venerdì 11 ottobre 2013

Jaak Panksepp. L'Archeologia della mente.

“… i comportamentisti credevano che i bambini non avrebbero avuto ragione di legarsi ai loro custodi se questi non avessero provveduto ai loro bisogni fisici. Non c’era l’idea che i bambini o i giovani animali avessero un intrinseco bisogno di attaccamento sociale al di là della soddisfazione dei bisogni fisici
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. Alcuni dei più notevoli consigli furono dati da John Watson, il padre del comportamentismo, che allevò i propri figli con poco affetto. Il suo pezzo più famoso riguardante un’appropriata educazione dei figli fu di “mai abbracciarli e baciarli, mai lasciarli sedere in grembo. Se dovete, baciateli una volta sulla fronte quando gli date la buona notte. Stringetegli la mano al mattino. Dategli un tocco sulla testa se hanno compiuto un lavoro straordinariamente buono o un compito difficile” (dal suo Cura Psicologica dell’Infante e del BambinoPsychological Care of Infant and Child, 1928, che vendette più di 100.000 copie nei primi mesi dopo la pubblicazione). Tutti i suoi figli ebbero gravi problemi emozionali, forse a causa di indifferenza parentale, inclusa una figlia che tentò più volte il suicidio e un figlio che riuscì a togliersi la vita.”
Pensate forse che si tratti di cose lontante dalla nostra realtà? Quante persone emotivamente equilibrate e consapevoli credete che ci siano fra i guerrafondai che oggi spingono per bombardare la Siria?
Il pezzo è tratto da The Archaeology of Mind .

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