QUATTRO mesi,
per quindici minuti al giorno. Provando a dimenticare tastiere e touch.
Lettere maiuscole e lettere minuscole che scorrono sul foglio,
intersecando segni e pensieri, simboli ed emozioni. Il tondo della “o”,
il gambo della “g”, l’asta della “t”, il manico della “f”. Curve, linee,
pieni e vuoti. E a sorpresa quattrocento bambini digitali di otto, nove
e dieci anni riscoprono la scrittura in corsivo, e in poco più di cento
giorni il loro lessico, punteggiatura e ortografia, migliorano
sensibilmente. Così mentre il mondo celebra (o piange) la morte della
calligrafia e degli esercizi a penna, mentre addirittura la Finlandia
delle scuole più belle del pianeta annuncia, dal 2016, l’addio ad ogni
forma di compilazione manuale, un piccolo esperimento italiano rilancia
con forza le virtù del corsivo. Ri-alfabetizzazione di bambini e ragazzi
che volando dallo stampatello alla tastiera, dicono i più pessimisti,
rischiano di non saper più né leggere né scrivere.
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