A scuola , anche il corsivo potrebbe aiutare a risolvere un “giallo”
Un giorno terminato l'incontro con i
ragazzi ,mentre riponevo nella mia borsa alcuni libri che avevo
appoggiato sulla cattedra vi trovai in mezzo un foglio ripiegato in
quattro dove c'era scritto :X la psicologa
.Misi tutto nella borsa
pensando,appena a casa lo leggerò.
Arrivata a casa subito lo aprii:era
scritto purtroppo tutto a stampatello,ed era anonimo.
Se fosse stato scritto in corsivo
avrei avuto un indizio
C'era scritto che mentre i compagni di
classe le sembravano tutti felici ,lei si sentiva disperatamente sola
e così infelice da desiderare la morte come liberazione .
La lettera continuava con toni così
disperati che aumentavano la mia preoccupazione e la mia impotenza
perchè non riuscivo a trovare qualche indizio per capire chi
l'avesse scritta.
Avevo capito solo che era una femmina
Dopo delle confuse e inquietanti
richieste di aiuto finalmente una frase importante:Esiste un rimedio
per curare l'incontinenza?
Era poco ma era un'informazione molto importante che mi poteva aiutare.
Dopo aver pensato bene decisi di
parlare con l'insegnante del prossimo incontro proponendole il mio
piano..
Avremmo detto ai ragazzi che avevamo
deciso di dedicare le due ore per incontrare tutti i ragazzi per un
colloquio individuale perchè avvicinandosi la fine dell'anno
scolastico ognuno approfondisse con me quale indirizzo avrebbero
scelto l'anno successivo e perchè o parlare di dubbi se ce ne
fossero.
A uno a uno vennero tutti e quando
stavo per perdere le speranze l'ultima
entrò ,si sedette e subito mi disse:sono io che le ho scritto il
biglietto.
Mi raccontò che soffriva di questo
disturbo e mentre era in classe (7 ore) viveva con l'angoscia e il
terrore di trovasi con i pantaloni bagnati in una classe mista.
Era extracomunitaria ,aveva 15 anni e
la mamma le era morta pochi mesi prima.
Capii allora la sua agitazione in
classe e la sua partenza a razzo in motorino alla fine delle lezioni
pericolosa per lei e gli altri. Terminò informandomi che dopo
qualche giorno sarebbe andata con il padre da un medico che avrebbe
eliminato il disturbo.
Parlammo un po' insieme e io le
consigliai di non venire a scuola per i pochi giorni che mancavano al
suo incontro con il medico.
Come avrei voluto che fosse venuta da
me prima.
Per mesi era stata sgridata dagli
insegnanti,minacciata di provvedimenti anche gravi per la sua agitazione che era stata interpretata come insofferenza alle regole.
La disperazione le aveva fatto
scrivere il biglietto perchè piano, piano aveva capito che di me
poteva fidarsi.
Pensai fosse bene informare la preside.
Mi fece rispondere dalla segretaria di
spedirle per raccomandata il biglietto.
Le risposi che le avrei spedito solo la
fotocopia del messaggio,
L'anno dopo seppi dalla sua insegnante
di lettere che la ragazzina non era più così agitata e aveva
iniziato a scrivere dei racconti.
Dott.ssa Adriana Rumbolo