giovedì 30 luglio 2020

Dalle neuroscienze alla didattica e-learning

Quando un’insegnante scendeva a picco in una valutazione molto bassa ,creava un dibattito interno nel soggetto: se l’ accetto in silenzio potrebbe passare per un incidente di percorso ,ma se dico che non ho capito bene , può venire messa in dubbio la mia intelligenza.
E’ un rischio da non correre , :meglio passare da “sbuccioni” che da imbecilli.
Episodi frequenti .
Ora finalmente le scoperte delle  neuroscenze faticosamente ,molto faticosamente si stanno facendo strada, fra insegnanti, genitori, educatori soprattutto editori facendo comprendere, in modo accessibile, a molti il rapporto cervello-apprendimento il rapporto,mente-cervello-corpo ,l’importanza di conoscere e gestire le emozioni e il danno di tanti pregiudizi
Hanno potuto dimostrare quanto siano necessari nel percorso educativo l’ascolto , l’osservazione , le personalizzazioni.,l’attenzione alle emozioni
Non riesco a comprendere perchè una buona parte della scuola e degli educatori degli editori non riescono ad accettare queste preziose informazioni scientifiche
E’ così difficile, proprio nei primi anni di vita, percepire nel bambino un soggetto nuovo, tutto da conoscere e proprio per questo. ascoltarlo e osservarlo per stabilire con lui una relazione?
Spesso ce ne accorgiamo quando il soggetto si è già allontanato e ristabilire una relazione sempre sarà più difficile se non impossibile
Spesso si allontanano quando hanno subito danni i mezzi fondamentali per la comunicazione : le emozioni..
Ricordo bene che,nella mia esperienza di dieci anni nella scuola pubblica via, via che proseguivo nel fornire informazioni sul cervello , sulle emozioni, sulla memoria ,su tanti aspetti del quotidiano era molto gratificante percepire che molti ragazzi con intenso dialogo ,prendevano coscienza di sè con grande soddisfazione, esprimendola poi nel relazionare, nell’apprendimento,nella creatività, riacquistando fiducia nei propri mezzi difensivi a favore dell’autostima e della sicurezza..
Per tanti anni avevano sprecato energie in immobilismi infruttuosi per cui il corpo segnalava già sofferenze psicosomatiche
.Quando mi chiedevano:”ma tutti abbiamo le emozioni, alla mia risposta affermativa :” allora sono normale anche se ho tanti 4 in pagella!
Può sembrare buffo ,ma a lungo andare può diventare tragico.
Tutta l’esperienza descritta nel mio libro “Il cervello nella scuola” racconta l’incontro di1300 ragazzi di 12/16 anni, per la prima volta, in scuole pubbliche italiane con le neuroscienze.ed è stato veramente un bell’incontro.
Testimoni io e alcuni insegnanti , osservavamo, ci affinavamo nell’ascolto,e seguivamo il percorso dei ragazzi perché essendo loro i diretti interlocutori solo le loro risposte divenivano la segnaletica più corretta del percorso di una didattica sicuramente più rispettosa e fruttuosa .
Spesso ,forse siamo tutti un po’ troppo interventisti.
L’interventismo come ci ha spiegato bene Stern non fa bene alla didattica o ai percorsi educativi in genere.
Usufruendo dei benefici delle scoperte delle neuroscienze anche la tecnologia può venire in aiuto alla didattica
La pubblicità , da molto tempo, ha ben accolto le scoperte neuroscentifiche perché ne ha compreso il grande potenziale nel mercato .
Quando se n’è parlato a scuola per i ragazzi è stato molto interessante scoprire il potere comunicativo del colore,della musica. di un ‘immagine che sintetizza un pensiero, il protagonismo della memoria, la velocità che non da il tempo di pensare e i messaggi subliminali
Due pericoli :le estremizzazioni e l’omologazione e a volte i messaggi subliminali che la fanno un po’ troppo da persuasori occulti
Un giorno in cui si parlava a scuola di creatività un ragazzo esclamò:E’ stato bravo il cervello a copiare dal computer!
Rimasi un attimo sorpresa poi riflettei che lo studente si era espresso facendo un po’ di confusione ma mi dava la conferma che il cervello non era più per lui un perfetto sconosciuto
.Dalle nuove scoperte neuroscientifiche quindi maggiore conoscenza di base del cervello e per l’apprendimento delle varie discipline scolastiche mezzi tecnologici che ispirandosi al cervello stesso gli facilitano il lavoro adattandosi alla sua struttura di percepire , associare, dissociare ,archiviare, creare, memorizzare con il grande vantaggio dello studente di poterlo personalizzare in una affollata e insostituibile rete di comunicazioni emotive e cognitive
 E la scuola sempre immersa nella realtà .

Dott.ssa Adriana Rumbolo






sabato 25 luglio 2020

Un asilo nel bosco e Terra del Sole

"C’è un asilo nel bosco" di Benedetta Verrini
"Un asilo nel bosco e Terra del Sole"  può sembrare un accostamento forzato e invece mi è sembrato perfettamente naturale
La dott.ssa Verrini informa che ha sede a Ostia Antica la prima scuola materna che ha per aula la natura: i bambini stanno prevalentemente all'aria aperta e giocano con sassi, pigne, foglie
. Conseguenza: si ammalano di meno, sono più socievoli e creativi.
 Un'esperienza di successo destinata a diffondersi
Si chiama Skovbørnehave o asilo nel bosco. È nato in Danimarca, ha conquistato il Nord Europa (in Germania ce ne sono più di mille) e da poco è arrivato anche in Italia, con una prima esperienza a Ostia Antica.
«È un progetto pedagogico rivolto ai bambini dai due ai sei anni, con una quotidianità scolastica che si svolge quasi per intero all’aria aperta» spiega Paolo Mai, educatore de L’Asilo nel Bosco, una struttura privata gestita da un gruppo di educatori che sta offrendo un contributo pionieristico alla pedagogia della scuola italiana.
Nell’asilo nel bosco l’aula è la natura:«Anche se resta uno spazio al coperto dove ci si può riparare in caso di brutto tempo» spiega Mai «per la maggior parte del tempo i piccoli stanno all’aria aperta, “imparano facendo”, attraverso materiali come sassi, pigne, foglie, legni».
I risvolti positivi sono enormi: «Il tasso di raffreddori e malattie è molto basso» conferma l’educatore. «La conflittualità è praticamente azzerata, perché l’assenza di giochi tradizionali e la possibilità di sfogare le energie rende i bambini molto felici.
 Osserviamo anche un eccellente sviluppo dei cinque sensi e delle competenze alla spazialità, insieme con l’immaginazione e alla creatività».
L’Asilo nel Bosco è stato protagonista di una conferenza pedagogica all’Università di Roma Tre, con la testimonianza di molte esperienze straniere.
L’interesse per il progetto è anche legato alla sua sostenibilità: in assenza di costi di struttura, il rapporto bambino-educatore è di uno a dieci, mentre nelle materne tradizionali è di uno a 25.
Grazie ai corsi di formazione e al supporto del gruppo ostiense, l’anno prossimo partiranno altri progetti simili a Biella, Rapallo, Verona, Piacenza, Parma e Mantova
Ecco  perchè  ho associato  Terra del Sole , città fortezza del 1564  dove, i bambini hanno la possibilità di essere, a due passi da casa,  a contatto con la natura;  prati. alberi da frutta,   insetti ,animali da cortile,  la libertà di corse sfrenate per rotolarsi nell'erba e poi  un fiume  che nella bella stagione per la diminuzione dell'acqua  permette di  vedere il fondo e scegliere i sassi più lisci e di vari colori e nelle pozze di acqua più tiepida guardare il guizzare dei girini  che si muovono freneticamente aspettando di trasformarsi in ranocchi
.E se all'improvviso si annuncia un temporale velocemente si può cercare rifugio attraversando le mura che circondano e proteggono  l'abitato
E proprio per la vicinanza a tutto  che i bambini possono autogestirsi nei giochi più creativi e fantasiosi  nelle molteplici esperienze sensoriali e nell'affinare il rapporto con l'ambiente per sollecitare il progresso cognitivo, liberi  ma   protetti .
Si, quando si verificano queste condizioni l'aggressività e la competizione diminuiscono a favore di intensa comunicazione.
E poi aggiungerei molto presente nei bambini  a contatto con la natura  è sollecitata e coinvolta la scoperta della  neuroestetica
 Da "Emozioni a Terra del Sole" di Adriana Rumbolo
".Il risultato fu che, quando usciva con il vestitino  blu ,Luisa era come inamidata:niente corse, niente bicicletta, niente scappate alla Basilea, niente giochi lungo il Montone.
Non le rimaneva che sedersi su una panchina  nella grande piazza.
.Per la verità, in quella fase lei si limitò a scoprire la bellezza di Terra del Sole.
Rigida e impettita sulla panchina, alzò gli occhi verso l'alto richiamata dallo stridio delle rondini che volavano tutt'attorno al campanile.
La luce azzurro rosa del crepuscolo estivo dava alle antiche mura, alle case, agli alberi ed all'orizzonte lontano una perfetta conturbante serenità.
La quiete della sera era come solcata dai richiami delle rondini ed il loro volo tracciava linee così precise e definite  da lasciare nel cielo un  invisibile misterioso disegno
"Sembra proprio che sappiano che cosa devono fare!" pensò Luisa tutta compresa"Come sono belle , e come sono intelligenti queste rondini del  campanile di Terra del Sole !".
E si sentì contenta di esserci anche lei in un posto  così prezioso e magico.
Più tardi Luisa dovette imparare che ogni campanile ha le sue rondini, o viceversa, e che tutte- ma proprio tutte- sono  altrettanto belle e intelligenti.
Ma questo non le fece mutare idea.
Nè cambiò proprio niente altro.
Inoltre spesso in luoghi a contatto con la natura è anche possibile comunicare con persone per le quali "Buongiorno vuole dire Buongiorno" come per i barboni che nel film di De Sica"Miracolo a Milano"
a cavallo di scope volano verso il  luogo dove "Buongiorno vuol dire Buongiorno".
E questo coccola la naturale logica di molti bambini.
Ottimo il progetto  di un asilo-nido  che viva all'aria aperta.
Ho fatto un'esperienza simile raccolta poi nel libro"Emozioni a Terra del Sole"
IL libro adottato da due intelligenti insegnanti  in una seconda media alla Machiavelli a Firenze è piaciuto molto ai ragazzi che hanno commentato:"Che fortuna vivere in un luogo dove è possibile sentirsi liberi e organizzarsi da soli , ma protetti.
dott.ssa Adriana Rumbolo