo grande gruppo dei pari , la scuola,  dove soggiorneranno per 18 anni
Quando gli adolescenti saranno anche "under 18"?
dott.Adriana Rumbolo 

domenica 26 febbraio 2017

La connessione più potente del mondo sarà sempre l'emozione"il fatto quotidiano"

La connessione più potente del mondo sarà sempre l'emozione.
" Il fatto quotidiano"26/2/17
E' una bellissima citazione e in sintesi dice quanto le emozioni siano importanti,  quanto l'equilibrio emotivo influenzi tutta la nostra comunicazione: " gli affetti, l'apprendimento, la memoria, la relazione, l'autonomia ".
Se non c'è un buon equilibrio emotivo che risente moltissimo dei primi mesi di vita in tutti i mammiferi non ci può essere neanche il riscatto dell'autonomia.
Per autonomia si intende  una persona che  sente che ha in sé le capacità per affrontare da sola molto nella sua vita  e quindi rifugge dalle dipendenze 
 È un problema che  ho sollevato circa 20 anni fa nella scuola e le persone che godevano di titoli per occupare importanti posti dirigenziali nell'ambito dell'istruzione e che oggi siedono a Montecitorio mi chiedevano stupefatte ,  meravigliate perché io parlassi del cervello emotivo e  perché volevo che i ragazzi ne prendessero conoscenza.
 Proseguivano consigliandomi che sarebbe stato meglio che mi fossi trovata qualche protezione.
Certo se mi avessero capita  molti di quei politici nel futuro avrebbero comunicato meglio,  sarebbero stati dei leaders migliori, perfetto non c è nessuno.
 Specialmente in un soggetto molto molto giovane un bambino piccolo le emozioni sono così esposte a un disordine emotivo che può  aumentare le sofferenze anche per tutta la vita.
 Ho visto oggi tanto per raccontare un fatto  di normale pessima quotidianità:una ragazza in televisione che elemosinava l'affetto .l'attenzione  del  padre  personaggio famoso e  di sei fratelli.
  Mi ha dato ancora una volta una grande tristezza perché questo di chiedere agli altri è un bruttissimo vizio,  noi possiamo chiedere solo a noi stessi perché di capacità ne abbiamo tante  e  possiamo chiedere quando abbiamo raggiunto una sufficiente stabilità una sufficiente autonomia come diceva la mia studentessa, quando" guarderemo gli altri alla pari"  
.Specialmente nella vita affettiva  chiedere mostra tutta la nostra debolezza  dipendente da un ordine emotivo infranto .
Quante volte guardo documentari dove si vedono nuvole,  mare,  acqua,  vita di tanti animali e le emozioni che governano tutto,  sono sempre più soddisfatta di averle portate a scuola e  dimostrato come i ragazzi le comprendessero con facilità e come questo metodo  costasse pochissimo e che era proprio compito della scuola occuparsene  perchè  la scuola  è il luogo dove i ragazzi soggiornano per 18 anni,  ma le cose più semplici più facili, che costano  meno,  non sono interessanti. . 
Speriamo che la  citazione sulla testata del  giornale" il fatto quotidiano" sia notata da più persone e che molti  la condividano.
dott.ssa Adriana Rumbolo


mercoledì 15 febbraio 2017

Empatia si, empatia no.

L’empatia è la capacità di mettersi nei panni di un altro e di interpretare la realtà utilizzando i suoi codici, cioè con occhi diversi dai propri
La capacità empatica se non viene adeguatamente riconosciuta crea sempre notevoli difficoltà, soprattutto durante l’infanzia.
I bambini iper empatici hanno bisogno di genitori capaci di aiutarli a capire come funziona l’empatia
 Genitori che li aiutino a distinguere le proprie emozioni da quelle che sperimentano come proprie, ma che, viceversa, appartengono agli altri.
Infatti sentire in sé come se fossero propri, i sentimenti degli altri, fa si che sia difficile distinguere con chiarezza i propri stati d’animo e di conseguenza i propri bisogni, soprattutto per un bambino piccolo.
Si creano così delle trappole psicologiche
Ma, ahimè, nessun sentimento può essere nascosto ad un bambino iper empatico
Non sa distinguerli perché per un iper empatico i bisogni degli altri sono come i propri!
Questi bambini amano con una intensità maggiore e per loro diventa realtà: “ama il tuo prossimo come te stesso”.
Sono bambini capaci di provare sentimenti molto intensi e, per questo, vanno seguiti ed aiutati durante l’infanzia in modo che da adulti possano vivere senza paura la loro grande capacità di amare.
Perché l’amore la ragione per cui tutti viviamo , ci rende vulnerabili e senza protezione quando viene frainteso o non compreso.
I bambini iper empatici sono capaci di grandi gesti d’amore, gesti talmente grandi da non essere facilmente capiti
Così ama un iper empatico.
Senza riserve.
Come se stesso
E se nessuno glielo spiega si comporta istintivamente nel modo giusto, ma questo, spesso, appare sbagliato!
Soltanto l’intervento di un adulto capace di riconoscere la sua iper empatia potrebbe aiutarlo a star meglio con se stesso.
Un bambino iper empatico sente istintivamente i bisogni degli altri insieme ai propri, li avverte in sé come se fossero i suoi e si comporta di conseguenza.
Senza rendersene conto cerca un modo per soddisfarli entrambi.Ci ono bambini capaci di provare sentimenti molto intensi e, per questo, vanno seguiti ed aiutati durante l’infanzia in modo che da adulti possano manifestare senza paura la loro grande capacità di amare
..Senza riserve e non siano  usati solo a benificio di altri.
Nessun sentimento può essere nascosto ad un iper empatico!
L’iper empatia è una grande capacità di amare, è un bellissimo talento ma, come tutti i talenti, va curato e coltivato e piano, piano avviarsi verso la propria autonomia.
Solo grazie all’intervento di un adulto capace di comprendere sé stesso e le proprie emozioni, è in grado di condividere queste emozioni con gli altri senza vergognarsene, Così potrà imparare a capirsi e a vivere con pienezza la propria capacità di amare.
Senza confondersi.
Senza colpevolizzarsi.
Senza vergognarsi di sé .
Un ricordo infantile:quando guardavo mia madre e leggevo nei suoi pensieri,nei suoi sentimenti lei mi diceva ;tu mi sfidi,
Allora non capivo,  poi ho capito che il mio sguardo non doveva mostrare di  percepire  tante cose anche le più segrete ,ma la mamma non riusciva a sentire anche quanto amore e comprensione c'era verso di lei in quello sguardo indagatore!
Ci purtroppo ci sono anche soggetti non empatici .
.Spesso sono soggetti con instabilità emotiva
Soggetti che non possono amare ,ma hanno solo bisogno di possedere ossessivamente una donna o un uomo per riempire dei probabili vuoti esistenziali che cercano di mimetizzare con un'abilità che può sfuggire anche ai professionisti più esperti.
Sono i più pericolosi .
dott.ssa Adriana Rumbolo

giovedì 9 febbraio 2017

Cominciò Ipponatte?

Una paura ricorrente nei ragazzi e ragazze della nostra età è quella dell'insuccesso, di non riuscire ad essere accettati dagli altri per come sei veramente.

Questa frase si trova frequentemente nelle riflessioni scritte da adolescenti nell'esperienza dei miei incontri tenuti in scuole pubbliche.

Spesso e specialmente in questi giorni si parla di bullismo di cyberbullismo, ma quasi nessuno accenna alla moltitudine direi alla quasi totalità di ragazzi che vivono nella paura costante di non essere accettati dai loro compagni per vari motivi.

Un giorno mentre parlavamo in classe di come si organizza una serata per uscire le ragazze mi dissero con molta semplicità che prima di andare in discoteca passavano dal pub per bere una birra o anche due bicchieri di vino.

Perchè, ho chiesto io, state andando in discoteca dove sicuramente berrete qualcosa?

. La risposta: " beviamo per sentirci più sicuri tra i nostri coetanei. Per calmare l'ansia del confronto."

Una frase molto grave che i ragazzi preparassero la sera del sabato a una relazione più ampia con più possibilità di comunicazione, di conoscenza, aiutati possibilmente dalla musica, ma con tanta insicurezza di uscire sopraffatti dal confronto con i coetanei.

E allora io penso che mentre tutti si indignano contro il bullismo non fanno altro che alimentarlo ignorando la grande moltitudine di ragazzi insicuri grande calamita per i bulli

Sappiamo tutti che la nostra comunicazione corporea, di espressione, di atteggiamento supera quella verbale e quando un soggetto con disordini nell'aggressività percepisce come preda facile un altro soggetto anche lui con disturbi dell'aggressività ma in senso contrario potremmo concludere con la formula.un + contro un-.

Se ci fosse la giusta attenzione al percorso di autostima di ogni ragazzo sicuramente avremmo meno episodi di bullismo.

L'autostima è bassa nei ragazzi: quando chiedevo specialmente alle femmine che parlano di più: "come va l'autostima : " spesso la risposta sconcertante era: siamo a zero.

La parola ha un grande potere e io rimasi molto sorpresa quando in prima liceo studiai un poeta Ipponatte che con i suoi versi a cui aveva dato una costruzione personale , i giambi. secondo una leggenda, la virulenza della sua satira poetica avrebbe costretto al suicidio due scultori che avevano fatto una caricatura del suo fisico infelice..

Certamente se Ipponatte scrivesse oggi i suoi giambi li posterebbe sui social network. con effetti disastrosi

Oppure: ne uccide più la lingua della spada.

Si sa che la parola può contenere una feroce aggressività, un'aggressività distruttiva, ridicolizzando ma attecchisce molto dove c'è un autostima bassa.

Quando una ragazza accetta una relazione d'amore l'autostima bassa è una componente presente e spesso manca l'AUTONOMIA.

Tutti possiamo avere momenti di autonomia vacillante ma è fondamentale, per sopravvivere, raggiungerla proprio perché siamo animali socievoli e abbiamo bisogno di stare insieme perchè come cantava Gaber:libertà è partecipazione .

Per questo ho condotto nelle scuole incontri che non fossero solo rivolti ai cosiddetti casi speciali ma ho pensato che TUTTI i ragazzi e dico TUTTI avessero bisogno di fare quattro chiacchiere per approfondire la conoscenza dei propri mezzi per affermarsi e per tutelarsi

Quando nasciamo la natura ci correda anche di meccanismi difensivi; sono necessari per la sopravvivenza.Il percorso educativo non corretto li potrebbe indebolire.

dott.ssa Adriana Rumbolo

sabato 28 gennaio 2017

A scuola anche l'inconscio.

Domani si parlerà ancora di scuola.
Oggi un ragazzo frequenta la scuola per circa 18 anni, 18 anni in cui accadono nel suo cervello cose importantissime.
Si sa che circola la voce che entro i primi5 anni tutto è già compiuto.
È un giudizio che fa tremare i polsi e purtroppo in buona parte dobbiamo crederci.
La famiglia è la prima e più piccola società nella quale il bambino si trova,con legami affettivi e relazionali tanto importanti quanto difficili
. È proprio la vita relazionale,  guidata dalle emozioni,  della famiglia  a creare i primi conflitti che potrebbero disturbare lo sviluppo emotivo del bambino più o meno seriamente.
Ho già scritto che non credo alla voce del sangue ma molto a una relazione di conoscenza che avviene piano piano fra i componenti del gruppo familiare.
Quando dopo i primi anni e qualche volta dopo i primi mesi il bambino entra in una struttura scolastica, porterà se li avrà,   i suoi conflitti emotivi e affettivi familiari che saranno ancora più visibili in una società più grande in una vita relazionale più intensa con una autorità più precisa e delle regole che scandiranno la sua vita "scolastica"
. Ammiro molto gli insegnanti che accolgono questi bambini così piccoli dove il cervello produce neuroni a una velocità impressionante e  registra e avverte tutto quello che può nell'ambiente intorno.
Ripeto ammiro molto insegnanti che accolgono per primi i bambini  in una struttura sociale scolastica e penso che il loro impegno sia molto difficile,  ma qualche volta rifletto che nella scuola il bambino che elaborerà all'inizio il distacco dalla figura materna dalla sua casa non ci saranno quei conflitti così profondi che si vengono a creare purtroppo così facilmente nella famiglia naturale..
È molto interessante osservare questi bambini così piccoli che usano tutti i mezzi che possono nella loro prima comunicazione e insegnanti attenti veramente minuto per minuto per modulare con dolce fermezza quelle emozioni che arrivano a scuola già un po' compromesse.
 Un bambino non nasce per rimanere sempre nella sua famiglia, non è quello il suo fine e tutti gli diranno che poi diventato grande  andrà a scuola e poi  all'università e poi potrà scegliere un lavoro e poi conoscerà tanti amici: a parole gli promettono tante cose ma la preparazione a tutti questi passi  che si succederanno sta in gran parte proprio nella scuola.
Nella scuola piano piano impareranno a essere per meglio relazionare con i coetanei ad avere una guida in questa relazione negli insegnante e potranno liberare la loro creatività.
Tutte le loro conoscenze saranno elaborate e le loro esperienze  costruirànno la memoria e la buona musica entrerà nella loro vita molto presto esperiamo la manualità continuerà il percorso in quella società che crescerà con loro giorno per giorno
. La famiglia nello sfondo , se possibile stabile,  perché rimarranno sempre lì le loro radici, ma la scuola è l'ambiente dove cresceranno e impareranno a relazionare a difendersi ad accettare una sconfitta ad emergere ad avere  le prime simpatie dove impareranno come superare le prime frustrazioni e la scuola con i mezzi che ha cioè l'apprendimento, stare con gli altri e l'autorità può forse ripristinare i conflitti piccoli e medi che già il bambino porta dalla famiglia
A scuola arriva anche l'inconscio!.
La scuola lo può fare se un insegnante avrà una classe con un numero limitato di allievi, potrà andare a scuola sicuro/a del suo lavoro e con un guadagno che gli permetterà di vivere tranquillamente.
L'insegnante  insegna a un bambino non solo nozioni  ma gli fornirà informazioni e mezzi per   essere  e si accorgerà perché se ne accorgerà sicuramente che il bambino ha già tanto sapere in sè  solo che è difficile coniugare serenamente con il suo sapere  le conoscenze del presente della sua società.
A scuola seguiranno la moda di abbigliamento, a scuola dovrebbe  esserci molto molta più ginnastica perché è il momento in cui il corpo cresce tanto e si trasforma e  il cervello inizia a produrre sostanze come la dopamina la mielina  e gli ormoni sessuali  il corpo deve essere sempre l'àncora della mente
Penso che siano stati molto fortunati quei bambini che adulti ricordano con nostalgia quanto sia stato importante la figura di un insegnante nella loro crescita.
Mi dispiace quando molti ragazzi ricordano con dolore le ingiustizie e la mancanza di dialogo di ascolto che hanno trovato nel loro percorso scolastico
. dott.ssa Adriana Rumbolo

lunedì 23 gennaio 2017

Esplora, conosci crea.

Capita spesso ai giardini, sul marciapiede  di vedere un bambino molto piccolo che lasciando la mano della mamma di corsa si allontana con la felicità di sentirsi libero in ambienti nuovi, che soddisfano la sua curiosità.
La madre ha ragione di rincorrerlo e fermarlo perché ancora per lui ci sono dei pericoli.
Quando mi capita io divertita mi fermo sempre e dico al bambino: " dove vai, piccolo esploratore!" 
Mi ritornano in mente tutte le mie esplorazioni di bambina che, avendo la fortuna, di crescere in una piccola comunità, a contatto con la natura potevo soddisfare  perché i pericoli erano limitati.
Per un bambino, esplorare è una necessità: esplorare l'ambiente naturale,  il mondo frenetico della comunicazione degli adulti ,  osservare il cielo,  gli alberi gli insetti informazioni  che il cervello poi elaborerà,  associerà, dissocierà,archivierà,  mescolerà   organizzando  la banca-dati della sua conoscenza.
Per un bambino la conoscenza è un richiamo fortissimo che tante volte lo stupisce, lo fa sostare vicino a un formicaio  lo fa ascoltare in silenzio il ronzio di alcuni insetti che con stupore gli fa osservare come in 10 m ci siano decine e decine di foglie di forme e colore  diverse  lo rassicura e lo metta al riparo da pericoli.:kalos kai agatos
Certo la conoscenza comporta anche la comprensione di un pericolo di cui possiamo essere avvertiti o che possiamo sentire per istinto
. E come rimangono impresse le raccomandazioni: " non andare vicino ai gorghi nei fiumi perché  in quel punto l'acqua gira a mulinello e ti  trascinerebbe in fondo
. Non lo  dimenticherà più e quando  tornerà a casa dopo aver conosciuto tante realtà di tutti i tipi vorrebbe raccontarle:  la conoscenza è ricca di emozioni che hanno bisogno di racconto, ma quasi nessuno è disposto ad ascoltare un bambino ,  peccato perché ogni bambino ha un'originalità che per noi adulti è una continua stimolazione a mantenerci più attivi mentalmente e più ricchi emotivamente
. Una mattina un bambino si sveglia e dice la famosa frase: mi è venuta un'idea!.
 Il bambino non sa che mentre lui dormiva,  speriamo profondamente,  il suo cervello lavorava, lavorava e metteva insieme associava dissociava archiviava richiamava alla memoria tutto quanto lui aveva conosciuto visto partecipato emotivamente durante le giornate  
Trovarsi delle idee improvvisamente idee che sono "nuove e utili" rafforzano nel bambino ogni giorno  maggior sicurezza in sè e non è poco!
Se si troverà in difficoltà quasi sempre penserà: " se mi venisse l'idea giusta" è fiducioso in se stesso crede  nell'aiuto che gli può venire dalle sue conoscenze.
 Tre o quattro bambini camminano per una strada di campagna.
 Nei giorni precedenti ha piovuto.
Per andare  dall'altra parte della strada devono attraversare un piccolo fossato
. Di solito lo fanno a piedi ma quel giorno in fondo al fossato è rimasta un po' d'acqua della precedente pioggia.
Non è un problema ma a sporcare le scarpe,  calzettoni una possibile caduta  la terra è più fangosa sdrucciolevole fa pensare i ragazzi.
 A un certo a un certo momento uno dice
 Ho un'idea: prendiamo un bastone lo piantiamo nella sponda opposta e facciamo un salto così non toccheremo il fondo del fossato.
 E così fanno in un attimo tutto l'organismo è al servizio dell'idea; il desiderio di fare buona figura davanti ai compagni tutta la parte neuromuscolare che misura bene così che piano piano prima i più coraggiosi poi gli altri saltano  il fosso con l'aiuto del bastone.
Praticamente hanno fatto il salto con l'asta oppure arrampicarsi su un albero scegliere i rami bassi ma più forti guardare con attenzione il tronco dove poter trovare un appiglio oppure come riuscire a copiare un compito di nascosto all'insegnante.
la creatività si apre a ventaglio su tutto: su giochi di colori, su giochi di forme e sarà più soddisfacente  quando avrà una applicazione utile. .
La scuola ha avuto questa piccola colpa, accanto   alla mancata valutazione delle emozioni così importanti nell'apprendimento anche la parola creatività non era molto usata  era preferito il termine fantasioso  e se la spiegazione di una materia suscita nel bambino un'idea nuova spesso era solo un disturbo che rallentava  i famosi programmi scolastici.
. Anziché tentare di aumentare i livelli delle competenze attraverso i percorsi tradizionali, il governo dovrebbe assumere un approccio diverso per educare alla creatività
. Insieme alla creazione di infrastrutture per l'educazione permanente, bisognerebbe ristrutturare l'istruzione scolastica in modo da assicurare a ciascuno il possesso di quelle capacità e di quella fiducia  che consentono di cogliere tutte le opportunità  della conoscenza.
La funzione dell’artista creativo consiste nel creare delle leggi, non nel seguire quelle già formulate. Ferruccio Busoni (pianista e compositore)..
dott.ssa Adriana Rumbolo

giovedì 12 gennaio 2017

Tutto bene solo il rendimento era scarso.!

"Tutto bene, solo il rendimento era scarso".
Temo che la scuola non si sia ancora resa conto che il rendimento dei ragazzi, il rapporto con gli altri e con le regole è proporzionato allo stato di salute delle loro emozioni.
Sentire dunque in televisione un dirigente scolastico che parlando di un ragazzo che ha commesso un gravissimo omicidio dire candidamente che per il ragazzo solo il rendimento era scarso ,nessun problema é veramente una infelice difesa..
Siamo ancora a questo punto.
Capirei se un insegnante , affermasse che uno studente non ha un buon rendimento perché i programmi scolastici non sono compatibili con le funzionalità del cervello o che i metodi in uso nella scuola non sono i migliori nella relazionalità.
Penso e ho già scritto più volte che in uno studente il rendimento scarso è sempre una spia di un disagio familiare o relazionale,  emotivo che bisogna  approfondire e capire.urgentemente
I motivi sono tanti: prima della scuola primaria i ragazzi hanno vissuto le operazioni educative più significative in famiglia e quando arrivano a scuola denunciano le loro problematiche in tanti modi Uno di questi è lo scarso rendimento perché lo studente  non riesce a relazionare con l'insegnante, con i compagni, con le regole
.E'La frase più sciocca in assoluto perché se i tantissimi ragazzi che non hanno un buon rendimento scolastico avessero problemi di intelligenza sarebbe veramente un problema grave.
Ora abbiamo tante informazioni scientifiche che sicuramente non ci mettono al riparo totale di errori, ma ci permettono di capire molto e di intervenire nel modo più giusto e più fruttuoso
. Quando 20 anni fa sono entrata in una prima superiore con un programma centrato sulle emozioni, i sentimenti, sulla vita relazionale ho potuto sopravvivere con un gruppo di insegnanti coraggiosi perché sia la politica sia i giornalisti sia le case editrici non ammettevano 20 anni fa che le neuroscienze potessero dare un contributo così grande alla didattica
Per fortuna i risultati di quella esperienza sono stati molto positivi..
Gli studenti capivano benissimo e velocemente e applicavano alla loro vita scolastica tante informazioni scientifiche che il loro insegnanti e dirigenti scolastici fino ad arrivare al ministro dell'istruzione rinnegavano senza neanche avere l'umiltà di ascoltare.
Senza umiltà non c'è conoscenza, senza conoscenza non c'è creatività.
La la vita del gruppo dei pari a scuola trova una grandissima palestra relazionale..
Stern ha scritto che un ragazzo quando entra nel suo cloiseau con i pennelli in mano non impara solo a disegnare ma ad essere.
Così uno studente quando entra a scuola con i libri dei famosi programmi scolastici non entra solo per imparare alcune nozioni delle varie discipline ma entra per imparare ad essere..
Se la scuola non capisce questo non potrà mai essere chiamata una buona scuola.

dott.ssa Adriana Rumbolo

martedì 10 gennaio 2017

Bruno Munari



Conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita

vuol dire conservare la curiosità di conoscere il piacere di capire la voglia di comunicare.

Bruno Munari