domenica 29 dicembre 2019

A scuola anche il corsivo potrebbe aiutare a risolvere un giallo


A scuola , anche il corsivo potrebbe aiutare a risolvere un “giallo”
Un giorno terminato l'incontro con i ragazzi ,mentre riponevo nella mia borsa alcuni libri che avevo appoggiato sulla cattedra vi trovai in mezzo un foglio ripiegato in quattro dove c'era scritto :X la psicologa
.Misi tutto nella borsa pensando,appena a casa lo leggerò.
Arrivata a casa subito lo aprii:era scritto purtroppo tutto a stampatello,ed era anonimo.
Se fosse stato scritto in corsivo avrei avuto un indizio
C'era scritto che mentre i compagni di classe le sembravano tutti felici ,lei si sentiva disperatamente sola e così infelice da desiderare la morte come liberazione .
La lettera continuava con toni così disperati che aumentavano la mia preoccupazione e la mia impotenza perchè non riuscivo a trovare qualche indizio per capire chi l'avesse scritta.
Avevo capito solo che era una femmina
Dopo delle confuse e inquietanti richieste di aiuto finalmente una frase importante:Esiste un rimedio per curare l'incontinenza?
Era poco ma era un'informazione molto importante che mi poteva aiutare.
Dopo aver  pensato bene decisi di parlare con l'insegnante del prossimo incontro proponendole il mio piano..
Avremmo detto ai ragazzi che avevamo deciso di dedicare le due ore per incontrare tutti i ragazzi per un colloquio individuale perchè avvicinandosi la fine dell'anno scolastico ognuno approfondisse con me quale indirizzo avrebbero scelto l'anno successivo e perchè o parlare di dubbi se ce ne fossero.
A uno a uno vennero tutti e quando
stavo per perdere le speranze l'ultima entrò ,si sedette e subito mi disse:sono io che le ho scritto il biglietto.
Mi raccontò che soffriva di questo disturbo e mentre era in classe (7 ore) viveva con l'angoscia e il terrore di trovasi con i pantaloni bagnati in una classe mista.
Era extracomunitaria ,aveva 15 anni e la mamma le era morta pochi mesi prima.
Capii allora la sua agitazione in classe e la sua partenza a razzo in motorino alla fine delle lezioni pericolosa per lei e gli altri. Terminò informandomi che dopo qualche giorno sarebbe andata con il padre da un medico che avrebbe eliminato il disturbo.
Parlammo un po' insieme e io le consigliai di non venire a scuola per i pochi giorni che mancavano al suo incontro con il medico.
Come avrei voluto che fosse venuta da me prima.
Per mesi era stata sgridata dagli insegnanti,minacciata di provvedimenti anche gravi per la sua agitazione che era stata interpretata come insofferenza alle regole.
La disperazione le aveva fatto scrivere il biglietto perchè piano, piano aveva capito che di me poteva fidarsi.
Pensai fosse bene informare la preside.
Mi fece rispondere dalla segretaria di spedirle per raccomandata il biglietto.
Le risposi che le avrei spedito solo la fotocopia del messaggio,
L'anno dopo seppi dalla sua insegnante di lettere che la ragazzina non era più così agitata e aveva iniziato a scrivere dei racconti.
Dott.ssa Adriana Rumbolo

martedì 17 dicembre 2019

Il primo abbraccio mancato

Il primo abbraccio mancato
Appena un neonato è fuori dal pancione della mamma,suo primo monolocale e l'ostetrico lo solleva un po', lui con le braccine aperte e le manine  tremolanti cerca un sostegno , un rifugio e solo fra le braccia della mamma si calmerà
L'abbraccio della mamma è come l'utero esterno dove il neonato dopo il faticoso cambiamento della nascita dovrebbe ritrovare la giusta temperatura ,i suoni familiari  ,gli odori conosciuti  e in più per la prima  volta conoscerà il piacere di ciucciare  il latte e quando sarà sazio  continuerà a ciucciare per sentirsi veramente bene per la produzione di endorfine
In genere i mammiferi (compreso l'essere umano) preferiscono trascorrere il tempo con chi stimola in loro il rilascio di elevate quantità di ossitocina e di oppiodi
Questi ultimi, in associazione con l'ossitocina e altre sostanze chimiche endogene prodotte dal corpo e dal cervello, sembrano essere i principali responsabili del benessere e potrebbero influire sulle percezioni del cervello, attenuando nel soggetto qualunque tipo di preoccupazione, disponendolo a  uno stato di assoluta tranquillità fisica e mentale
Se tutto questo mancherà  il bambino  manifesterà presto frequenti stati di paura e di collera e in carenza di tranquillità  si sentirà costantemente insicuro e minacciato.
  Il  suo senso di insicurezza  potrebbe arrestare il suo percorso di autostima e di merito.
Purtroppo , quando accade un ennesimo femminicidio penso che le braccine di quella bimba sono rimaste tremolanti non hanno  mai  trovato un rifugio sicuro.
Allora nella bimba   potrebbe essersi  sviluppata  una sensazione di insicurezza affettiva e  di mancanza di merito.
 Qualsiasi legge anche la più severa per punire l'assassino sarà inutile
Se non ci sarà una grande attenzione al neonato e non  si tutelerà quel primo abbraccio con la mamma offriremo sempre vittime prive di autostima e  di merito a soggetti con turbe psichiche.
Una donna uccisa violentemente quasi sempre è stata privata fin dal primo vagito  dell'amore e del rispetto.
dott.ssa Adriana Rumbolo