Trenta, quaranta anni fa la tecnologia si occupò delle emozioni, le spolverò ,le chiarì, spiegò la loro conoscenza e gestione parte importantissima del lungo e ancora misterioso percorso del cervello. E allora comprendemmo meglio tanti perchè della della nostra vita, affinammo la nostra comunicazione e confidammo in una politica migliore,più comprensibile che rispondesse ,naturalmente non sempre, con la logica di risultati fruttuosi e previsti
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Il tempo passava e la politica usava la potenza delle emozioni, sulle masse in modo confuso, ,potenziate dai mass-media dai social.netuork .
Non dovevano servire per essere meglio compresi , no bisognava mescolarle confusamente tralasciando anche le famose pause così chi ascoltava rimaneva ammutolito e molto ,molto stanco!
Perchè se a un ondata emotiva non fosse seguito un buon risultato non era un problema ne veniva subito proposto un altro come una momentanea distrazione
Negli ultimi tempi mentre il percorso tecnologico ci stupisce quasi ogni giorno con nuovi riultati. non riusciamo più a parlare di intelligenza emotiva ,ma di caos emotivo di cui soprattutto dai giovani arrivano messaggi inquietanti
.Certamente i ragazzi non perdono tempo a rovinarsi avendo a disposizione facili e vari modelli degli adulti
Quando ho portato, credo per la prima volta. in scuole pubbliche. le neuroscienze i ragazzi le trovarono molto interessanti con ottimi risultati mentre gli adulti esperti della scuola mi ripetevano ":Ma perchè vuole parlare del cervello?"Poi ho compreso che in genere dalle classi politiche non erano conosciute come intelligenza emotiva ma come giochi di parole solo per emergere illudendosi che i cittadini non capissero e che sotto il peso di continue elezioni, forme e riforme inconprensibili fossero diventati tutti come gli asini bigi della poesia del Carducci che brucando ottusamente non alzano più la testa perchè non percepiscono più il rumore di qualcosa di intelligente che si muove intorno a loro
Per i politici in generale:
"Pensieri rapidi e morale lenta"
"I cittadini capiscono! "
dott.ssa Adriana Rumbolo
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