martedì 16 gennaio 2018

METODO ADRIANA RUMBOLO EDUCAZIONE Emotiva STUDENTI NELLA SCUOLA

Tutto è cominciato in una tranquilla mattina di novembre.
 Una classe aspetta pronta alla difesa di immagine; perchè questi incontri? Non siamo mica matti! Noi non abbiamo problemi!
Di colpo la novità: non sarebbero stati sottoposti a test, né  giudicati, catalogati, ma gli sarebbe stato offerto un mare di informazioni " scientifiche" sul cervello,in particolare sul cervello emotivo,  dove ognuno avrebbe potuto attingere a seconda dei bisogni, dei dubbi da chiarire, delle curiosità a cui rispondere e con il diritto alla parola.
Si, gli è stato anche detto, che tutto sarebbe avvenuto nel rispetto delle regole di una buona convivenza , l'hanno trovato un patto accettabile.
Sono sorpresi ma l'argomento sconosciuto le novità di poter parlare e di essere ascoltati li fa rilassare.
Finalmente avrebbero potuto dare un nome e un significato a tante sensazioni, che sentivano in modo confuso e che non lasciava libere le loro menti nelle scelte nel comportamento e nel rendimento.
Durante la crescita, il mondo delle emozioni subisce molte aggressioni di tipo relazionale in famiglia, a scuola, ad opera della politica dei mercati e proprio per queste, nell'adolescenza o poco dopo, per la grande energia dei cambiamenti sessuali, fisici, intellettuali, emotivi tutti mischiati tra loro, potrebbero esplodere conflitti tenuti per lungo tempo, in sordina.
 I ragazzi purtroppo non sono abituati ad essere ascoltati.
L'ascolto anche del silenzio, è già una conferma del nostro esistere e non è poco.
È spontaneo associare l'adolescenza alla favola dei tre porcellini.
Quando il lupo arriverà (il sesso temuto) correrà gravi pericoli il porcellino che ha la casa di paglia; avrà più possibilità quello con la casa di legno; potrà resistere il porcellino con la casa di mattoni.
Negli anni che precedono l'adolescenza i bambini spesso denunciano i loro disagi di origine relazionale (enuresi,, encopresi, tricotillomania, regressioni, onicofagia, aggressività, incubi)
con messaggi chiari e forti, ma il pregiudizio e la vergogna scoloreranno tutto nell'espressione "con il crescere migliorerà, aspettiamo".
Poi la famosa pausa di latenza rassicurerà molti.
Sì, tutto è stato superato, non pensiamoci più.
Quando arriverà l'adolescenza i disagi psicologici ritorneranno, più forti, meno comprensibili e più incontrollabili.
E di nuovo, il pregiudizio: "La colpevole è la adolescenza".
 Come nella favola dei tre porcellini, non è tanto la forza del lupo a distruggere le case e a metterli in pericolo, quanto la precarietà delle case stesse, ovvero la fragilità di molti, forse troppi bambini gravemente carenti di autostima.derivante da una mancata educazione emozionale
Per questo è nato il mio metodo, perché gli studenti, le famiglie vergognose di rivolgersi a un esperto e di chiedere aiuto capissero che quanto facevamo apparteneva alla quotidianità, alla normalità e si poteva parlare di tutto con tempi e modi propri
,  In questo programma,  ho evitato di proposito parole come patologico, normale, non normale matto, psicotico eccetera: i ragazzi avrebbero potuto piano piano approfondire la loro conoscenza fino a divenire migliori mediatori di se stessi dandocene conferma nel   comportamento, nell' apprendimento, nei loro rapporti sociali in classe  in un dialogo molto aperto e senza barriere che il cervello avrebbe accettato ben volentieri perché allergico alle barriere
Il metodo ha dato risultati molto positivi:migliore apprendimento, migliore comportamento, meno aggressività meno ansia, migliore relazionalità e molta serenità-
dott.ssa Adriana Rumbolo
Da un'esperienza con 1300 studenti in scuola pubblica  sull'educazione emotiva


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