lunedì 30 marzo 2020

Una lettura per l'estate


UNA LETTURA PER L’ESTATE


Una lettura per l’estate
Lettera firmata di una studentessa di quindici anni
di Adriana Rumbolo
Batten_-_Europa'sFairyTalesCara dottoressa, come può vedere ho seguito il suo consiglio e le ho scritto questa lettera, se così si può chiamare!!!
Prima di esporle il mio problema, però, le vorrei fare un quadro di me stessa: sono una ragazza di 15/16 anni, alta, fisicamente, anche se sono a dieta, non mi lamento, mi accetto e vengo abbastanza accettata.
Nel rapporto con gli altri, ho un mio “metodo”:io, non mi sono mai fidata di nessuno.
Poi . naturalmente, andando avanti nel conoscersi, capisco se questa persona è fidata o meno.
In famiglia sono abbastanza chiusa:a differenza di alcune mie amiche, io non considero mia madre come una delle mie migliori amiche, alle quali vado a dire i miei problemi e a chiedere consigli.
Naturalmente non la estraneo totalmente dalla mia vita, ma mi limito a non raccontarle i miei fatti personali, le mie esperienze, perchè penso che ognuno debba fare le proprie scelte con la propria  testa, senza dipendere da altri: ho paura, infatti, che alla fine,  raccontando tutto a mia madre, i suoi consigli si trasformino in obblighi e questo non mi andrebbe giù!!!
Arrivando  al “nocciolo” della questione, il mio problema nasce da una situazione per me stupenda:sto insieme ad un ragazzo…., da sei mesi, ma non riesco mai a dirgli quello che sento.
A dirle la verità, all’inizio non ero sicura, ma adesso sono più che convinta di AMARLO: è una certezza, glielo assicuro!!!
Eppure la frase che vorrei dire non è complicata: TI AMO!!!
Che c’è di complicato in due parole?!?!
Non riesco a capire il perchè  di questo blocco!!!
Ed è per questo che le ho scritto queste righe, per chiederle se lei poteva darmi sia una spiegazione che un consiglio su questo argomento: non so veramente come superare questo ostacolo!!!
Se non le è di troppo disturbo potrebbe rispondere?
La ringrazio infinitamente e la prego  di non parlare in classe di questa lettera
Della lettera naturalmente non ho parlato ma del “blocco” si.
L’educazione   inizia soprattutto dal corpo.
La carezza, l’abbraccio che tante volte i bambini hanno cercato invano secondo i loro tempi e bisogni , la mancata condivisione di percezioni primordiali, le punizioni corporali, la gabbia dei pregiudizi, la carenza del contatto con la natura,  il corpo a macchie sporche.
Tutti i lacci delle emozioni imprigionate ricordano chi ha scritto: se Freud  avesse conosciuto le scoperte delle neuroscienze, avrebbe detto:l’inconscio sta nel corpo.
E l’educazione sofferta dal corpo che sembra si fermi lì, potrebbe  pericolosamente e pesantemente disorientare la sicurezza, la stabilità del Sè nel futuro
Piano , piano, mentre la natura preme perchè il corpo possa esprimere la sua crescita in ogni suo centimetro piano, piano, sembra un paradosso, il soggetto ne  perde la percezione.
L’educazione vuole che tu ignori il tuo corpo perchè solo così sarà meno pericoloso e più sottomesso.
Sottolineo il famoso sogno di molte adolescenti di partorire un figlio  senza alcuna partecipazione o dolore.
Lo chiamano “Il complesso della Madonna” perchè  ispirato dalla figura femminile più adorata per la sua purezza.
Allora quando arriverà la pubertà e tutto il corpo sarà percorso da percezioni nuove e coinvolgenti, il soggetto spaventato potrebbe rifugiasi  in un forte controllo razionale che potrebbe esprimersi in rigidità,  sublimazione dei sentimenti molto pericolosi perchè potrebbero allontanare il soggetto  dalla realtà  con sofferenze psicosomatiche, disordini alimentari e a volte anche con disordini comportamentali.
Infatti è per questo che proprio nella pubertà si manifestano i disturbi psicologici  più gravi e meno comprensibili perchè spesso  la loro causa è da ricercare nella lontana prima infanzia.
Forse la studentessa ha solo bisogno di tempo e di buone informazioni sulle emozioni , sull’unione mente-corpo  da elaborare per dire con tutta se stessa le due parole , ti amo,  che diventeranno facili quando avrà più coscienza del proprio corpo e alla rigidità difensiva avrà sostituito la flessibilità che appartiene naturalmente al corpo.
Così come nella favola “La bella e la bestia” la  protagonista nel lungo e forzato soggiorno,  prigioniera nel castello dell’orribile mostro,  piano, piano comprenderà per la gentilezza e l’amore in cui lui l’avvolge(l’importanza della corte) a non avere  più paura dell’amore inteso nella sua completezza e allora vedrà bello ciò che prima le sue paure, le sue incertezze la sua rigidità avevano mostrato come minaccioso e disgustoso.
Le favole sanno come spiegarci con la fantasia realtà molto complesse.

domenica 22 marzo 2020

Il vuoto dei rintocchi a morte delle campane


Quanta confusione,quante opinioni contradditorie, quanto desiderio di apparire...perchè  l'angosciosa

fila di camion militari carichi di feretri che procedeva lenta   non è stata accompagnata dai rintocchi a

morte delle campane.

Avrebbero  sorpreso tutti  riportando il silenzio,  smarrito da tempo,  per ricominciare a  pensare

dott.ssa Adriana rumbolo

venerdì 20 marzo 2020

L'amore è una garanzia


L'amore è una garanzia
Amore come sei stato maltrattato: ridotto a perfezione artificiale ,quando avevi da solo il  potere di rendere bello anche ciò a cui  i pregiudizi avevano negato la bellezza.
Impoverito della gentilezza, della pietà , della compassione ,della solidarietà, del sorriso.
Di tanti aggettivi :passionale ,altruistico, assoluto, fisico,strappalacrime,profondo...
questi sono rimasti :possessivo, vendicativo ,perverso egoista...
Quando rispunti fra i chiaro , scuri di un vecchio  film , di una  foto ,  di un volto pieno di rughe ,allora con stupore tutti esclamiamo:ma quanto è bello!
Anni fa si era chiamato un muratore per dei lavori.
Lui arrivò e sulla fiancata del suo furgoncino:"muratore per amore".
Il giorno dopo iniziò i lavori
Uno che usa l'amore a garanzia non può  fare un lavoro brutto
Allora oggi è necessario tanto,tanto amore per un buon finale.
Dott.ssa Adriana Rumbolo.


mercoledì 18 marzo 2020

Autonomia,Differenziazioni


Autonomia Differenziazioni
In molti ricorderanno la famosa commedia di Edoardo De Filippo "Gli esami non finiscono mai"
Uscendo di teatro il commento comune:E' proprio così!
Ma niente è cambiato
Nasce un bambino,  amici e parenti corrono a congratularsi , ma prima di andarsene si preoccupano di attribuire con una certa sicurezza,    le  somiglianze del bambino con uno dei familiari più stretti.
. Nei mesi che seguono sarà la famiglia stessa  a notare le caratteristiche fisiche e psicologiche del neonato con qualche componente della famiglia,  influenzati dalle varie simpatie o antipatie.
Tutto questo naturalmente  "coram   populo"
Un genitore non immagina neppure lontanamente che non solo il DNA ci differenzia  ma cose meravigliose avvengono  , nel cervello,nell' incontro natura-- cultura,   che si manifesteranno in ogni individuo ,  in nuove espressioni,  in nuovi gesti, in  piccole autonomie..
Ogni piccola conquista  rientra in un percorso ben definito del cervello che non dovrebbe mai essere disturbato dall'interventismo e dal pregiudizio.
Un neonato continuerà in una progressione spaventosa: un giorno camminerà a gattoni e poi i primi passi,  poi eretto e poi le prime parole  :mamma, babbo, pappa
Soprattutto  l'autonomia di camminare gli permetterà  di raggiungere,  in un ambiente protetto,  tutto ciò che attira il suo interesse  , azzardare le prime arrampicate aprire le maniglie in cerca di nuove stanze.
Allora cominciano i pregiudizi:adesso è diventato un birbone, fa i capricci, si impunta ,lo fa apposta.
E' un pezzo che sento ripetere queste cose  anche se questi giudizi  non corrispondono mai al vero
Il bambino ancora non dispone di molti mezzi di comunicazione e allora si arrangia come può e comincia a  manifestare incautamente   differenziazioni dal suo gruppo familiare.
La famiglia è un gruppo, dimentichiamoci la leggenda della voce del sangue
L'appartenenza che può esistere solo annullando il singolo è impensabile
Quindi se un bambino/a si discosta dal modello che i genitori si aspettano da lui allora si cercherà il difetto o il dispetto
 E' una cosa gravissima definire un   bambino  " un ribelle" o un bambino cattivo  mentre lui non desidera altro che essere se stesso
E' un momento molto importante per cominciare le prime contrattazioni senza scambiare ogni divergenza come un attacco ad personam
 E' difficile sempre  accettare una diversità mettiamocelo bene in testa ,ma dovrebbe insegnarcelo proprio la famiglia  che diversità  possono benissimo andare d'accordo basta che non intervengano  pregiudizi e fin dall'inizio si dia spazio a una buona relazione.e a continue espressioni affettive
  In ogni famiglia ci possono essere due o tre fratelli ognuno con potenzialità e tendenze diverse: se un genitore sente che un figlio preferisce atteggiamenti che non sono i suoi si offende. e potrebbe pensare lo fa per farmi dispetto perchè non mi stima,o perchè mi sfida
.  Francamente non riesco a pensare che un bambino di poco più di due anni faccia una sciocchezza una cosa illogica perchè proprio la  natura l'ha dotato della logica per la sua sopravvivenza.
Quando sento parlare molti" esperti", inesperti in televisione mi chiedo, che cosa è rimasto del bambino che era in loro?
Aiutiamo il bambino a esprimere meglio la sua autonomia con l'attenzione  e l'ascolto
Ci vuole molta pazienza ma  con i nostri figli cresceremo anche noi genitori.
Quando i dico a un bambino :tu sei cattivo in una reciproca incomprensione pensate  quale problema grande gli do,   rifiuto tutto quello che lui è e non lo accetto perchè è diverso da me che sono buono
 Quando aspettiamo l'adolescenza come l'inizio del manifestarsi di un carattere ,di una personalità  non ci rendiamo conto che fra la nascita e l'adolescenza ,  lungo periodo,   il bambino ha già dimostrato molto di quello che è nella ricerca di un equilibrio fra la sua nature e la cultura che lo circonda per realizzarsi al meglio e speriamo gli sia riuscito.
dott.ssa Adriana Rumbolo





lunedì 16 marzo 2020

merenda offerta in cesto pieno di frutta di stagione,ritiro dei cellulari all'inizio delle lezioni,alternare lo stampatello con il corsivo

w il corsivo
Merenda offerta in cesto pieno di frutta di stagione,ritiro dei cellulari all'inizio delle lezioni,alternare lo stampatello al corsivo

Cosa accade al cervello quando scriviamo a mano?


Già nel semplice atto di impugnare una penna per scrivere su un foglio, si attivano stimoli nervosi provenienti dall’area di Broca, deputata al linguaggio, che danno l’input al movimento. A questo punto, la persona che sta per cominciare a scrivere avverte uno stimolo emozionale che mette in moto una serie di processi cerebrali preparatori all’atto della scrittura: il sistema limbico, legato alla reazione emotiva, comunica le sensazioni alle aree del linguaggio (Broca) e organizza il codice linguistico per esprimerle. Così facendo, il cervello scava nell’archivio lessicale per selezionale le parole giuste tra tutte quelle in memoria. Infine, la corteccia premotoria si attiva per scovare gli errori grammaticali, sintattici e formali.

Certo, scrivere su smartphone e computer non significa prescindere dal rispetto di grammatica e sintattica, ma l’azione tende a essere più veloce e immediata, meno meditativa rispetto a quando si scrive a mano. Tralasciare la scrittura a mano significa rischiare di tenere in allenamento solo una parte del cervello senza esprimerne tutte le potenzialità che, al contrario, emergono con la scrittura a mano.

Prendere appunti a mano facilita la memorizzazione delle informazioni, scrivere fa emergere un’espressione di sé altrimenti nascosta – non a caso la grafologia studia la scrittura a mano per capire la persona –, il cervello risponde a maggiori input già a partire dalla semplice pressione esercitata su una penna. E forse non è un caso che, dopo averlo messo da parte, ora la Apple stia pian piano tornando a considerare l’uso del pennino per scrivere a mano sugli schermi di tablet e smartphone, mentre Android propone un’App per scrivere a mano sugli iDevice stampatello

domenica 15 marzo 2020

Famiglia-Scuola

Quel che la famiglia danneggia,psicologicamente parlando, potrebbe essere risarcito  dalla scuola