Autonomia:quando un soggetto ha maggior conoscenza del proprio patrimonio emozionale si può usare l'espressione" trattare alla pari senza un concetto d'inferiorità rispetto ad altre persone".
E' stato scritto da una studentessa di 14 anni e mi è piaciuto.
Alcuni anni fa nasceva la speranza che la donna ricevendo, fin da bambina, un'educazione più attenta a valorizzare il femminile, potesse raggiungere una certa autonomia.
E' stato scritto da una studentessa di 14 anni e mi è piaciuto.
Alcuni anni fa nasceva la speranza che la donna ricevendo, fin da bambina, un'educazione più attenta a valorizzare il femminile, potesse raggiungere una certa autonomia.
Una collana di simpatici
libri :”Dalla parte delle bambine “che ora viene riproposta,
avvallava questa speranza
Erano gli anni '70.
Poi, silenzio!
Ora , alla luce delle scoperte delle neuroscienze soprattutto per la rivalutazione delle emozioni il percorso di crescita di una bambina/o si ripresenta ,con più urgenza, per raggiungere la sua autonomia frutto della presa di coscienza di tutto quanto la natura gli ha dato per potersi gestire al meglio e coniugarlo con la cultura, conoscendolo, modulandolo ,ma non reprimendolo.
Ora , alla luce delle scoperte delle neuroscienze soprattutto per la rivalutazione delle emozioni il percorso di crescita di una bambina/o si ripresenta ,con più urgenza, per raggiungere la sua autonomia frutto della presa di coscienza di tutto quanto la natura gli ha dato per potersi gestire al meglio e coniugarlo con la cultura, conoscendolo, modulandolo ,ma non reprimendolo.
Autonomia ed emozioni
sono intimamente connesse
.Purtroppo come ho già
scritto le emozioni sono presenti nel bambino/a fin dalla nascita e
forse anche prima ma ancora sembra mancare la dovuta attenzione al
primo anno di vita del bambino/a quando dovrebbe iniziare la
modulazione delle emozioni primarie rabbia, paura, angoscia da
separazione, nella relazione con la mamma e l'ambiente
familiare.
Poi il rapido inserimento
negli asili nido per l'impegno lavorativo dei genitori, dovrebbe
favorire nella comunicazione con i pari la continua sperimentazione
di quelle emozioni primarie così importanti che se represse o mal
gestite, potrebbero turbare gravemente, per tutta la vita, i
contatti relazionali , negli affetti, nel lavoro, nelle scelte più
importanti.
Spesso il bambino molto
piccolo non distingue bene l'accudimento dall'amore.
Inizia così una brutta
dipendenza affettiva dove il soggetto cercherà sempre delle
stampelle affettive-accudenti a danno suo o altrui ignorando le
proprie potenzialità ,il proprio corpo;non farà un buon percorso di
crescita affettiva.emotiva-sessuale , ma chiederà sempre e invano
agli altri di cambiare, impresa improbabile, e male alimenterà la
propria autostima con i loro giudizi e pregiudizi.
Per questo, potrebbero
verificarsi gravi disturbi comportamentali, bassa autostima, blocco
dei sistemi difensivi,identità confusa, incapacità di chiedere
aiuto , un potere decisionale molto debole e incerto.
Il soggetto cresce
convinto che se perde “le stampelle affettive- accudenti altrui”,
non riuscirà a provvedere a se stesso e per mantenerle si adatterà
a tutto , alterando l'armonia del suo benessere
e invano il suo corpo
manderà segnali di sofferenze psicosomatiche spesso in un quadro
depressivo.
Sono propensa a credere
che molti studenti con scarso rendimento negli studi si trovano in
questo stato o nei manipolatori di personalità fragili, nei
femminicidi se osservassimo bene troveremmo soggetti con disordini
emotivi , bloccati nei mezzi difensivi.
La Montessori diceva “il
bambino di oggi sarà l'uomo del domani “, ugualmente “la bambina
di oggi sarà la donna nel futuro”.
I primi anni di vita di
un bambino/a sono come le fondamenta di una casa, le radici di un
albero, non dimentichiamolo mai.
Dott.ssa Adriana Rumbolo