giovedì 14 gennaio 2016

Il bambino non eredita solo i geni della madre ma anche la sua storia

Le emozioni della madre sono coinvolte nello sviluppo delle connessioni neurali.

Il bambino non eredita solo i geni della madre, ma anche la sua storia.


Boris Cyrulnik
L’obiettivo del progetto Feel Safe è intervenire con il metodo EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) sulla relazione tra genitori e figli per prevenire o risolvere i disturbi psicopatologici in età evolutiva.
I modelli teorici alla base del nostro protocollo d’intervento con il metodo EMDR sono:
La teoria dell’attaccamento, con i sistemi motivazionali ed il costrutto del triangolo drammatico;
Le teorie relative alla disregolazione emotiva, con il modello della teoria polivagale di Porges e il concetto della finestra di tolleranza.
Il sistema dell'attaccamento
Il sistema dell’attaccamento è uno dei cinque sistemi motivazionali interpersonali (SMI), insieme a quello dell’accudimento (ad esso complementare) e a quelli agonistico, sessuale e cooperativo. Il SMI dell’attaccamento si attiva nel momento in cui non possono essere soddisfatti i bisogni di base (come la fame o il sonno) o nei momenti di dolore, solitudine e vulnerabilità, per esempio di fronte ad una minaccia o ad un pericolo. La meta del SMI dell’attaccamento è di ripristinare, in tali situazioni di bisogno/minaccia/pericolo, la vicinanza con un membro del proprio gruppo sociale riconosciuto come «più forte o più saggio» (Liotti, 1994), in grado di fornire conforto e protezione.
Il SMI dell’attaccamento si attiva frequentemente nell’infanzia, in cui la condizione di vulnerabilità è massima, e ancor più frequentemente in un bambino esposto o direttamente coinvolto in un evento traumatico.
Quando il bambino può contare su una figura di accudimento
Il legame di attaccamento con un genitore è sicuro quando il bambino può contare su una figura di accudimento che fornisce conforto e protezione in maniera stabile e coerente.
L’attaccamento è insicuro di tipo evitante quando il bambino viene accudito da figure genitoriali che rifiutano o ignorano le sue richieste di aiuto: il bambino impara quindi ad inibire le proprie manifestazioni affettive.
L’attaccamento è insicuro di tipo ambivalente quando il bambino ha a che fare con una figura di accudimento imprevedibile e incoerente, per cui apprende che la vicinanza protettiva può essere ottenuta soltanto esasperando le proprie manifestazioni affettive.
L’attaccamento è invece disorganizzato quando le figure di accudimento sono disturbate da esperienze traumatiche non elaborate e mostrano imprevedibilità e incoerenza nei messaggi inviati ai loro figli, così come un’incapacità nell’entrare in sintonia con loro; questi bambini non hanno quindi strategie organizzate per far fronte alla minaccia e al pericolo, appaiono disorientati e mettono in atto comportamenti incongrui
scarica qui Il nostro approccio versione estesa
Trauma e attaccamento
Perché un bambino possa elaborare un’esperienza traumatica, è fondamentale che ci sia un legame di attaccamento sicuro con il genitore. Quando questo non avviene, non solo il trauma resta non elaborato, producendo sintomi o comportamenti disfunzionali, ma può peggiorare ulteriormente la qualità dell’attaccamento.
Quando, inoltre, la figura di accudimento è traumatizzata a sua volta, la stessa relazione con essa diventa traumatica per il bambino. In base al legame formato con le figure di attaccamento primarie (FdA) e alle prime esperienze avute con esse, l’individuo organizza un sistema di convinzioni che riguardano la propria identità, lo stare al mondo, i propri bisogni e le relazioni con gli altri. Bowlby ha definito questo sistema di convinzioni come Modelli Operativi Interni (MOI) (Bowlby 1969, 1973, 1979).L’attivazione del MOI dell’attaccamento disorganizzato causa difficoltà relazionali importanti. Per descrivere tali difficoltà relazionali, i teorici dell’attaccamento utilizzano il costrutto del triangolo drammatico di Karpman. Karpman teorizza che, nelle relazioni, i membri interpretano tre ruoli diversi: il Salvatore, il Persecutore e la Vittima. Nei casi di legami d’attaccamento disorganizzati, nelle circostanze percepite come minacciose dal bambino (Vittima), il genitore è contemporaneamente la fonte di paura (Persecutore) e la soluzione (Salvatore) per quella paura (Liotti 1995, 1999, 2001). Nei genitori con esperienze traumatiche irrisolte, in tali situazioni, entrano in gioco MOI disfunzionali, che portano alla perdita del controllo e alla disregolazione delle emozioni.
La teoria polivagale di Porgesconsente di identificare il substrato neuroanatomico della disregolazione emotiva (che come abbiamo visto è tipica nei legami di attaccamento disorganizzati e negli individui che presentano eventi traumatici non risolti); nel 1999, inoltre, Daniel Siegel ha sviluppato il concetto di “finestra di tolleranza“, per rappresentare graficamente le aree della regolazione e della disregolazione delle emozioni. Al di sopra e al di sotto della finestra di tolleranza ci sono rispettivamente gli stati di iper- e ipo- arousal, che non portano all’elaborazione del trauma, bensì al suo continuo riemergere. Lo stato ottimale di regolazione dell’arousal è all’interno della finestra di tolleranza, dove le diverse intensità di attivazione emotiva e fisiologica possono essere integrate senza che la funzionalità del sistema venga interrotta, permettendo così l’elaborazione dei traumi (Tagliavini G., 2011). Persone con una storia di traumi ripetuti, soprattutto se vissuti nell’infanzia, modificano e restringono lo spettro della finestra di tolleranza e tendono a produrre a risposte disregolative (iper – o ipo – arousal) anche in presenza di stimoli che per altri sono tollerabili.
Lutti e traumi non elaborati del genitore costituiscono quindi un fattore di rischio nella qualità dell’attaccamento del figlio.

Bibliografia


Bowlby J. (1969). Attachment and loss, 3 voll. London: Hogarth Press.

Bowlby J. (1973). Attachment and Loss. Vol. 2: Separation. New York: Basic Books. Tr. It. Attaccamento e perdita.Vol. 2: La separazione dalla madre. Torino: Boringhieri, 1975.

Bowlby, J. (1979). The Making and Breaking of Affectional Bonds. London: Tavistock Publications.