lunedì 13 ottobre 2014

Scuola: S.O.S Andrologo

Quante volte, riferendoci alla vita di un soggetto, siamo più inclini a cominciare dall’età adulta.
Si, poi, via via che si prosegue, si può accennare: sembra che abbia avuto un’infanzia difficile, sembrerebbe ci sia stato un lutto in famiglia, è cresciuto/a senza padre o senza madre, forse una famiglia poco presente, gravi  problemi  economici…  però il periodo che va dalla nascita al momento in cui definiamo un soggetto adulto tendiamo ad ignorarlo soprattutto per quello che attiene alla sfera emotiva-sessuale-affettiva.
In un passato anche recente varie erano le interpretazioni e le censure: religiose, trasgressive, sociologiche, moraliste psicologiche intuizioni a volte geniali,a volte insignificanti, mode passeggere.
Poi la tecnologia più avanzata ha permesso di scansionare il cervello e lo studio, la conoscenza e il funzionamento delle sue cellule, i neuroni, ha preso il nome di neuroscienze. Finalmente è stato possibile vedere,  dimostrare scientificamente come funziona il cervello durante i nostri comportamenti, le nostre reazioni,  patologie cerebrali, prendere coscienza  di quanto sentiamo e dargli un nome.
Soprattutto, non dobbiamo più tacere del percorso affettivo-emotivo-sessuale e della sua importanza fin dalla nascita che è alla base della vita. Noi possiamo  inventare macchine tecnologiche fantastiche, costruire  un ponte dalle arcate infinite, fare un sottomarino, ma il nucleo profondo che è coinvolto e che coinvolge tutto  è sempre  lì nelle emozioni, nell’affettività, nella sessualità  che se non usufruiscono di sano equilibrio e benessere influiranno negativamente nel comportamento e in molte opere dell’essere umano. Di tanto in tanto qualche episodio di cronaca nera ce lo ricorda. Non ho mai pensato che potessimo risolvere tutto facilmente e ogni volta che ci addentriamo  in un percorso  di conoscenza ci imbattiamo in misteri indecifrabili, ma rimane sempre una parola per un cauto ottimismo:prevenzione. Quando un soggetto prevalentemente maschile usa la violenza sessuale spesso  nasconde la natura vera dell’atto dicendo: ci ha provocato, dovevamo dargli una punizione per fargli comprendere che la sua condotta come omosessualità, transessualità era moralmente sbagliata o come nell’ultimo caso di cronaca la punizione voleva correggere la dieta alimentare del violentato. Diciamolo con chiarezza: chi violenta sessualmente denuncia un suo disturbo emotivo-affettivo-sessuale. Il fatto che sia sposato e abbia figli  non lo mette al di sopra di ogni disordine emotivo-sessuale-affettivo. Gli studenti che ho incontrato a scuola dopo che ne avevo conquistato la fiducia mi riferivano che erano pieni di dubbi di ansie e quello che sapevano sulla sessualità lo apprendevano dalla confidenza di un amico o da giornaletti porno o da films porno.

E io pensavo sempre: perché no? Un andrologo  nelle scuole?

Dott.ssa Adriana Rumbolo

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