Quante volte, riferendoci alla
vita di un soggetto, siamo più inclini a cominciare dall’età adulta.
Si, poi, via via che si prosegue, si può
accennare: sembra che abbia avuto
un’infanzia difficile, sembrerebbe ci sia stato un lutto in famiglia, è
cresciuto/a senza padre o senza madre, forse una famiglia poco presente,
gravi problemi economici… però il periodo che va dalla nascita al momento
in cui definiamo un soggetto adulto tendiamo
ad ignorarlo soprattutto per quello che
attiene alla sfera emotiva-sessuale-affettiva.
In un passato anche recente varie
erano le interpretazioni e le censure: religiose, trasgressive, sociologiche,
moraliste psicologiche intuizioni a volte geniali,a volte insignificanti, mode
passeggere.
Poi la tecnologia più avanzata ha permesso di scansionare il cervello e lo studio, la conoscenza e il funzionamento delle sue cellule, i neuroni, ha preso il nome
di neuroscienze. Finalmente è stato possibile
vedere, dimostrare
scientificamente come funziona il
cervello durante i nostri comportamenti, le
nostre reazioni, patologie cerebrali,
prendere coscienza di quanto sentiamo e dargli un nome.
Soprattutto, non dobbiamo più tacere del percorso affettivo-emotivo-sessuale e della sua importanza fin dalla nascita che è alla base della vita. Noi
possiamo inventare macchine tecnologiche
fantastiche, costruire un ponte dalle
arcate infinite, fare un sottomarino, ma il nucleo profondo che è coinvolto e che coinvolge tutto è sempre
lì nelle emozioni, nell’affettività, nella sessualità che se non usufruiscono di sano equilibrio e
benessere influiranno
negativamente nel comportamento e in
molte opere dell’essere umano. Di tanto in tanto qualche episodio di cronaca
nera ce lo ricorda. Non ho mai pensato che potessimo risolvere tutto facilmente e ogni volta
che ci addentriamo in un percorso di conoscenza ci imbattiamo in misteri indecifrabili, ma rimane sempre una
parola per un cauto ottimismo:prevenzione. Quando un soggetto prevalentemente maschile usa la violenza sessuale spesso nasconde la natura vera dell’atto dicendo: ci
ha provocato, dovevamo dargli una punizione per fargli comprendere che la sua
condotta come omosessualità, transessualità era moralmente sbagliata o come
nell’ultimo caso di cronaca la punizione voleva correggere la dieta alimentare
del violentato. Diciamolo con chiarezza: chi violenta sessualmente denuncia un
suo disturbo emotivo-affettivo-sessuale. Il fatto che sia sposato e abbia
figli non lo mette al di sopra di ogni
disordine emotivo-sessuale-affettivo. Gli studenti che ho incontrato a scuola
dopo che ne avevo conquistato la fiducia mi riferivano che erano pieni di
dubbi di ansie e quello che sapevano
sulla sessualità lo apprendevano dalla confidenza di un amico o da giornaletti porno o da films porno.
E io pensavo sempre: perché no? Un andrologo nelle scuole?
E io pensavo sempre: perché no? Un andrologo nelle scuole?
Dott.ssa Adriana Rumbolo
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