martedì 29 dicembre 2015

E così Heidi entrò nelle neuroscienze

Quel delizioso faccino e le gote rosse, non erano solo l'espressione di sana vita di montagna ma volevano dire molto di più: un'intensa gioia di vivere, perché la bambina poteva soddisfare il suo continuo bisogno di contatto con la natura, le sue curiosità, il desiderio di conoscere, insomma di comunicare con il vento, con la neve, con gli uccellini, con le caprette, con il suo grande amico Peter, protetta dalla equilibrata autorità e affetto del nonno. In tal modo il suo cervello emotivo e cognitivo potevano procedere in modo armonioso aumentando le loro potenzialità. E anche con il cibo che proveniva direttamente dalla natura e soddisfaceva il suo intenso dinamismo lei aveva un rapporto sano fin dall'inizio. 

Non ci si pensa mai, sembrano favole per i bambini un po' ingenuotte; noi adulti abbiamo spesso questa presunzione, che ciò che si offre a un bambino per il suo percorso di crescita tratti di argomenti non troppo importanti. Al contrario, il messaggio di Heidi è un messaggio importante che racconta della meravigliosa e necessaria comunicazione che avviene fra il bambino e il mondo che lo circonda per partire dalla conoscenza di se stessi e sviluppare così le potenzialità proprie del bambino, diminuire le sue paure, e modulare le emozioni.

Perché quindi abbiamo scritto che Heidi è entrata nelle neuroscienze? Perché accanto ad Heidi nella storia compare un'altra bambina, che si chiama Clara. Lei vive in una lussuosa casa in una grande città; un maestro privato le impartisce lezioni direttamente a casa, senza compagni di classe, il padre è affettuoso ma pochissimo presente nella vita di questa bambina e ha una severa governante, l'ossessiva signorina Rottenmeyer, e purtroppo, non si sa per quale motivo, non può camminare: sta in una sedia a rotelle Il suo cielo è ancora un soffitto. 




La storia ha voluto che queste due bambine si incontrassero, che Heidi andasse ospite a casa di Clara e lì si fermasse per qualche tempo. Le due bambine sono profondamente diverse, mentre Heidi è fermamente attaccata ai suoi ricordi della montagna, della neve, e del vento, con infinita nostalgia, Clara non sente direttamente il vento sul volto come Heidi ma le parole di Heidi cominciano pian piano a incuriosirla e a farle desiderare sempre di più di conoscere quel mondo che Heidi le descriveva così pieno di magia. I parenti decidono che anche Clara passi un po' di tempo ospite del nonno di Heidi in quella casetta di montagna. 

Nei primi tempi Clara è disorientata e impaurita, il mondo nel quale Heidi e Peter si muovono con così tanta familiarità per Clara è un mondo misterioso e pieno di paure. Per fortuna che ancora mantiene il suo ruolo di educatore affettuoso il vecchio saggio nonno. Passano così i giorni e Clara conosce sempre meglio il luogo e le persone che già erano stati amici di Heidi, finché un giorno all'improvviso riprenderà a camminare. Finalmente anche le sue emozioni sono libere e cervello e corpo hanno ripreso a funzionare insieme, ora lei sente di avere  le potenzialità che aveva conosciuto in Heidi e si avvierà verso un percorso di sereno benessere. Spesso fra compagni possono avvenire questi aiuti, oppure anche fra un animale e un bambino
Dotto.ssa Adriana Rumbolo

giovedì 29 ottobre 2015

E mozioni dal neonato all'anziano


C'era una volta.......

Ecco questa è la voce della mamma, mi piace, mi tiene compagnia  ma solo quando è dolce , quando è agitata divento agitato anch'io.
Soprattutto quando canta e ascolta la musica.o quando parla sottovoce con papà.
Dentro il pancione della mamma sentivo le mie emozioni primarie  paura, rabbia, angoscia da separazione che avevano ancora bisogno dell'aiuto della mamma per tranquillizzarmi  poi quando sono uscito dal pancione per fortuna mi sono trovata fra le sue braccia  calde   ed ho potuto fare la mia prima colazione con tanto tanto latte.
Per molti mesi la mamma ha continuato a insegnarmi a modulare le emozioni perchè solo così potevo comunicare con il mondo  Ma  ai giardini con gli altri bambini litigavamo anche ci arrabbiavamo e per fortuna i genitori ci avevano  insegnato a  conoscerle e a modularle le emozioni
A scuola elementare ho imparato tante cose ,ho conosciuto tanti amici e  sono rimasta sorpresa quando un amichetto mi dato un bacino
 Che emozione!
Ho capito ,  che bisognava usare le emozioni: sempre per imparare a memoria una poesia, per raccontare agli amici una storia, anche per la matematica e per i disegni e per la musica















Nell',adolescenza le emozioni sempre più difficili da  gestire.Avvengono tanti cambiamenti  nel corpo e il cervello non cresce più , ma si organizza al meglio, .Arriva la dopamina,  la mielina gli ormoni sessuali,  ma mi hanno detto che questo lo imparerò piano, piano  crescendo.Una cosa è certa che dopo un ragazzo e una ragazza possono , se lo vogliono dopo essere stati bene  informati,  diventare mamma e papà.






Poi quando vedo i miei nonni che si danno un bacino o camminano per la mano  penso ;che bello le emozioni  ci accompagnano dai pancione  della mamma per sempre


domenica 4 ottobre 2015

Perchè l'uomo e la donna non riescono a capirsi sentimentalmente?

E' veramente intrigante e  meravigliosa l'attrazione fra un  uomo e una donna.
Vari neurotrasmettitori, ormoni sessuali e altre sostanze si attivano maggiormente inondando i due soggetti di  euforia, gioia di vivere,progettualità  acuendo la percezione  dei cinque sensi:  la realtà così percepita porta quasi sempre all'inevitabile congiungimento consenziente e momentaneamente liberatorio
. Ma la coppia dove tutto aveva concorso all'unione emotiva , affettiva, erotica poi nella maggioranza dei casi dopo poco tempo essendo,  sembra,  di natura non  monogama vorrebbe prendere percorsi diversi.
.   La donna , negli ultimi anni cominciando proprio dai banchi di scuola ha avuto una rapidissima crescita non in competizione con il maschio, ma per le sue naturali potenzialità pur continuando a fare figli.
 Piano piano ha cominciato a dubitare che l'uomo, forse come quello delle caverne,  non era riuscito ancora a capire la relazione fra atto sessuale e maternità
Lui secondo natura aveva donato alla donna il suo seme ,poi la femmina avrebbe avuto tutti i mezzi naturali per portare avanti la sua gravidanza(per fortuna che  il DNA ha finalmente chiarito come stavano le cose).
Quante volte ho guardato con interesse , in documentari l'incontro di un leone e di una leonessa quando la natura gli permette di messaggiarsi il codice dell'amore.
Si annusano a lungo, la femmina gli mostra tutte le sue grazie poi per un giorno si accoppiano con una certa frequenza e  il maschio dopo essere rimasto un paio di giorni accanto alla compagna scompare nella savana.
Si dice che il nostro comportamento potrebbe essere simile.
Alla femmina spetta portare avanti la gravidanza anche nelle situazioni più difficili poi il parto al quale si prepara cercando la tana più calda e comoda per i suoi cuccioli che libera dalla placenta appena nati:li pulisce , li asciuga e poi la allatta. Fra una poppata e l'altra cerca affannosamente il cibo e così li cresce non trascurando la loro educazione
.Quando avranno raggiunto la completa autonomia li abbandonerà , senza voltarsi indietro 
.Il maschio non  sa niente dell'intensa storia fra mamma e cuccioli Sto scrivendo di una specie non monogama come la nostra.Avevo in classe una studentessa di sedici anni in attesa di un bimbo
. Il suo ragazzo che aveva un anno in più dopo averle proposto l'aborto per la loro giovane età pur riconoscendo il bambino  aveva ripreso la sua vita con gli amici.
Quando suonava la campanella dell'intervallo, lui correva a giocare a pallone con gli amici ,lei rimaneva pensierosa in classe
 Nella coppia quando la convivenza e i figli gettano le basi per costruire una famiglia spesso di ogni cosa che non va si cerca un colpevole,   alimentato solo da pregiudizi che si tramandano ormai da lungo tempo;gli uomini sono tutti traditori, sono tutti mammoni, non collaborano e se si vuole sottolineare un aspetto negativo di un figlio sicuramente gli è stato trasmesso dal padre.La stessa cosa per la donna
Forse pecchiamo un po' di presunzione, pensiamo di essere noi a fare e decidere tutto
,Se qualche volta ci assalisse il dubbio che la natura aveva fatto le cose diversamente e che noi nell'illusione della fede assoluta nella nostra intelligenza l ' abbiamo stravolta e forzata  come quando si costruisce una casa su un terreno franoso?
Se riuscissimo a vederci meglio , come realmente siamo e da quale storia arriviamo potremmo fare crollare molti pregiudizi e divenire più solidali e comprensivi fra noi  e finalmente più autonomi e maturi
Forse cesserebbe la caccia al o alla colpevole e ricorderemmo più spesso il finale della famosa novella di Dostoevskìj "La mite";uomini amatevi  perchè siete soli sulla terra, amatevi!

Dott.ssa Adriana Rumbolo

venerdì 4 settembre 2015

Se ti ama non ti picchia, non basta...

Questa frase  si sente ripetere ogni volta che avviene un  femminicidio.
 Seguono i consigli di andare in ospedale per legalizzare la violenza subita e denunciare l'uomo , subito,  alla prima volta.
Comportamenti violenti sulla propria donna sono spesso  anticipati da bruschi cambiamenti di umore sproporzionati alle cause contingenti e  non vanno assolutamente sottovalutati.
Sono la spia di, grave e pericoloso disordine emotivo.
Gli uomini che sono portatori di rabbia o di violenza compressa, spesso avvicinano donne ingenue, fragili  a cui  l'ambiente familiare ha impedito  di prendere coscienza e di imparare a gestire i loro meccanismi difensivi
 ,Nel primo approccio questi uomini sono quasi sempre gentili  raccontano di una infanzia travagliata .Parlano alla malcapitata come della loro salvatrice in modo che una donna prima di lasciarsi andare a un' esperienza sentimentale più importante non si accorga di niente.
In alcuni casi per nascondere la propria sessualità che soffre di forte insicurezza  le dirà che non osa molto con lei per dimostrarle il suo rispetto.
Può piangere facilmente parlando di infanzia difficile , di un genitore cattivo cominciando a  sensibilizzare il tasto della pietà e attivare  da subito in lei dei sensi di colpa se non riuscisse ad aiutarlo come lui chiede .
Non appena la relazione sarà più ufficiale  ecco che lui comincerà ad avere bruschi cambiamenti di umore  facili insofferenze sproporzionate alle cause.
La sua violenza psicologica piana piano avvolgerà la donna  creandole il vuoto intorno isolandola
 dalla famiglia e dalla amiche.
 Poi spesso partendo da un futile motivo anche inventato alzerà le mani con violenza crescente:avanzerà  richieste sessuali particolari e al rifiuto della compagna la violenterà.
Non  basta dire alla donna ;se ti picchia non ti ama.ma spiegarle bene che chi si comporta così è un uomo con gravissimi e pericolosi disturbi comportamentali e quindi è necessario  chiedere l'intervento di un medico per avere nella crisi acuta un supporto farmacologico che sarà seguito da una psicoterapia finalizzata alla rieducazione dei gravi disturbi comportamentali originati da emozioni sfuggite a qualsiasi controllo.
Quel soggetto non ama solo lei , non ama nessuna donna  perchè non ha la capacità di amare è un anaffettivo che mentre usa violenza su moglie e figli ha già pronta la sua giustificazione;sono stato costretto a comportarmi così  perchè  loro mi hanno provocato , non hanno fatto fanno come io ho detto di fare e allora dovevano pagare
Io non ho fatto niente.
Lui è talmente fragile  con un'autostima bassissima  che non può dire ;io sono il colpevole:
Negli anni precedenti si è preparato a difendersi con una abilità che spesso può ingannare anche professionisti molto preparati.
Quindi non abbiamo solo un soggetto  violento ma anche un abilissimo manipolatore con una risorsa infinita di bugie, di menzogne che rendono più minacciose le sue parole per trasmettere alla sua compagna e ai figli che non hanno vie di scampo.
Spesso questi soggetti  fuori di casa sono gentili buoni compagni e  persone irreprensibili.:si organizzano per avere una buona immagine qualora la moglie parlasse.
Quindi la donna ai primi segnali di repentino cambiamento di umore,  alle prime violenze psicologiche o corporali si rivolga subito a un medico , a un centro antiviolenza
  So che molte donne non riescono a chiedere  aiuto  perchè  in tempi lontani specialmente  nella famiglia di origine sono stata silenziate  e hanno  poca stima di sè ,ma fatto il primo passo tutto le diventerà più facile. pensando ai  figli che stanno subendo la stessa violenza anche se lei cerca di nasconderla
Questo  si può verificare anche fra una donna e un minore o fra un capoufficio e un dipendente se non si chiederà aiuto subito.
   Solo una tragedia  può fermare quelle brutte storie
Dott.ssa Adriana Rumbolo

venerdì 28 agosto 2015

Equilibrio emozionale Così Roy Martina cura i disturbi dell'anima

E' difficile definire correttamente le emozioni. Si tratta di sentimenti che indirizzano le nostre azioni verso determinate situazioni. Roy Martina, medico e psicologo di fama internazionale, a Salerno all'incontro promosso da Giovanna Tortorella ed organizzato dall'Ismess, struttura dedicata alla formazione della Casa di Cura Tortorella di Salerno ha spiegato la sua attivitá maturata nel corso di una carriera più che venticinquennale, nella quale fonde medicina tradizionale e quella orientale e alternativa.

Dottore in che modo le emozioni possono tenerci in ostaggio, anzichè lasciare a noi stessi il controllo della situazione ? Ogni qualvolta proviamo un'emozione, si crea in noi un accumulo energetico che deve essere liberato. Provare emozioni è diverso che esprimerle: solo in quest'ultimo caso si è in grado di liberare tale energia. Le emozioni, se soppresse o negate, possono diventare causa di stress e malattie croniche.

Dobbiamo imparare ad affrontare alcune di esse che, se soppresse o mal gestite, generano un'implosione della nostra energia, tale da essere somatizzate con disturbi psicofisici. In cosa consiste l'equilibrio emozionale? Il raggiungimento dell'equilibrio emozionale è una delle vie più veloci per raggiungere il benessere. Esso consiste nella gestione ottimale delle emozioni e rappresenta una soluzione a molti disagi, tra cui stati d'animo improduttivi come paure, fobie, stati d'ansia, stress.

Oppure dolori fisici come mal di testa, mal di denti, mal di mare, ecc.; inoltre esso consente di ottenere una maggiore autostima, rispetto e pace interiore. Può farci qualche esempio pratico? Prendiamo ad esempio la paura. Essa si basa sull'idea che possiamo perdere ciò che è più prezioso per noi. Io la definisco la maggiore responsabile della malattia. Gli organi "toccati" da questa emozione sono la vescica ed il rene. Ad essa sono riconducibili l'insicurezza, l'indecisione, la sfiducia. Come possiamo gestirla? Innanzitutto dicendo a noi stessi che ci accettiamo con tutta la nostra paura ed insicurezza; inoltre, possiamo concentrarci sulla respirazione.

Io suggerisco di inspirare lentamente contando fino a sette e, nel contempo, spingere in fuori l'addome; trattenere il respiro contando fino a tre ed espirare quanto più lentamente e gradualmente è possibile, spingendo contemporaneamente l'addome verso l'interno. Qualche altro esempio? Vediamo un'altra emozione molto dannosa: la rabbia. Se repressa o mal gestita, è estremamente dannosa per il nostro cuore e per tutti gli altri organi vitali: sono ben quattordici i distretti corporei che vanno in contrazione e vanno compromessi dall'accidia. Ad essa sono connesse la frustrazione e l'irritazione. Come possiamo gestirla? Possiamo risolvere il conflitto interiore affermando: "Amo profondamente me stesso e accetto la mia rabbia" e imparare a perdonare.

Domenico Della Porta


domenica 16 agosto 2015

L'adolescenza denuncia i gravi disagi emotivi dell'infanzia


...”Io di paure ne ho tante, per esempio il buio silenzioso, cioè il buio dove non vedi proprio nulla e non senti nulla, come se fossi un cieco/a e un sordo/a, ma c'è una sola paura che mi assale sempre e mi fa pensare molto; quella di essere sola, non avere nessuno che abbia fiducia in te e che quando hai un problema non ti stia vicino o che non ti consigli, in poche parole essere sola senza nessuno.

Sesso;F
Età;15 anni


“Penso che una delle mie paure sia una paura delle paure di tutti i ragazzi della mia età, cioè non essere accettati dagli altri per come si è realmente; io sono molto timida, ma cerco di nascondere questa mia timidezza cercando di essere spigliata ed estroversa
A volte però gli altri mi sembrano così diversi e penso molto spesso di non piacere a nessuno (per esempio hanno più libertà di me e questo mi fa sentire un po' esclusa dal resto del gruppo). Un'altra delle mie paure, anche se può sembrare sciocca, è quella di non essere all'altezza delle aspettative che gli altri hanno su di me, credo sempre di fare meno di quello di quello che gli altri si aspettano che io faccia.
Tutti anche i miei genitori pensano che io sia una persona molto forte e che non me ne importi niente del giudizio della gente, ma non è così.
Io ho molti dubbi e molte paure, sono molto insicura anche se l'immagine che ho dato di me stessa, come ho detto prima, è diversa dalla realtà.
Sono chiusa e introversa e per questo penso di essermi “dipinta” in un altro modo, per non far capire agli altri le mie debolezze”.


Sesso:F
Età 15 anni


Io  ho paura di tante cose ma la più grande è di essere giudicata da altre persone in modo negativo, ho sempre avuto questa paura e credo che non mi andrà mai via, forse dipende dal mio carattere timido che tende a bloccarmi.


Sesso; F
Età 15 anni



La paura è uno stato di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo.
Questa sensazione è bene che si presenti in ogni uomo perchè è fondamentale per scansare situazioni di pericolo e talvolta nasce per istinto di conservazione in una situazione di estremo pericolo-
Alcune volte però la paura indica un atteggiamento preoccupato e sospettoso e esso porta a prendere precauzioni per lo più immotivate.


Sesso:F
Età: 14 anni


La paura coinvolge tutti dal bambino all'anziano, dal debole al forte, dal ricco al povero, è un male di cui godiamo tutti.
Ci tiene in trance  per quanto vuole, si prende gioco di noi,  ci sfrutta a suo piacimento perchè lei è la paura, quella cosa  che primeggia nei nostri cervelli e ci fa sentire come teneri folli bambini , soddisfatti dentro e ovattati nell'infanzia.




Sesso:M
Età:15 anni

Quando ho letto che una delle paure più ricorrenti negli adolescenti è quello di non sentirsi accettato dagli altri per come è veramente , ho pensato  che queste paure non fossero arrivate con l'adolescenza.
L'adolescenza forse le aveva evidenziate e aggravate, ma sicuramente avevano radici molto lontane nel tempo ed è un bene quando i ragazzi ne parlano.
I bambini, i ragazzi non sono abituati ad essere ascoltati.
L'ascolto anche del silenzio è già una conferma del nostro esistere, e non è poco.
Se non c'è ascolto  la droga potrebbe offrire l'illusione  ingannatoria dell'oblio ai tormentati conflitti.
Da "Il cervello emotivo nella scuola" della  dott.ssa Adriana Rumbolo


mercoledì 12 agosto 2015

Madre, per quanto?

Una giornata afosa d'estate e un dubbio che non vorrei più fosse tale,  che rimetteva in discussione il ruolo di "madre",  mi guidano a scegliere nello scaffale  di una libreria "Le mani della madre"ed. Feltrinelli  di Massimo Recalcati "
Mi basta il messaggio della copertina per acquistarlo ; in un gioco di bianco e nero la foto di un bambino diafano , indifeso sorretto ma non costretto da due grandi mani forti e scure ,
Da un po' di tempo mi capita di frequente di ascoltare madri che mi raccontano che dopo una separazione il bambino -adolescente (5, 7, 10, 18 anni) è tornato a dormire nel lettone con loro,
In un primo momento affermano  che è stato il bambino-adolescente  a fare questa scelta, ma poi guardandomi negli occhi aggiungono:ormai non so più  se è solo lui  che non vuole tornare nel suo letto o sono io  che  preferisco rimanga con me . In fondo è  ancora  un bambino!
Anche quando non c'è una separazione  può avvenire.
Una mamma parlando in generale;ma sa che la sera il  mio  bambino(14 anni)mi raggiunge nel lettone dove io mi sono buttata per la stanchezza di una giornata di lavoro;mamma posso mettermi qui per ripeterti una volta storia ,una volta una poesia,..
Sono ben contenta di contribuire al suo rendimento scolastico,
.Dopo poco si addormenta e quando arriva mio marito per andare a letto  gli consiglio di andare nella cameretta vicina dove c'è un lettino e gli spiego che domani mattina deve andare a scuola e sarebbe un vero peccato svegliarlo
Si è vero , dopo la separazione  ha preso l'abitudine di dormire nel lettone, ma è un bambino:ha solo 18 anni!
Potrei continuare ma preferisco rivedere il ruolo di "madre"
Quando la donna scopre di essere incinta senza accorgersene scivola in un altra dimensione isolata dal mondo  scandita da sensazioni   nuove , misteriose ma soprattutto sorretta da risorse positive dove finalmente è il corpo il  protagonista;.
In quel periodo le emozioni migliori sono padrone del campo e guidano  la donna che le accetta ricevendone benessere  e una leggera euforia
.Appena il feto  con un soffio appena percepibile  annuncia la sua presenza  madre   e figlio saranno sempre in contatto e la madre comincerà il suo accudimento anche quando cercherà le posture più comode per il bambino  che le cresce dentro  e si accarezzerà con protezione e tenerezza quel pancione che fino a pochi mesi fa non conosceva e ora le sembra così naturale.
La madre è lo strumento che la natura usa per portare avanti la vita attraverso l'amore
Nei primi mesi . nel primo anno di vita del bambino la madre è importantissima ,  ma da una presenza così eliocentrica dovrebbe piano , piano  in punta di piedi  assentarsi.
Il bambino che ha già conosciuto la figura paterna  per le assenze salutari,   della madre si rivolgerà di più al padre.
Anche per il padre non è un ruolo facile
Ricordo che a scuola quando conducevo incontri con studenti dai 12 ai 16 anni  per fornire loro informazioni sul cervello in generale e sul cervello emotivo in particolare,  con grande interesse dei ragazzi,   facevamo anche delle piccole rappresentazioni  per capire meglio-
In questo caso un ragazzo si metteva in piedi davanti alla cattedra e recitava la parte del figlio , un altro ragazzo  interpretava il padre.
Il "padre" si poneva a fianco a significare il dialogo  continuo,  senza  competizione accentuata ,  un passo indietro per permettere al figlio   di rafforzare  la propria autostima nel fare  esperienze nuove, da solo , ma non abbandonato o un passo avanti  per offrire e non imporre le proprie esperienze
I tagli,le assenze della madre quando cominciano sempre per amore del figlio e a favore della vita?
Mentre aspettavo il mio primo figlio mi aiutava  in casa  una tata venuta dalla campagna una donna veramente fantastica
La consiglierei a ogni mamma in attesa
.Sua madre che aveva avuto dieci figli ,  quando si accorgeva  che il parto era prossimo , mandava gli altri figli a cercare una vicina per aiutarla,  poi si metteva a letto con accanto un paio di forbici e un gomitolo di spago.
Quando rientravano gli altri figli con la vicina, lei aveva già partorito , aveva provveduto a legare e tagliare il cordone ombelicale .
Io la guardavo sbalordita , ma la tata molto serenamente , con la sua pronuncia umbra mi diceva:" se mamma non avesse fatto così, il figlio sarebbe morto."
L'aveva fatto per amore come qualsiasi madre quando decide necessarie  le sue assenze,  nel momento e nel modo migliore , come tagli  che la faranno tornare meno madre ma più donna e daranno al figlio  come dono d'amore  la possibilità di essere un uomo più equilibrato   nel suo percorso di vita emotiva-affettiva-sessuale
Si il libro di Massimo Recalcati mi è piaciuto.
Dott.ssa Adriana Rumbolo..

sabato 1 agosto 2015

Raptus o corto circuito emotivo

Negli ultimi tempi per le maggiori informazioni che riceviamo si è sentito molto parlare di delitti efferati, uccisioni incomprensibili con  comportamenti dell 'assassino,o degli assassini sempre più gravi e violenti,
Ne  parlano molto in televisione,  la cronaca è piena di articoli  di professionisti come psicologi, psichiatri, criminologi ma quello che mi stupisce è che in questi esperti predomina sempre il proprio "io",Se si parla di adolescenti predomina l'io adulto se si parla di un assassino prevale sempre  la propria opinione che riflette , naturalmente il loro percorso interiore
Ora un po' meno ma prima veniva tutto catalogato come un "raptus",
Finalmente , recentemente una psicologa ha esclamato":insomma diciamolo pure che   non si presta la dovuta attenzione all'educazione e alla gestione del percorso affettivo-emotivo-sessuale dei nostri ragazzi che quindi  mancano della conoscenza e della gestione delle emozioni.
Le emozioni  che possono essere positive o negative e soprattutto quelle che del nucleo primario del cervello  come la paura, la rabbia, l'angoscia da separazione non sono cambiate  nonostante siano passati migliaia , migliaia di anni mentre altre parti del cervello hanno fatto dei percorsi molto importanti specialmente con la tecnologia , ma è sempre sufficiente un'emozione non ben modulata per distruggere secoli di storia in una manciata di secondi
Vediamo con stupore  in video, in televisione come opere d'arte meravigliose, opere maestose che hanno segnato la storia e per secoli sono state testimoni di cosa  l'uomo è stato capace di creare con i materiali più vari via via che ne veniva a conoscenza influenzati da un momento storico vengano abbattute quando dei soggetti  guidati solo da un'emozione scontrollata per la rabbia distruttiva o per ossessioni compulsive figlie della paura  che hanno tracimato nei loro cervelli per  un tempo breve.
Quando ho sentito con tanta superficialità usare la parola "rottamare" in una lingua  che gode di precisione e di sintesi. sono rimasta stupita:.ma allora  perchè   il cervello ci offre , la memoria a lungo termine che se si ammala ,(alzheimer) cancella addirittura la nostra identità e gli scienziati la stanno studiando tanto per quanto è importante.
Perchè  non usare "potare" come fa naturalmente il cervello quando elimina  SOLO ciò che è diventato in sovrannumero  per fare posto a vere cose nuove e più necessarie., rispettando un filo conduttore  di cui la nostra storia ha bisogno.
Quando la psicologa ha detto: I nostri ragazzi hanno un vuoto emotivo"ha detto una frase tragica   perchè vuol dire che  l'educazione del percorso emotivo è stata ignorata in famiglia, a scuola eppure il cervello emotivo  è come le fondamenta di una costruzione che dipende dal loro equilibrio.
Quando la psicologa ha espresso il suo pensiero  lei non ha proseguito su cosa si può fare per rimediare a questo vuoto; c'è , in questi salotti, come  la commemorazione di quanto avviene ma sembra manchi la voglia di capire meglio e se possibile ottenere piccoli miglioramenti.
Io vorrei sentire;Alla luce delle nuove scoperte delle neuroscienze sul cervello in generale e in particolare sul cervello emotivo possiamo fare in modo che famiglia e scuola ricevano informazioni scientifiche circa l'educazione delle emozioni e i ragazzi a seconda dell'età partecipino di queste informazioni attraverso il dialogo e che i programmi delle varie discipline   siano in sintonia con la struttura cerebrale per migliorare  comportamento e apprendimento.Non si parla di ricerca della felicità quell'illusione la lasciamo alla bellissima canzone di Gino Paoli "Una lunga storia d'amore" dove due soggetti   nell''innamoramento possano credere che  avvolgendosi nella loro passione dopo averla isolata dal mondo possano vivere un'eterna storia d'amore .Penso che ci si accontenterebbe di raggiungere un equilibrio emotivo che riduca i più gravi e delittuosi episodi a danno nostro o altrui.
Dott.ssa Adriana Rumbolo
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domenica 26 luglio 2015

Dopo la Buona famiglia, la Buona scuola

Spesso quando viene celebrato un matrimonio i due sposi portano la loro dote: una casa,  un gioiello di famiglia ma soprattutto si portano in dote tutto il loro percorso di crescita che racconta di momenti di felicità,  episodi importanti  o meno ma anche,  è inevitabile,   conflitti emotivi , affettivi  rimasti irrisolti e che proprio la nuova vita insieme, esperienza tutta nuova,  farà  affiorare con meraviglia dei soggetti che partendo in quarta si accuseranno  non pensando che certi comportamenti possono avere radici lontane nella loro infanzia proprio quando avvengono le operazioni più significative.
Sarebbe opportuno capire meglio, approfondire e non sperare troppo nei cambiamenti radicali e improvvisi
.La coppia ha bisogno che il suo percorso  soprattutto emotivo e affettivo, sessuale abbia ricevuto le giuste attenzioni e abbia potuto esprimersi nella comunicazione intensa  con l'ambiente prima di tutto in famiglia
. Tanto sono importanti i primi anni nel percorso affettivo, emotivo, sessuale e questo trova il suo naturale proseguo proprio nella scuola
.  Scuola e famiglia sono strettamente legate.
 La scuola è un grande sensore dei disturbi affettivi emotivi, sessuali e questi si riflettono negli atteggiamenti comportamentali e nell'apprendimento.
 Quindi la scuola sia a conoscenza  che il cervello accetta programmi di cultura varia  se può  scomporli e ricostruirli con le esperienze precedenti personalizzandoli  nel cervello del soggetto  perchè goda  di una crescita più libera ed equilibrata aumentando l'apprendimento,   rafforzando l'identità , l'autostima.nella naturale socializzazione scolastica.
dott,ssa Adriana Rumbolo

venerdì 26 giugno 2015

Adolescenti malati di sesso online

  1. Adolescenti "malati" di sesso online  IL 25%  dei giovani tra i quattordici e i sedici anni passa troppo tempo collegato a siti porno vietati ai minori di 18 anni con il rischio per di più di sviluppare disfunzioni sessuali,  le più frequenti: eiaculazione precoce e diminuzione del desiderio. I dati elaborati dalla Società italiana di andrologia medica e medicina della sessualità (Siams) sono stati presentati alcune settimane   fa   dall' istituto progetto uomo in occasione del Festival dei saperi educativi e dimostrano che passare ore e ore davanti ad immagini porno può causare patologie come la dipendenza dal sesso e la porno dipendenza.   Dalla ricerca  emerge che dal 2005 ad oggi il numero il degli habituè di siti porno è quasi raddoppiato da 5 a 8 milioni in Italia D i questi  il  10% è costituito da minorenni".La dipendenza dei sessi non è un fenomeno nuovo ha spiegato lo psicologo  Stefano Bovero, si tratta di un comportamento caratterizzato da un desiderio sessuale anomalo   che coinvolge l'attività del pensiero a tal punto da interferire seriamente con le normali attività quotidiane e persino da non consentire più di perseguire altri scopi nella vita.Oggi questo disturbo è stato inserito tra le nuove  dipendenze in quanto ha considevorelmente aumentato la sua ancorchè sottovalutata e  drammatica incidenza sociale".La pornodipendenza ,invece  continua Bovero  appare come una particolare estensione autoerotica dello stesso aspetto compulsivo,Dalla ricerca emerge che dal 2005 ad oggi il numero degli abituè  di siti porno è quasi raddoppiato da 5 a 8 milioni in Italia.Passare troppo tempo davanti ad immagini erotiche inoltre può provocare una diminuizione del desiderio sessuale. Il calo del desiderio è dovuto al fatto che la pornodipendenza abitua il soggetto a fare tutto da solo spiega lo specialista e lo disabitua a contesti affettivi reali  eliminando la corrente di tenerezza.La pratica esasperata dell'autoerotizzazione mediata dalla pornografia favorisce il calo del  piacere e del desiderio erotico verso un autentico  oggetto d' amore.L'eiaculazione precoce conclude Bovero obbedisce alla stessa logica risolvendo in fretta l'incapacità relazionale del soggetto le cui risorse neurologiche vengono progressivamente consumate modificando la chimica cerebrale.Federico Tonioni direttore del centro per le psicopatologie da web del Policlinico Gemelli di Roma autore del manuale "  Psicopatologie web!  mediata dipendenza da internet e nuovi fenomeni dissociativi spiega che l'80% dei nostri pazienti sono proprio i ragazzi dai 12 ai 25 anni fruitori di chat social-netuork e giuochi di ruolo.Ebbene  nei giovani la relazione web mediata può portare a una dissociazione del rapporto mente.corpo in pratica spiega nel cibersex  manca la fase della formazioneIL sesso via web mette al riparo da emozioni, sensazioni, ma anche da problemi di quello reale.Ci si spoglia e si fa texting mandando immagini hard per avere ricariche ma poi dal vivo si è in imbarazzo perchè non si tratta di esperienze reali ecco che il pericolo è quello di un blocco , una timidezza estrema con gli altri in carne ed ossa che porta a una nuova fuga liberatoria sul web. Tonioni è convinto che sia in corso un'evoluzione del modo di pensare e comunicare specialmente tra i nostri adolescenti che di fatto sono stati i primi nativi digitali ovvero quei bambini che non hanno conosciuto un prima del compiuter e sono entrati da subito in relazione con il mondo globale dove le variabili spazio tempo sono vissute  in modo sostanzialmente diverso rispetto al passato  Lo stesso vale per le relazioni e il sessoI nostri  giovani pazienti passano connessi e ad internet tutto il tempo disponibile:hanno nella maggior parte dei casi compromesso il proprio iter scolastico o universitario, presentano stati dissociativi prima rispetto al corpo fisicamente inteso e poi a carico della propria identità e manifestano un incremento dell'ideazione paranoidea  una difficoltà specifica nel vivere le emozioni e quindi la comunicazione non verbale fino ad un progressivo ritiro socialeRagazzi che non hanno la consapevolezza di avere un problema tanto che spesso vengono scortati dai genitori presso il nostro ambulatorio dove poi nella maggior parte dei casi tornano spontaneamente La Stampa Mamme 2013

mercoledì 17 giugno 2015

L'importanza della figura paterna nei bambini

La figura paterna è un punto di riferimento etico e di traenza sociale per ogni adolescente. Se viene meno tale riferimento, se la figura paterna si offusca o se il suo ruolo diventa fragile o manca del tutto, il cammino dei figli si fa incerto provocando in loro inquietudine e smarrimento. 
Molto presto inizia il bisogno di questo punto di riferimento, quando un bambino si avvia ai 3 anni è naturale che si rivolga di più alla figura materna, ma è proprio allora che c'è bisogno che il padre viva il suo ruolo in modo completo. Il bambino sente la necessità di affidarsi a lui, di poter conversare e di guardarlo in volto senza timore e senza riserve, per trovare sempre nuove rassicuranti conferme.  Si tratta di un compito spesso arduo che spetta in prima persona al padre.La sua è una figura che rappresenta agli occhi del figlio l'universo maschile in cui dovrebbe predominare la norma, la legge e soprattutto l'indipendenza dai vincoli ricattatori e incestuosi che stanno alla base della disarmonia nello sviluppo:il padre è equiparabile a un rifugio sicuro.Se la figura paterna è così necessaria per acquisire una profonda identificazione , spinta indispensabile per l'entrata nel sociale, perchè tanti ragazzi hanno un vero rifiuto nel relazionarsi con la figura paterna?Lo si nota in alcune situazioni di protesta sociale a volte anche violenta dove l'autorità andrebbe intesa come controfigura del padre e vissuta come avversario da combattere o da rifuggire , un rifiuto che sa tanto di richiesta esasperata dovuta alla sua mancanza.La sicurezza che deriva  da una figura paterna è affidabile e assai importante per lo sviluppo relazionare del ragazzo.Infatti è  è la sua figura più adatta a fare da guida e da spalla per affrontare la realtà e confrontarsi con il mondo esterno, contribuendo così a formare nella sua mente un modello di riferimento diverso da quello materno primigenio.La figura paterna rappresenta simbolicamente la legge e l'autorità, parola latina "autctoritas che deriva dal verbo augeo che significa "far crescere."Egli è la norma, la mano forte che protegge, la roccia che non crolla, il braccio forte che stringe e che ognuno di noi, sin dall'infanzia, ha portato dentro di sè  interiorizzandolo come modello.Evi Crotti 

sabato 13 giugno 2015

Quando interrompere l'allattamento?

Allattare… fino a quando?

Ciuccia che ti ciuccia, siamo arrivati a 19 mesi di allattamento… Quando allatto in giro ci sono sempre sguardi di disapprovazione, di stupore, di meraviglia e quasi mai di complicità e di rassicurazione… come se stessi facendo una cosa sbagliata, come se la mia bambina fosse troppo “grande” per poppare. Ma invece i bambini che non sono più (o che non sono mai stati) allattati possono tranquillamente avere il loro ciuccetto fino ai 3-4 anni… quello sì che è lecito! Spesso le persone pensano e agiscono conformandosi alle credenze della “cultura” di massa senza farsi troppe domande… Io di quella “cultura” non faccio più parte da tempo, e ne sono molto felice! Le scelte che ho fatto e che faccio ogni giorno nel crescere mia figlia non sono frutto di un capriccio temporaneo, di un’improvvisata “diversità”… Per esempio, non ho scelto di allattare fino a tot mesi, a tot anni, ma semplicemente sto seguendo ciò che la mia bambina mi chiede, sapendo che le sto facendo del bene.
I bambini non hanno bisogno del latte materno per un periodo che possono decidere pediatri e esperti, perché il latte materno non è solo un insieme formidabile di sostanze nutritive che si adeguano al fabbisogno del bambino man mano che cresce, ma è anche un mezzo per sentire il calore e la sicurezza del contatto con la mamma. E ci tengo a precisare che il latte materno è un’ottima fonte di nutrimento per il bambino, ben oltre il compimento del primo anno d’età!
Alcuni bambini spontaneamente decidono che non hanno più bisogno di poppare, quindi si svezzano abbastanza presto, e va benissimo così. Ma altri bambini hanno bisogno di un contatto più prolungato con il seno materno, e credo che sia un vero gesto d’amore andare incontro alle loro esigenze ascoltando e soddisfacendo le loro richieste. Certo, per la mamma deve essere un piacere e non una cosa che sceglie di fare solo per “dovere”, perché in quest’ultimo caso continuare il rapporto di allattamento non avrebbe senso. Il bambino lo sentirebbe, e potrebbe reagire chiedendo ancora di più di ciucciare, esasperando in tal modo la mamma che già è in difficoltà… Se la mamma di un bambino “grandicello” sente che per lei allattare sta diventando una cosa che le pesa e che non è più un piacere, io credo che dovrebbe cercare di capire se è veramente l’allattamento che le pesa, o se sono invece le pressioni esterne, o se ci sono altre motivazioni per cui non riesce ad andare avanti tranquillamente. Se proprio è sicura che la cosa migliore sia smettere di allattare, forse potrebbe trovare un modo “dolce” per diradare sempre di più le poppate, ma senza prendere in giro il bambino o togliendogli il seno di colpo. Il consiglio che si dà di solito (La Leche League) in questi casi è quello di “non offrire e non rifiutare”, e se il bambino è abbastanza grande si può provare a non allattare più di notte (dicendo al bambino che da quella sera il latte si prenderà solo prima della nanna e poi al mattino, e naturalmente offrendo un’alternativa in caso di risveglio: essere cullato, un bicchier d’acqua, una coccola…). Insomma, i modi dolci possono essere molti, ma nel mio cuore spero che sempre più mamme decideranno di aspettare il momento giusto per il loro bambino, il momento in cui spontaneamente non cercherà più il seno, e in cui avrà soddisfatto in pieno il suo bisogno di latte di mamma.
Spesso è difficile andare avanti, perché hanno il sopravvento la paura del giudizio, il timore di non fare le cose “giuste” che indicano i pediatri o certi “esperti”, i consigli della nonna, la stanchezza, la solitudine… La stanchezza c’è, certo, ma non è l’allattamento! Anzi, io trovo che spesso il fatto di allattare mi abbia garantito molte pause in più, molti più sonnellini della mia piccola che mi davano il tempo di leggere un libro mentre lei poppava e poi dormiva… e così via. E’ proprio il fatto di essere mamma che provoca stanchezza, ma non certo l’allattamento!
L’allattamento può diventare “faticoso” (più per la dipendenza del bambino dalla mamma, che non per la stanchezza fisica, secondo me) specialmente in momenti in cui le poppate aumentano, per motivi diversi (malattia, cambiamenti, …), ma in quei momenti si può pensare che comunque le difficoltà passeranno, e man mano che il bambino cresce sarà sempre più in grado di affrontare le piccole prove della vita anche senza fare riferimento al rapporto di allattamento. Avrà interiorizzato tutto l’affetto e il calore della mamma ricevuto fino a quel momento, e potrà andare nel mondo… senza la tetta di mamma! Prima o poi tutti i bambini smettono di poppare, su questo non ci piove! E io credo che rispettare in pieno le esigenze dei nostri cuccioli, con un po’ di pazienza e pensando che poi ricorderemo con nostalgia questo periodo della nostra vita di donne, non possa che far crescere sereni i bambini di oggi, che saranno gli adulti di domani. E che, spero, potranno vivere nel mondo in modo diverso da come stiamo facendo noi, con più rispetto e amore per le esigenze del pianeta, così come è stato fatto con loro

venerdì 12 giugno 2015

Effetti terapeutici di animali domestici sull'autismo



Lo studio svolto presso l’Università Missouri-Columbia da Gretchen Carlisle e dai suoi ricercatori, ha infatti dimostrato che i bambini autistici, che hanno in famiglia e quindi in casa, un qualsiasi tipo di anima.

Da tempo gli esperti si occupavano di approfondire gli effetti terapeutici di animali domestici sull’autismo, in relazione alla convivenza e in termini di attaccamento ed affetto; studi e ricerche che hanno visto un primo studio pubblicato a ottobre, che aveva rivelato correlazioni positive per l’affezione al cane ed uno più recente, estesa alla presenza di animali domestici di diverso genere, che hanno conseguito comunque benefici di pari valore.

Gretchen Carlisle ha intervistato 70 famiglie con un minore autistico, con età compresa fra gli 8 ed i 18 anni, ed ha rilevato che i bambini che avevano un cane hanno totalizzato punteggi medi più alti nelle abilità sociali con la scala standardizzata “Improvement system rating scale” e coloro che possedevano in genere, un qualsiasi animale domestico (cani inclusi) avevano un punteggio più alto nella sottoscala relativa all’asserzione.

Gli studiosi, che va precisato essere specializzati nella interazione uomo-animale, che operano presso un centro di medicina veterinaria, hanno altresì sottolineato che se il bimbo ha sviluppato un attaccamento verso l’animale, questi può essere usato quale mediatore della comunicazione, cioè il bimbo sarà più propenso a rispondere a domande che gli vengono poste sul suo animale domestico.

D’altro canto è da considerare essere sicuramente vero che gli animali usano codici comunicativi preverbali, di immediato impatto sui soggetti con difficoltà di comunicazione verbale e che un frequente errore umano commesso coi soggetti autistici, è quello di reiterare una consegna verbale inascoltata (che continuerà a restare inascoltata), mentre di contro, avvicinarsi, toccare, condurre ed esemplificare il gesto o il comportamento desiderato, come invece fanno gli animali, può essere molto più efficace”.


mercoledì 10 giugno 2015

La buona scuola




Gli animali avvertono i terremoti prima dell'uomo?

Gli animali, a detta degli studiosi, sembrano avvertire il pericolo prima degli esseri umani. Tra le tante ricerche effettuate in merito, troviamo quella di un team di ricercatori cinesi che ha studiato le anomalie del comportamento animale prima di un evento catastrofico, in questo caso il terremoto.



Gli animali avvertono i terremoti prima dell'uomo?


















Gli studioso hanno notato come prima del verificarsi di tale evento, molte specie di animali mostravano di essere agitatissimi; i cavalli nitrivano e si dimenavano come impazziti cercando di scappare, i serpenti cercavano di uscire dalle loro tane di letargo anche se si trovavano in pieno inverno ed i cani si allontanavano dalle loro abitazioni, fuggendo all'impazzata. Prima dell'arrivo di un cataclisma si è scoperto che uno dei motivi che permettano al fedele amico dell'uomo di accorgersi del suo arrivo, sembrano essere i gas che fuoriescono dalle microfratture delle rocce, mentre i ratti riescono ad avvertire le variazioni della concentrazione di ioni nell'aria. Perfino i pesci gatto percepiscono l'allarme, poiché avvertono le debolissime correnti elettriche che si sviluppano in acqua a causa delle sollecitazioni cui sono sottoposte le rocce prima di un'eventuale scossa telluricaIn Giappone e negli Stati Uniti, sono ancora in corso ricerche e studi sui comportamenti degli animali prima di un evento catastrofico, Gli scienziati non possono prevedere i terremoti basandosi solo sugli studi effettuati sul mondo animale, spesso influenzato e disturbato da vari fattori esterni, ma possono sfruttare le informazioni che questo mondo può donare per realizzare nuovi studi che permettano in futuro di captare quelle stesse piccole variazioni che mettano in uno stato d'allerta gli animali. In conclusione, gli animali avvertono anche le più piccole vibrazioni della terra e l'eventuale aumento di elettricità statica che, a quanto pare, si sprigionano prima e durante i terremoti. Inoltre sono molto sensibili alle variazioni improvvise del campo magnetico della terra. In fondo, se riuscissimo a capire il loro linguaggio, potremmo captare prima del previsto gli eventi catastrofici e metterci in salvo, come è gia avvenuto per gli tsunami del 2004 nell'Oceano Indiano e nel 2011 in Giappone.

giovedì 21 maggio 2015

Paolo Tarantino e le emozioni

Paolo Tarantino e le emozioni

OMAGGIO ALLE EMOZIONI


Festival di Cannes regista Paolo Sorrentino "La giovinezza".
                                                                                         

                                                                                                    Michel Caine:        
--> Le emozioni sono tutto quello che abbiamo!
Peter Docter Documentario sulle emozioni

Emozioni Emozioni Emozioni
per 10 anni nelle scuole con 1300 ragazzi.

lunedì 18 maggio 2015

La Coppia, i Figli..

Si parla spesso di famiglia,si parlava molto del ruolo di madre molto gratificante per la donna  qualche volta addirittura onnipotente,; si parla un po'meno del ruolo di padre ma   poco troppo poco della coppia.Ho già riferito che quando avevo circa sei anni morì in un incidente in montagna un fratello di mia madre ,La famiglia e i parenti più prossimi non facevano che parlare di questo doloroso incidente,  della madre che continuava ad apparecchiare  a tavola per cinque persone , come se l'adorato figlio fosse ancora in vita. Non so  perchè, ma come a dimostrare  la mia partecipazione chiesi a mio nonno:"Nonno è più doloroso perdere un figlio o la moglie?"Pensavo  che il nonno non mi avrebbe nemmeno risposto e che la mia domanda era stupida, ma il nonno rispose:"La compagna , cocchina ,la compagna.Rimasi senza parole , ma non sono  più riuscita a dimenticare quella risposta Se desideriamo che un matrimonio funzioni   dovrebbero  sempre essere uniti e affettuosi marito e moglie per loro,e per la famiglia Nel percorso affettivo , emotivo , sessuale. i genitori dovrebbero essere  esempio di coppia o di genitori nel caso di separazione di guida di sicurezza per figli di amore coniugale Spesso invece. gli sposi che non hanno capito bene il loro ruolo scelgono un o una figlio/a  per soddisfare il loro bisogno d'amore possessivo,o il loro odio  in  un quadro di affetti sbilanciati Quale sarà il danno maggiore.L ingiustizia  affettiva renderà più insicuri  i meno privilegiati  e,aggressivi e fragili quelli più  protetti e mal amati Specialmente nel percorso affettivo sessuale questi  figli "scelti". non potendo
esprimere nella loro completezza e serenità il loro percorso- emotivo-affettivo-sensuale spesso avranno comportamenti pericolosi per sè e per gli altri iniziando proprio contro i genitori  con atteggiamenti rabbiosi.  narcisisti..anaffettività   pericolose regressioni infantili La coppia deve essere coppia con i suoi compiti e i suo i suoi ruoli ;i  figli  guidati con amore  bilanciato e buonsenso cresceranno  più autonomi e  sereni
Dott.ssa Adriana Rumbolo

sabato 16 maggio 2015

Caro studente X

Caro studente X guardo il tuo volto di ragazzo nel video e mi si stringe il cuore. La cronaca riferisce dei dubbi  sul  tuo  volo dal quinto piano di un Hotel.La cronaca esclude che si tratti di un incidente, e allora,,,i dubbi.Sembra che durante l'anno scolastico dei compagni d scuola ti avessero preso di mira.Succede spesso nelle scuole a cominciare dalle primarie e questi elementi di disturbo sono spesso molto chiari , ma difficilmente  gli   insegnanti se ne accorgono.Ne va del buon nome della scuola Forse tu sei cresciuto nella paura , nata anche da un amore familiare sbilanciato e sei morto nella paura Mi dispiace che tu non saprai mai che quello o quelli che ti hanno fatto l'ultimo scherzo  che ti è stato fatale anche loro sono vissuti nella paura più di te tanto da doversi riunire  in gruppo per fare gli scherzi a chi gli sembrava  più  debole di loro.Ora spero che li trovino perchè paghino e imparino come è bello  vivere senza paure e la scuola in generale capisca che è più importante la vita di un ragazzo del suo buon nomeCiao, ragazzoX,Adriana Rumbolo

mercoledì 13 maggio 2015

Cosa SARAI?

Gli adolescenti di oggi non devono più combattere l'autorità dei padri, ma le loro aspettative esagerate.
Father, I wanna kill you>> (padre, voglio ucciderti): così cantava all'alba degli Anni '70 Jim Morrison. Componenti edipiche a parte, era il padre-autorità quello che il cantante dei Doors voleva eliminare per affermare se stesso. Oggi quel genitore è già morto: in un clima di pace inter-generazionale, non c'è più bisogno di uccidere nessuno. <>, spiega Gustavo Pietropolli  Charmet, docente di Psicologia dinamica all'Università Statale di Milano-Bicocca nel libro I nuovi adolescenti(Cortina, 35 mila lire). <>.
Charmet parla addirittura di "fecondazione femminile" dei neo-papà, nel senso che, se in passato gli uomini volevano un figlio  soprattutto per un'idea astratta di discendenza, oggi si sentono padri potenziali solo quando incontrano la donna giusta. Maschi "maternizzati", dunque, più disposti all'ascolto e tolleranti. E le famiglie con sempre meno regole e divieti. Tutto questo rende i nuovi adolescenti meno propensi alla ribellione e alle polemiche. Anche la trasgressione perde sapore, in un mondo senza confini. <>, aggiunge Cecilia Ragaini, psicanalista junghiana.<>.Genitori perseguitati da sensi di colpa. Genitori che sembrano aver paura di tornare a casa la sera e dover dire di no a quei figli che non hanno visto per tutto il giorno. Capita così che questi giovani iper-coccolati, trattati come mini-idoli, alle soglie dell'adolescenza si scontrino con una realtà esterna cui sono assolutamente impreparati. <>, scriver Charmet in un paragrafo intitolato Addio bambino messia.<>.Non a caso , le scuole medie sono piene di ex-bambini "speciali" che si trovano in difficoltà, tutti concentrati a superare la ferita narcisistica provocata dall'uscita dal guscio e spesso tentati di tornare indietro, nell'infanzia protetta e onnipotente. Si tratta dei cosiddetti adolescenti regressivi, per cui la sfida di crescere è troppo faticosa. Da sempre l'adolescenza rappresenta un momento di transizione, percorso da impulsi contrastanti : spinta verso l'esterno e nostalgia per il nido, desiderio di recidere il cordone ombelicale e paura di farlo. In più ci sono i mutamenti fisici. <>, racconta Charmet. <>.