giovedì 10 luglio 2014

La parola non basta: va integrata con il contatto fisico

Spesso, in un momento di sofferenza profonda, le parole consolatorie dell'amico più affettuoso risuonano come voci confuse e lontane che non riescono a raggiungerci. Mentre il calore di un contatto fisico, come un abbraccio,  riesce miracolosamente a risollevarci, anche se solo per un istante.Il Grido e la carezza, dell'antropologa Mariella Combi indaga la necessitù e i numerosissimi vantaggi di un recupero del linguaggio corporeo. "Come nell'amore, anche nel dolore il contatto con l'altro suscita il riconoscimento  della propria esistenza, la volontà di andare avanti, di aprirsi al mondo". Ma se la fisicità rende la comunicazione più fluida e immediata, perchè siamo cosi restii a manifestare con i gesti le emozioni? La tradizione occidentale, sottolinea l'antropologa,  vive di separazioni e contrapposizioni: o la mente o il corpo, o la materia o lo spirito, o la natura o la cultura