martedì 29 dicembre 2015

E così Heidi entrò nelle neuroscienze

Quel delizioso faccino e le gote rosse, non erano solo l'espressione di sana vita di montagna ma volevano dire molto di più: un'intensa gioia di vivere, perché la bambina poteva soddisfare il suo continuo bisogno di contatto con la natura, le sue curiosità, il desiderio di conoscere, insomma di comunicare con il vento, con la neve, con gli uccellini, con le caprette, con il suo grande amico Peter, protetta dalla equilibrata autorità e affetto del nonno. In tal modo il suo cervello emotivo e cognitivo potevano procedere in modo armonioso aumentando le loro potenzialità. E anche con il cibo che proveniva direttamente dalla natura e soddisfaceva il suo intenso dinamismo lei aveva un rapporto sano fin dall'inizio. 

Non ci si pensa mai, sembrano favole per i bambini un po' ingenuotte; noi adulti abbiamo spesso questa presunzione, che ciò che si offre a un bambino per il suo percorso di crescita tratti di argomenti non troppo importanti. Al contrario, il messaggio di Heidi è un messaggio importante che racconta della meravigliosa e necessaria comunicazione che avviene fra il bambino e il mondo che lo circonda per partire dalla conoscenza di se stessi e sviluppare così le potenzialità proprie del bambino, diminuire le sue paure, e modulare le emozioni.

Perché quindi abbiamo scritto che Heidi è entrata nelle neuroscienze? Perché accanto ad Heidi nella storia compare un'altra bambina, che si chiama Clara. Lei vive in una lussuosa casa in una grande città; un maestro privato le impartisce lezioni direttamente a casa, senza compagni di classe, il padre è affettuoso ma pochissimo presente nella vita di questa bambina e ha una severa governante, l'ossessiva signorina Rottenmeyer, e purtroppo, non si sa per quale motivo, non può camminare: sta in una sedia a rotelle Il suo cielo è ancora un soffitto. 




La storia ha voluto che queste due bambine si incontrassero, che Heidi andasse ospite a casa di Clara e lì si fermasse per qualche tempo. Le due bambine sono profondamente diverse, mentre Heidi è fermamente attaccata ai suoi ricordi della montagna, della neve, e del vento, con infinita nostalgia, Clara non sente direttamente il vento sul volto come Heidi ma le parole di Heidi cominciano pian piano a incuriosirla e a farle desiderare sempre di più di conoscere quel mondo che Heidi le descriveva così pieno di magia. I parenti decidono che anche Clara passi un po' di tempo ospite del nonno di Heidi in quella casetta di montagna. 

Nei primi tempi Clara è disorientata e impaurita, il mondo nel quale Heidi e Peter si muovono con così tanta familiarità per Clara è un mondo misterioso e pieno di paure. Per fortuna che ancora mantiene il suo ruolo di educatore affettuoso il vecchio saggio nonno. Passano così i giorni e Clara conosce sempre meglio il luogo e le persone che già erano stati amici di Heidi, finché un giorno all'improvviso riprenderà a camminare. Finalmente anche le sue emozioni sono libere e cervello e corpo hanno ripreso a funzionare insieme, ora lei sente di avere  le potenzialità che aveva conosciuto in Heidi e si avvierà verso un percorso di sereno benessere. Spesso fra compagni possono avvenire questi aiuti, oppure anche fra un animale e un bambino
Dotto.ssa Adriana Rumbolo