sabato 6 aprile 2019

Il più grande maratoneta ieri sera si è fermato per giusta pausa.:aveva trovato,l'uomo

Il più grande maratoneta...
Da Wikipedia :"Si racconta che una volta, Diogene,  uscì con una lanterna di giorno, e, alla domanda 
su che cosa stesse facendo, rispose: "cerco l'uomo!", non intendendo con questo però "un uomo onesto", come pensano alcuni, in quanto l'onestà non era certo, come invece oggi, una delle più pregnanti esigenze civili del mondo greco del quarto secolo a.C. Egli invece cercava qualcuno che avesse le qualità che ci si aspetterebbe di trovare nell'uomo naturale, come spiegano, tra i tanti, Giovanni Reale e Dario Antiseri: "... (Diogene) voleva significare appunto questo: cerco l'uomo che vive secondo la sua più autentica natura, cerco l'uomo che, al di là di tutte le esteriorità, le convenzioni o le regole imposte dalla società e al di là dello stesso capriccio della sorte e della fortuna, ritrova la sua genuina natura, vive conformemente a essa ed è vero"

Quante volte programmi televisivi interrotti improvvisamente da pubblicità che più che dare
informazioni disorienta l'ascoltatore che era appena entrato in una storia, in un documentario sulla
 natura, sull'arte ,sulla scienza.
.E non sia mai  che arrivi una pausa per cause tecniche:allora è il terrore per il giornalista ma la rivincita del cervello.
Ieri sera  5 aprile 2019 ho seguito più che un programma, il racconto di alcuni superstiti del terremoto dell'Aquila avvenuto 10 anni fa.
 Le immagini che si susseguivano appena avvenuto il terremoto e dopo in un  silenzio profondo esprimevano lo sbriciolarsi di una città, si  commentavano da se
 .Erano macerie vive che racchiudevano la storia di tanti, tanti anni precedenti .
Ogni tanto la storia di qualche superstite che non incalzato dalle domande spesso inutili e surreali di tanti giornalisti arrivava con una risonanza emotiva  enorme potenziata dalle espressioni.
Niente in più , ma tutto perchè il messaggio   ci coinvolgesse pienamente
.In queste storie affioravano i volti di tanti studenti ,che fidandosi delle rassicurazioni degli adulti non avevano abbandonato lo studantato ricordandoci per sempre come una colpa  la loro fiducia  nei "grandi".
Tutto è stato così intenso ,silenzioso ,pulito seppure drammatico nella sua realtà.
Mi ha molto colpito il volto di una studentessa sorda, l'ultima ad essere estratta.
Era così espressiva nel suo racconto  così vera da diventare  nei momenti più drammatici  bellissima dimostrando come il corpo e il viso sono i messaggeri delle forza e della bellezza  delle nostre emozioni, in barba agli estetisti
.Bravissimo anche l'attore Lino Guanciale  per la sua sobrietà  e il regista che ha saputo rendere la sua immagine così umanamente piccola in quella immensità di macerie e di solitudine.
Non lo dimenticheremo mai e spero non lo dimentichino quei grandi che  hanno rassicurato i giovani a rimanere nello studentato dopo le tante scosse che si erano susseguite.
dott.ssa Adriana Rumbolo