Cammino per la strada e mi fermo davanti alla grande vetrina di una libreria;lo faccio spesso.
Quel giorno rimango come folgorata dal titolo di un libro.
Il libro del grande Damasio è "Emozione e Coscienza"-Brain and Creative Institute-University of Callifornia, Adelphi
La parola emozione per la prima volta mi appare spudoratamente nuda.
Tante volte l'avevo sentita nei romanzi, nei films, nelle storie ma, mai così protagonista .
Fisso a lungo quel titolo, poi proseguo nella mia passeggiata.
Nei giorni seguenti ritorno ancora davanti a quella libreria e riguardo a lungo quel libro dalla copertina austera dove per la prima volta la parola emozione non appartiene solo a una storia degli altri,ma appartiene anche a me e a chiunque legga quel titolo.
Era considerata una parola non molto importante perché esprimeva debolezza , fragilità, mancanza della supremazia del ragionamento.
Dopo qualche mese comprai il libro.
A casa cominciai subito a leggerlo e anche se in molti punti c'erano riferimenti scientifici , era molto comprensibile,
I grandi ricercatori quando vogliono comunicare con molte persone adottano uno stile di grande semplicità e chiarezza
. Damasio, poi oltre ad essere un grande scienziato, scrive veramente molto bene.
Dalle prime pagine un ricordo: quando a scuola facevo una composizione e l' insegnante mi dava un voto basso rimanevo molto dispiaciuta perché pensavo che lui o lei non avesse capito bene quello che io avevo scritto. e la mia autostima non si rafforzava.
Ora io capivo :c'erano delle un'interruzioni di comunicazione, quello che io volevo veramente esprimere non arrivava all'insegnante per l'uso non corretto delle emozioni sostituito da ferraginose prolissità
Noi possiamo sentirle le emozioni, ma a volte non riusciamo a comunicarle bene
In quel momento ho ricordato tante mie esperienze che erano caratterizzate da questa interruzione di comunicazione e ho subito pensato che era urgente portare queste informazioni nella scuola
. Mi sono rivolta agli adolescenti.
Sapevo che arrivavo con ritardo ma era un tentativo che bisognava fare e augurarsi che qualcuno pensasse già ai più piccoli perché sappiamo che le emozioni sono già nel neonato, nel pancione della mamma-
dott.ssa Adriana Rumbolo