venerdì 1 maggio 2015

Profondo rosso

Le emozioni umane cambiano con il mutare delle culture?Qualche volta si: è il caso della vergogna."All'inizio del secolo, si provava intenso imbarazzo per i comportamenti relativi alla sessualità" , sostiene Giovanna  Axia,  docente di Psicologia dello sviluppo all' Università di Padova, :Oggi qualcuno sostiene che non c'è nulla che possa farci arrossire. Non è vero: proviamo un doloroso senso di inadeguatezza ogni volta  che non siamo all'altezza del nostro narcisismo, quando pensiamo di non essere abbastanza realizzati nel lavoro, competitivi, vincenti". Si tratta di un problema sentito, almeno a giudicare dal successo del convegno", La vergogna come fobia sociale".Gli esseri umani hanno emozioni immediate- rabbia, sorpresa, felicità- e altre più complesse che nascono dalla consapevolezza di sè e dalla riflessione: è il caso dell'orgoglio e della vergogna"Quest'ultima nasce quando si ha una valutazione negativa di se stessi in rapporto a uno standard interiore. E' diversa dal senso di colpa, nel quale si giudica solo una parte del carattere o una o più azioni, cui si pensa di poter rimediare. Nella vergogna la condanna è globale, e senza speranza" Il risultato è un dolore intenso: a volte viene negato, altre si trasforma in rabbia o depressione."Questa emozione ha anche manifestazioni fisiche: rossore, una particolare postura a capo chino."la vergogna in sè, però, non è uno stato patologico:tutti siamo capaci di  provarla."Anzi forse è innaturale non averla mai sperimentata. Tuttavia ci sono persone che ne soffrono più di altre: dipende dal tipo di educazione ricevuta.Infatti, uno dei rimedi è percorrere a ritroso il processo cognitivo che ha portato alla scarsa stima di sè. Oltre a riesaminare i propri standard ideali, magari ridimensionandoci".A volte però, la vergogna sconfina nella fobia sociale, un disagio diffuso(oltre il 13% della popolazione) che spinge a evitare gran parte delle relazioni.Altre volte diventa dismorfobia, cioè percezione distorta del loro corpo.