venerdì 27 giugno 2014

Ha pelato le patate!


La storia: una mamma mi  racconta che qualche sera prima, per la prima volta, ha chiamato il suo bambino di cinque anni a darle una mano a preparare la cena. Il bambino guardandosi intorno: potrei pelare le patate, e subito inizia. La mamma vede con grande sorpresa che suo figlio si muove e opera con grande disinvoltura e un ottimo risultato.


Ha una folgorazione: ma quante cose mio figlio saprà fare, che io non so?

Questa  riflessione riassume il rapporto che si era creato fra mamma e figlio durante la sua crescita. La mamma si rende conto che, mentre lei si trasformava,  in buona fede,  in mamma “ombrello invasivo”: protegge previene interviene, lo tiene ancora nel lettone con sé (è una mamma single).

Tutto questo a volte è faticoso, impegnativo ma lei è gratificata dalla certezza di dare al figlio il meglio di se stessa.

E’ una rapporto madre-figlio che resiste nel tempo anche se molto dannoso e se non è proprio la mamma a cambiare atteggiamento dando al figlio  fiducia e tempo perché  possa interagire con l’ambiente, con i compagni con tutto quanto stimolerà la sua curiosità, il suo interesse acquisendo la percezione cosciente delle risorse del suo corpo, della sua  fantasia, dei suoi meccanismi difensivi, niente cambierà.

Il bambino invece impedito nelle sue esperienze esplorative

lunedì 23 giugno 2014

L'amore guarisce

L'amore è un antidoto. Per le malattie dell'anima ma anche per quelle del corpo. Nel libro "l'Amore che fa vivere" il cardiologo californiano Dean Ornish dimostra, attraverso dati scentifici e statistici che è possibile curare gravi cardipatie e prevenire il cancro, l'infarto, e persino le tossicodipendenze lavorando sulle relazioni affettive, familiari e sociali. E anche su quelle fra medico e paziente. "Le varie scuole di medicina alternativa", afferma Ornish, "presentano quasi tutte un elemento comune: il terapeuta passa molto tempo con il malato, lo ascolta, instaura con lui un contatto umano che lo fa sentire confortato e assistito". Così si instaura il fattore-fiducia, primo passo verso la possibilità di guarigione. Nel suo libro il cardiologo sottolinea le carenze della medicina ufficiale, raccontando che i veloci miglioramenti riportati dai suoi pazienti sono dovuti al fatto di aver "acquisito una nuova modalità comunicativa, che ha migliorato i rapporti affettivi", e di aver "scoperto compassione ed empatia nei confronti di se stessi e degli altri".

Soggetto del desiderio

La curiosità è vita. Spinge a rischiare, a scommettere, a non vere paura dell'ignoto. Per i bambini è un bisogno vitale, è l'esigenza di costruire un ponte fra sè e il mondo. Luisa, undici mesi, alla scuola materna, fa cadere il coperchio del fustino di detersivo per vedere l'effetto che fa. Il coperchio traballa e Luisa ripete ed esperimenta. Il gioco attira altri bambini. Il coperchio è diventato interessante. Si innesca un conflitto. Luisa è indecisa; non sa se continuare a sperimenare da sola o con gli altri. I bambini, sono attratti dal coperchio, ma non sapendo come usarlo, glielo restituiscono stabilendo l'equilibrio. Luisa da questo gioco ha imparato molte cose: sull'oggetto che ha manipolato, sulla condivisione e sul conflitto

mercoledì 11 giugno 2014

Anche il cuore può svelare le nostre emozioni


(ANSA) - ROMA, 10 GIU - Non solo il cervello, come dice da sempre la scienza, ma anche il cuore può svelare le nostre emozioni e la conferma è contenuta in uno studio condotto da un gruppo di ricerca dell'Università di Pisa, in collaborazione con l'Università dell'Essex (Inghilterra), L'HArvard Medical School e il Mit di Boston(USA) e pubblicato su Nature.
La ricerca ha dimostrato come le emozioni possono essere svelate ,battito per battito attraverso  un algoritmo matematico.