domenica 28 luglio 2019
Emozioni e ragione(ieri e oggi)
Scrive Damasio nella sua introduzione all'"Errore di Cartesio":"Sin da giovane ero stato avvertito che le decisioni solide scaturiscono da una mente fredda, e che emozioni e ragione non si mescolano di più che olio e acqua
Così ero cresciuto nella consuetudine di pensare che i meccanismi della ragione fossero disposti in una provincia separata della nostra mente, nella quale non doveva consentirsi alle emozioni di penetrare"
Ora , finalmente, le neuroscienze hanno tecnologie per immagini che permettono ai neuroscienziati di entrare nel cervello umano e mostrare , in un cervello vivente la ricostruzione di quel cervello
E' quindi ancora più sorprendente e nuovo la dimostrazione che l'assenza di emozione e sentimento sia non meno dannosa, non meno capace di compromettere la razionalità.
Certi aspetti del processo dell'emozione e del sentimento sono indispensabili per la razionalità..
Ma, la vecchia consuetudine, di fronte a queste scoperte accenna solo a qualche scricchiolio di cambiamento.
Di fronte alla resistenza al cambiamento ho pensato che se la scienza ha bisogno di prove, di risultati, avrei tentato di ottenerne qualcuno.nel percorso educativo delle emozioni.
Ho preparato un programma per studenti di 14/ 16 anni in scuole pubbliche finalizzato alla conoscenza del cervello in particolare. di quello emotivo e all'unione mente ,cervello ,corpo.
Se dalla conoscenza e gestione delle emozioni ,si fossero manifestati nei ragazzi, chiaramente , miglioramenti nell'apprendimento, nel comportamento potevamo ribadire senza ombra di dubbio che emozione e cognizione sono processi mentali distinti , ma interagenti,mediati da sistemi cerebrali parimenti distinti ma, interagenti che si influenzano e si arricchiscono reciprocamente.
Stando alla lettura in materia,poi, sembra che" senza emozione non ci sia adeguata elaborazione delle cose apprese nè , forse, apprendimento"(Boncinelli E,2000).
Nel mio programma scrivevo già dell'importanza della plasticità del cervello,delle emozioni e della vita relazionale , ma eravamo nel 96/97 e questi temi non erano ancora stati sufficientemente divulgati. per essere ben compresi e così "è la solita psicologia" è stato il mio salvacondotto per entrare nel mondo blindato della scuola.
Devo ringraziare quegli insegnanti che mi hanno aperto la porta delle loro classi ospitandomi e condividendo il programma.
L'incontro con i ragazzi è avvenuto in un clima di grande serenità.
Subito sono entrata nell'argomento.
Ero lì per fornire informazioni sul cervello(la sua storia , le emozioni ,l'unione mente-corpo etc...) e quanto alla luce di queste informazioni , con esempi di vita quotidiana, loro potevano modificare ,con risultati migliori nella vita relazionale. affettiva e di lavoro
Il programma poi riconosceva a ognuno il diritto di dialogo e di elaborare le nuove informazioni con tempi e modi emotivi propri .
.Finalmente non avevano intermediari giudici nel conoscersi e nell'interpretare il proprio sentire.
Era stato messo in silenzio il coro eterogeneo dei vari giudizi critici (padre, madre, insegnanti, allenatori sportivi, compagni superficiali)molto diversi l'uno dagli altri per cui la voce del ragazzo, si perdeva.
Dopo circa un quarto d'ora che parlavo, molte mani alzate segnalavano che il mio messaggio era stato recepito e si stava accendendo un dialogo intenso, vivace che spaziava libero nella conoscenza e mi orientava nel percorso di un'esperienza in ,quel momento, forse, unica in Italia
Si è finiti così, nel bel mezzo di una rivoluzione, in cui i confini fra materie rigidamente scolastiche e la moda, la musica ,lo sport, l'arte, il trucco,tanti aspetti sociali si sono disciolti per fare posto alla più vasta interdisciplinarità unita proprio dalle emozioni.
Io ero preparata e ricordavo bene i miei 15 anni ma,loro li avevano ora i 15 anni e dialogare con loro era per me estremamente utile.
A quell'età poi la conoscenza e la gestione dell'emozioni li aiutava a una migliore percezione del corpo che spesso proprio nell'adolescenza si rifugia in una rigidità difensiva molto pericolosa per l'equilibrio psicologico.
Per finire mi riallaccio al grande Damasio per ribadire il legame forte e permanente tra le zone del cervello che regolano il corpo e il corpo stesso.
Resta l'amarezza che anche dopo scoperte tanto importanti e un'esperienza così significativa proprio nella scuola si continua a privilegiare la cognizione e non ci si rende conto che per sostenere tutta la tecnologia che avanza a ritmo vertiginoso, la conoscenza e la gestione corretta delle emozioni è ancora più necessaria.
Dott.ssa Adriana Rumbolo
Oggi tristemente, molto tristemente vorrei aggiungere che le emozioni stanno facendo solo dei timidi ingressi nel mondo della scuola a cominciare dalla materna.
Purtroppo sono rimaste sconosciute e quindi mal gestite da quelli che hanno tutti i poteri sociali, politici ,religiosi e che la tecnologia che ci si augurava realizzasse il miracolo di proseguire il suo percorso mescolata alle emozioni, estremizzata dal mercato per fini di lucro, se ne sta allontanando pericolosamente, perdendo la felice occasione che le scoperte sulle emozioni delle neuroscienze le avevano offerto.
Dott.ssa Adriana Rumbolo .
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