martedì 18 dicembre 2018

...e poi l'Adolescenza




Getti un seme e le sue radici esplorano il terreno intorno  perchè  dalla sua qualità,dalla presenza di tante sostanze  dalla sua esposizione ne deriverà la crescita e la sopravvivenza dell'albero.
E' nel lavoro delle radici, nella loro capacità di nutrirsi in un terreno fertile   dipenderà la buona salute e la stabilità della pianta  quando il vento e la pioggia lo metteranno a dura prova.
Così per il bambino:se appena nato troverà un buon nutrimento  nel latte materno arricchito dalle carezze  dalla tranquillità e dalla sicurezza che gli verrà trasmessa possibilmente dalla donna  di cui  conosce già  l'odore, il suono della voce,  questa sicurezza lo accompagnerà per tutta la vita e rafforzerà  la sua richiesta di aiuto  quando si presenterà un pericolo ;al contrario se gli  sarà mancato questo primo approccio con l'ambiente intorno potrebbe essere come una foglia al vento emotivamente instabile e non saprà chiedere aiuto  qualora ne dipendesse anche la sua vita.
Ecco perchè quando ci meravigliamo di una donna che in un contesto familiare divenuto altamente pericoloso non sa chiedere aiuto potrebbe non avere imparato per poche e frettolose carezze per un abbraccio  non accogliente per l'insicurezza che l'ha circondata. fin da subito.
Poi come il tronco della pianta segnale di crescita porta i segni di una grandinata o addirittura rimane un po' piegato per la violenza del vento così l'infanzia del soggetto, quando avvengono le operazioni più significative, che spesso sono segnate  o da conflitti non risolti, da traumi importanti  l'ambiente educativo intorno sappia coglierne i segnali e gli venga subito offerto dialogo e attenzione.
 Spesso la scuola, grande sensore,  dei disordini emotivi che si riflettono nell'apprendimento, nella vita relazionale con i compagni, nel rifiuto delle regole non può fare finta di niente e nascondersi nelle solite frasi:è la preadolescenza!è l'adolescenza!
Lo scienziato  David  Brianbridge nella sua opera, molto interessante dal titolo"Adolescenti" ,scrive che a 12 banni per le bambine e a 14 per i maschi il cervello completa la sua crescita mentre accadono più cose contemporaneamente, tutte correlate :trasformazione del corpo e del cervello, che l'evoluzione ha selezionato perchè aumentassero il nostro successo.
L'aumento del cervello che è avvenuto circa 250mila anni fa non ne è la causa diretta perchè il cervello che nei primi due anni di vita si sviluppa in maniera incredibile, con l'adolescenza smette di crescere e perfeziona ciò che si è sviluppato in modo caotico e a ritmo vertiginoso nell'infanzia, ma non avviene tutto nello stesso tempo.
I cambiamenti che si verificano nel corpo adolescente sono importanti ma per gli esseri umani lo è ancora di più il cambiamento del cervello.
Le connessioni neuronali superstiti dopo la naturale potatura si rivestono di quantità maggiore di mielina, sostanza  grassa che aumenta la velocità di trasmissione delle informazioni nel cervello.
Una studentessa ha detto:e i pensieri rincorrono i pensieri
Un altro importante cambiamento del cervello adolescente riguarda le fibre nervose che iniziano a rilasciare dopamina, neurotrasmettitore che provoca soddisfazione ed euforia, euforia che potrebbe essere corresponsabile,in una prima gestione, nelle fughe dei ragazzi, dalla realtà fino a sfiorare il rischio.
Per ottenere soddisfazioni più complesse si deve pianificare e rischiare ed è per questo che durante l'adolescenza il cervello inizia a coinvolgere nei percorsi della dopamina anche la corteccia prefrontale sede della pianificazione e dell'autocontrollo.
Quando gli adolescenti dovranno prendere decisioni, attiveranno oltre la corteccia prefrontale, un'area posteriore, il solco temporale superiore correlato alla predizione di azioni future basandosi su quelle passate.
Speriamo che nelle esperienze passate il processo educativo abbia ben operato e che sia stato fatto con gli adolescenti un buon tagliando emotivo, per quest'ultimo cambiamento che non avviene simultaneamente.
Che gli adolescenti siano a conoscenza dei loro comportamenti e risorse utili a fuggire o a evitare una situazione pericolosa o minacciosa.
E soprattutto che nel lungo dialogo che dovrebbe cominciare dalla nascita siano sempre loro i diretti
 interlocutori per ascoltarsi ed essere ascoltati e non rimanere isolati in un io che senza gli altri in una intensa vita relazionale non può conoscersi e riconoscersi e crescere e non cadere nella trappola di un neonato potere decisionale spesso molto sensibile ai sogni miraggio.
Poi forse più coscienti ,piano,piano raggiungeranno il loro equilibrio
Quindi l'adolescenza è una fase  fisiologica della crescita che spesso può denunciare  malesseri e disagi le cui cause vanno ricercate nel percorso  della vita del soggetto fin dai suoi primi attimi .
dott.ssa Adriana Rumbolo.



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giovedì 24 maggio 2018

Una tiepida giornata di ottobre


Una tiepida giornata di ottobre. Una ragazzina sulla terrazza. guarda la campagna. Fra poco ricominceranno le scuole.
 Si sente chiamare dal basso, ;è una cugina che è venuta a trovarla insieme ad alcuni amici. Non  ha troppa voglia di unirsi a loro ma... sì, non ha nient'altro da fare, e va
. Quando le presentano un nuovo amico lei lo guarda e pensa: “ma questo è un portatore sano di influenza
. Sicuramente stasera avrò la febbre”, perché il suo solo sguardo mi ha tutta scombussolata.
 Per fortuna non arrivano né febbre né influenza.
 Il ragazzo poi tornerà per salutarla
 Deve partire, ha finito un percorso di studi e deve andare in una città più grande per proseguire.
 Si danno ancora del lei
. Camminano sulle foglie del viale dell'autunno.
 Parlano a voce bassa
. Lui sarà uno dei pochi della sua vita col quale lei parlerà sempre a voce bassa, e quando tacciono.  il dialogo continua silenzioso fra di loro.
 Lui le chiede, con un po' di soggezione, se lei vuole continuare ad avere con lui un rapporto di amicizia, eventualmente scriversi qualche volta... lei accetta con semplicità. E' una cosa che fa abitualmente, le piace avere molte amicizie, e si salutano.
 La mattina dopo la cugina torna con un'amica. Sono in macchina, e chiedono se per favore gli può prestare il suo giradischi per una festa in famiglia con altre ragazze.
 Acconsente e la cugina la invita a unirsi a loro,
  E lei va, così com'è, vestita normale
. Mentre a casa della cugina stanno facendo mille progetti per la festa della serata, ,  squilla  il telefono. :è il ragazzo  che telefona per salutare tutta quella  famiglia dovendo partire .
 Appena sa che c'è anche Luisa   chiede di passargliela, vuol sapere perchè lei si trova lì . e  aggiunge frettolosamente “ci sarò anch'io”
. Lui è sempre così: determinato, veloce.
 Luisa aveva già scelto un abito per quella sera, un tubino
. Un tubino di velluto, ma come sente che lo incontrerà alla festa  cambia idea di colpo non vuole più mettere quel vestito, ma sceglierà fra gli abiti della cugina un vestito di chiffon azzurro, molto romantico, molto morbido.
 La sera lui ritarda e lei pensa  che, indaffarato a preparare le valigie, forse non verrà neanche.
 Ma eccolo
. Prima la guarda da lontano, e di nuovo lei pensa “ma questo è veramente un portatore sano di qualche malattia, di qualche problema”
. Perché come lui arriva, io che mi sono sempre sentita così sicura dei miei sentimenti,  non sono più me stessa,  mi perdo, mi confondo.
  Ballano un po' insieme, e quando le cugine l'avvertono che ormai è l'ora del ritorno, lui sempre con la sua determinazione dice “non andare con loro, ti accompagno io”
. Strano, di solito Luisa non vuole far sapere i  fatti suoi, è estremamente riservata, ma quella sera, con grande naturalezza, va dalle cugine e le informa del suo nuovo progetto.
 Esce dalla casa della festa , ed è una serata veramente bella, speciale, di quelle serate che si ricordano per molti anni...per tutta la vita . una luna stupenda. l'aria tiepida, giusta, il rumore dei tacchi di lei e l'assenza di pregiudizi.
 Non parlano.
 In fondo,  loro parlano poco, ma si dicono tante cose
. A un certo punto lui, con molta sicurezza, ma anche rispetto, le prende la mano
. Ecco... il portatore sano di “qualcosa”, perché Luisa non aveva mai dato la mano a un ragazzo, anzi era come un primato, in quella piccola città di provincia.
 Tant'è vero che tutti le chiedevano scherzosamente se aveva passato dei periodi in convento con le orsoline,
Anche quella sera lei. vorrebbe ritirare la mano, sa che non deve farlo ma non può e forse non vuole, e scatena la fantasia :  pensa “se io ballassi con lui, se io fingessi di parlargli , lui mi darebbe la mano, e allora io fingo e gliela lascio...”.
 Intanto la piazza è terminata, attraversano una via, si inoltrano per un'altra , più stretta, e si fermano sotto un lampione.
 Ormai è veramente il momento dei saluti.
 Mentre lei è pronta a dargli la mano per i saluti lui, con quelle frasi lapidarie che la ipnotizzano : “mi lasci così?”. E in Luisa a quel punto scoppia il virus, che lui fa esplodere.
 Lei è in pieno disarmo. No, no, no, non può lasciarlo così,  non sa nemmeno cosa fare però, ma
non può lasciarlo così
. Automaticamente si gira, le sue gambe camminano da sole, si avvia e lui dietro silenziosamente.
 Lì vicino c'è un vicolo più scuro e Luisa gira in quel vicolo più scuro.
 Non sa cosa deve fare, non sa cosa succederà, ma, non può tornare indietro. si ritrova fra le sue braccia e lì avviene il miracolo.
 Non ha mai baciato, e quando lui si avvicina e se ne accorge,  rallenta  perchè  il contatto sia il più delicato e affettuoso  possibile e l'abbraccio più avvolgente
 Di colpo Luisa si riprende, , ma cosa le sta succedendo? Comincia a riacquistare coscienza. “Ciao, ciao, ciao!”, e scappa verso la macchina delle cugine. La notte le sembra lunga e breve, gli occhi son spalancati. Ma cosa è successo? Certo qualcosa di meraviglioso perché lei sta bene, si sente bene, . Il giorno dopo si mette alla finestra dello studio. Le piacciono  i paesaggi autunnali , questi paesaggi così dolci, che non disturbano più, perché non c'è più la violenza dell'estate, il calore dell'estate... a un certo punto sgrana gli occhi, perché lui sta salendo il vialetto verso casa sua
. Ma come? Doveva passare tanto tempo prima che lui ritornasse. Lo fa entrare in casa, apre la porta, e  chiede“cosa è successo?”. E lui, lentamente,  “ora ti racconto tutto”.S siedono in salotto
“Quando sono arrivato al posto di lavoro sono andato a salutare il mio capo e son stato accolto   con tanta gentilezza, con tanti complimenti, un'accoglienza molto, molto cordiale
. Ma dopo un po' il mio capo mi ha detto 'ma io la vedo distratto, la vedo... forse stanco, forse non ha avuto un periodo di riposo sufficiente?' e allora, Luisa, gli ho raccontato tutto, gli ho detto ho conosciuto a una festa una ragazza, e con lei ho vissuto un film”.
 Io vorrei aggiungere “abbiamo vissuto un film”, ma non ho ancora questo coraggio. Il suo capo gli consiglia allora di tornare a casa, di prendersi ancora due giorni di permesso e poi di rientrare, allora non ci saranno più scuse e il lavoro sarà l'interesse principale
. Ah... tutta la notte Luisa ripensa a quella frase: “ho conosciuto una ragazza e con lei ho vissuto un film”.Ah quelle frasi lapidarie Ah, ecco cos'è stato quello che avevano vissuto quella sera: un film. Era un film, dove tutto sfumava era stato un film un film! Bellissimo ... poche parole, grandi silenzi, il rumore dei tacchi... ma c'era dell'altro
. Dopo pochi giorni Luisa riceve la visita di un amico di famiglia, un ragazzo molto serio, e lei nota con stupore che quel giorno lui indossa la cravatta.
 Lui le dice che ha bisogno di parlarle, e  aggiunge “guarda che quel ragazzo che hai conosciuto non è un bravo ragazzo. è già impegnato con una ragazza da molti anni”. Luisa cerca tutto il suo orgoglio, e di solito ne ha tanto, e ribadisce scherzosamente che lei con quel ragazzo non ha nessuna amicizia particolare, solo una conoscenza recente.
 Pochi giorni ed ecco che ritorna lui.
 Di corsa, ha poco tempo, e le deve parlare di fretta.  “Queste città di provincia sono troppo chiacchierone, io solo   ti posso informare delle mie cose come stanno veramente..
 Prima di conoscere te stavo con una ragazza da qualche anno. Ma la sto lasciando, sta finendo tutto”. Allora Luisa ritrova tutta se stessa, quella di dieci giorni prima, e gli dice: “mai nessun ragazzo che avesse impegni sentimentali è stato ammesso a casa mia. Accomodati, vai, e non ti presentare mai più”. Che dolore , ma lei non può continuare a  costruire un film bellissimo, sulle macerie di un'altra storia triste. Non  può
. Lei non ce la fa, non ce la farebbe mai
dott.ssa Adriana Rumbolo.


lunedì 12 febbraio 2018

Il suicidio di un bambino

Rimango sorpresa quando un adolescente o addirittura un bambino tenta di uccidersi e le persone commentano esclamando : è una cosa impensabile !
Nessuno pensa che i primi anni di vita di un essere umano sono affollati di cambiamenti,  di emozioni e che il cervello produce milioni e milioni e milioni di neuroni al giorno.
 Se io dicessi a un gruppo di mamme di tante mamme che un bambino quando nasce ancora ha il cervello immaturo e che  è   necessaria, con il loro aiuto,  la modulazione delle sue emozioni come avviene per qualsiasi mammifero ,le mamme mi guarderebbero sbalordite.
 Non solo non lo sanno,ma nessuno che è intorno a loro il pediatra l'ostetrica i parenti più anziani nessuno glielo dice
sembra che a lui pensi solo il mercato.
 Il bambino fa tutto da se, noi non lo capiamo ma pensiamo che non ha bisogno di noi
Tanto è vero che negli ultimi tempi  bambini sempre più piccoli per le esigenze di famiglia vengono portati al nido affrontano lunghi viaggi
 Fanno tutto
 Nessuno si ferma mai a pensare se tutto quello che fanno ha bisogno ogni tanto  di un' attenzione ha bisogno di un tutor, , ha bisogno di un no quando necessario, di riscoprire il desiderio  di costruire con  calma il percorso della sua identità affettiva, emotiva, sessuale.
. In una conferenza un professore universitario andò
 Con passo deciso verso la lavagna  e scrisse 0/5 anni tutto è fatto: sono parole che fanno rabbrividire
 Ma che purtroppo sono spesso vere.
 Avvengono nei primi anni delle cose così importanti che lasceranno il segno in quel bambino bambina per tutta la vita..
 Sì qualcosa si potrà modificare ma passeranno anni, anni, anni in cui saranno fatte scelte sbagliate e dolorose.
 Il pensiero che un bambino di 8 anni si uccide è un pensiero che a noi adulti ci deve riempire di dolore di colpe di inutilità
 A che cosa serviamo noi se lasciamo solo nella vera oceanica solitudine,  che lasciamo nel dolore nel vero dolore una creatura così piccola una creatura che non ha ancora molte potenzialità  per potersi difendersi sepolto di oggetti  spesso inutili con il culto dell'immagine?
Il grande dolore e la vera solitudine e nessuno che ti ascolti sono terribili
dott.ssa Adriana rumbolo​

domenica 28 gennaio 2018

L'educazione sessuale comincia dall'infanzia

L’educazione sessuale comincia dall’infanzia.
Per la prima volta gli studenti di una prima superiore, 14 anni,  erano in attesa di un "esperta" per l'educazione sessuale.
Era un argomento che non godeva di molte esperienze precedenti, ma mi sentivo tranquilla perchè avevo deciso che i dialoghi che sarebbero seguiti scorrevano su due canali : la normalità e l'incontro  tra sessualità e codici culturali.
Era  una classe mista di 25 studenti appartenenti  a  diverse classi sociali , a diverse religioni e soprattutto ognuno con un proprio percorso affettivo-emotivo -sessuale.
Così decisi di iniziare con una veloce panoramica da 0 a14   anni della vita di un soggetto
Rimasero in un primo momento disorientati; perchè cominciare da tanto lontano quando il presente era già affollato di confusione ,di pregiudizi, di vergogne di pulsioni da approfondire  e per le femmine la necessità di trovare un  principe azzurro e per i maschi difendere   una virilità più o meno virtuale e poi tanta , tanta rigidità.
Ma io continuai ,  iniziando a parlare dei primi mesi del bambino quando  le emozioni trovavano il loro teatro liberamente nel corpo perchè  un bambino immerso in un ambiente nuovo ha uno scambio enorme di conoscenze-emozioni.
Fortunati quei bambini che non si scontreranno subito in una educazione che agendo proprio sul corpo(poche coccole , carezze frettolose, rari abbracci morbidi ,sopratutto con la mamma) potrebbe inibire
e creare sofferenze nel primo percorso emotivo-affettivo-sessuale e influenzare già le basi per una buona  sessualità .
Da non crederci ,ma penso sia veramente cosi.
Gli studenti si erano molto rilassati e piano, piano  si era aperto un dialogo dove affioravano in ognuno  i primi ricordi  infantili.
 Prosegui con il  bebè che continua a succhiare il dito,la propria lingua i famosi ciucci anatomici perché il piacere  del  ciucciare c'è anche  non finalizzato all'alimentazione.
Bambini molto piccoli(pochi mesi)  quando hanno il corpicino completamente libero ad esempio  prima o dopo un bagnetto se  casualmente  sfiorano gli organi sessuali si abbandonano a risate molto fragorose
E l'educazione degli sfinteri  continua  nella percezione del proprio corpo inevitabilmente sempre in simbiosi con il percorso emotivo-sessuale-relazionale.
Non si è ignorata  la seduzione che i bambini forse più le femminucce esprimono con tanta spontaneità e che se non sarà  colpevolizzata,  continuerà per tutta la nostra vita relazionale.
Abbiamo ripetuto che un soggetto  è un'enorme rete informatica e intimamente connessa  quindi mentre ci occupavamo in particolare  del percorso sessuale non andava mai dimenticato  che era sempre in continua  relazione con le emozioni(paura, rabbia,ansia, gelosia. Invidia, desiderio di dominio, timidezza, aggressività),  con la socialità ,l'autostima l'empatia   ,le aspettative e che poteva quindi influenzare  come essere influenzato.
La sessualità risente molto della vita relazionale a cominciare dalla famiglia dove si consumano spesso  conflitti molto forti fra fratelli ,  fra genitori e figli.
   Un bambino è  indifeso e   spesso la famiglia abusa nei giudizi affrettati negativi che sono dannosissimi ma  non sempre offre un comportamento affettivo fra adulti da cui il bambino può bene  apprendere
Spesso i figli sono stampelle affettive per i genitori o compensi alle loro frustrazioni  presenti o passate e il percorso sessuale dei piccoli ne sarà gravemente penalizzato.
Il famoso "complesso edipico o di elettra"  rappresenterà il momento più  intenso dei primi 5 ò 6 anni del bambino.
Sarà frutto della nostra cultura?  Forse!
 Comunque più o meno intenso  sembra frequente e la sua soluzione più o meno elaborata potrebbe influenzare tutta la vita relazionale e comportamentale di un soggetto.
Del percorso emotivo sessuale dei primi 6 anni sono le testimonianze delle insegnanti  del Nido e della scuola Materna.
La scuola è un grande sensore dei disordini  emotivi-affettivi  perché per tutti i bambini inizia  la vita di gruppo e il cervello sociale potrà esercitarsi in esperienze continue..
Una riflessione molto importante è stata  che molti adulti attribuiscono alla sessualità del bambino intenzionalità e malizia  e approfittandone procureranno nei piccoli soggetti danni affettivi -sessuali –comportamentali gravissimi.
E' stato molto importante parlarne con gli adolescenti per ribadire che è necessario attivare sempre i meccanismi difensivi,e che  qualsiasi cosa accada  è un diritto parlare e chiedere aiuto.
.Sembra che,  il bambino,    entri nel famoso periodo di latenza dai 7/8 anni fino alla preadolescenza.
Ma ecco che verso i 12 anni per le femmine e 14 per i maschi ls sessualità raggiunge la sua maturazione.
i cambiamenti che si verificano nel corpo adolescente sono molto  importanti, ma per gli esseri umani lo è ancora di più il cambiamento del cervello.
Le connessioni neuronali superstiti dopo la naturale potatura si rivestono di maggiore quantità di mielina, sostanza grassa che aumenta la velocità di trasmissione delle informazioni nel cervello.
Una studentessa ha commentato:"e i pensieri rincorrono i pensieri".
Un altro cambiamento del cervello adolescente riguarda le fibre nervose che iniziano  a rilasciare dopamina, neurotrasmettitore che provoca soddisfazione ed euforia.


Per ottenere soddisfazioni più complesse si deve pianificare e rischiare ed è per questo che durante l'adolescenza il cervello inizia a coinvolgere nei percorsi della dopamina anche la corteccia prefrontale sede della pianificazione e dell'autocontrollo.
Quando gli adolescenti dovranno prendere decisioni, attiveranno oltre la corteccia prefrontale ,un'area posteriore,il solco temporale superiore correlato alla predizione di azioni future basandosi su quelle passate.
Speriamo che nelle esperienze passate il processo educativo-emotivo abbia ben operato.
E poi .e poi estrogeni per le femmine e testosterone per i maschi e la riproduzione può cominciare
Sono arrivate mille domande
Le prime :perché ci si innamora e la domanda per loro più importante :" perché l'amore che è così bello finisce?.
Non  avevano mai pensato che il desiderio appartiene strettamente all'amore
.Le femmine mi hanno confermato,suscitando la mia indignazione,  che aspettano che sia il maschio a dire se loro vanno bene o no.
I maschi dopo essersi sciolti hanno confermato che avvertono troppe aspettative sulla loro vita sessuale- sentimentale a cominciare dalla famiglia e che tutto questo gli da molta ansia.
Spero ricordino quanto è importante il si e il no in una relazione e ascoltino il corpo guidato dalla famosa chimica dell'amore e che è opportuno e necessario fare quattro chiacchere con ginecologo e andrologo anche per scegliere l'anticoncezionale più giusto.
Dott.ssa Adriana Rumbolo

martedì 16 gennaio 2018

METODO ADRIANA RUMBOLO EDUCAZIONE Emotiva STUDENTI NELLA SCUOLA

Tutto è cominciato in una tranquilla mattina di novembre.
 Una classe aspetta pronta alla difesa di immagine; perchè questi incontri? Non siamo mica matti! Noi non abbiamo problemi!
Di colpo la novità: non sarebbero stati sottoposti a test, né  giudicati, catalogati, ma gli sarebbe stato offerto un mare di informazioni " scientifiche" sul cervello,in particolare sul cervello emotivo,  dove ognuno avrebbe potuto attingere a seconda dei bisogni, dei dubbi da chiarire, delle curiosità a cui rispondere e con il diritto alla parola.
Si, gli è stato anche detto, che tutto sarebbe avvenuto nel rispetto delle regole di una buona convivenza , l'hanno trovato un patto accettabile.
Sono sorpresi ma l'argomento sconosciuto le novità di poter parlare e di essere ascoltati li fa rilassare.
Finalmente avrebbero potuto dare un nome e un significato a tante sensazioni, che sentivano in modo confuso e che non lasciava libere le loro menti nelle scelte nel comportamento e nel rendimento.
Durante la crescita, il mondo delle emozioni subisce molte aggressioni di tipo relazionale in famiglia, a scuola, ad opera della politica dei mercati e proprio per queste, nell'adolescenza o poco dopo, per la grande energia dei cambiamenti sessuali, fisici, intellettuali, emotivi tutti mischiati tra loro, potrebbero esplodere conflitti tenuti per lungo tempo, in sordina.
 I ragazzi purtroppo non sono abituati ad essere ascoltati.
L'ascolto anche del silenzio, è già una conferma del nostro esistere e non è poco.
È spontaneo associare l'adolescenza alla favola dei tre porcellini.
Quando il lupo arriverà (il sesso temuto) correrà gravi pericoli il porcellino che ha la casa di paglia; avrà più possibilità quello con la casa di legno; potrà resistere il porcellino con la casa di mattoni.
Negli anni che precedono l'adolescenza i bambini spesso denunciano i loro disagi di origine relazionale (enuresi,, encopresi, tricotillomania, regressioni, onicofagia, aggressività, incubi)
con messaggi chiari e forti, ma il pregiudizio e la vergogna scoloreranno tutto nell'espressione "con il crescere migliorerà, aspettiamo".
Poi la famosa pausa di latenza rassicurerà molti.
Sì, tutto è stato superato, non pensiamoci più.
Quando arriverà l'adolescenza i disagi psicologici ritorneranno, più forti, meno comprensibili e più incontrollabili.
E di nuovo, il pregiudizio: "La colpevole è la adolescenza".
 Come nella favola dei tre porcellini, non è tanto la forza del lupo a distruggere le case e a metterli in pericolo, quanto la precarietà delle case stesse, ovvero la fragilità di molti, forse troppi bambini gravemente carenti di autostima.derivante da una mancata educazione emozionale
Per questo è nato il mio metodo, perché gli studenti, le famiglie vergognose di rivolgersi a un esperto e di chiedere aiuto capissero che quanto facevamo apparteneva alla quotidianità, alla normalità e si poteva parlare di tutto con tempi e modi propri
,  In questo programma,  ho evitato di proposito parole come patologico, normale, non normale matto, psicotico eccetera: i ragazzi avrebbero potuto piano piano approfondire la loro conoscenza fino a divenire migliori mediatori di se stessi dandocene conferma nel   comportamento, nell' apprendimento, nei loro rapporti sociali in classe  in un dialogo molto aperto e senza barriere che il cervello avrebbe accettato ben volentieri perché allergico alle barriere
Il metodo ha dato risultati molto positivi:migliore apprendimento, migliore comportamento, meno aggressività meno ansia, migliore relazionalità e molta serenità-
dott.ssa Adriana Rumbolo
Da un'esperienza con 1300 studenti in scuola pubblica  sull'educazione emotiva


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