Cervello e
corpo dunque si influenzano a vicenda. Le mappe percettive dei nostri stati
corporei diventano sentimenti corporei grazie all’esistenza di sentimenti
primordiali (che nascono dai nuclei del tronco encefalico superiore e che sono
parte integrante dei meccanismi di regolazione dei processi vitali) che
precedono qualsiasi interazione fra i meccanismi di regolazione dei processi
vitali e gli oggetti.
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Il cervello inoltre è in grado di creare mappe che simulano certi stati del corpo (in un certo senso li anticipano) come se si stessero effettivamente verificando. Secondo Damasio i cervelli complessi, per simulare i propri stati corporei, si servono di un circuito fisiologico «come se», da cui deriva anche la capacità di simulare gli stati corporei equivalenti negli altri in base alla funzione dei neuroni specchio. Noi entriamo in relazione con gli altri non soltanto con il linguaggio e le immagini visive, ma innanzitutto mediante le azioni con cui possiamo rappresentare i movimenti altrui. Il corpo da cui parte la mappatura del cervello è alla base del processo del sé della mente cosciente e delle rappresentazioni del mondo esterno. A livello concettuale, Damasio distingue le emozioni dai sentimenti: «Mentre le emozioni sono azioni accompagnate da idee e da particolari modalità di pensiero, i sentimenti delle emozioni sono perlopiù le percezioni di quello che il nostro corpo fa mentre l’emozione è in corso, unite alla percezione del nostro stato mentale in quel medesimo lasso di tempo». L’innesco delle emozioni avviene tramite immagini o eventi presenti o rievocati. I sentimenti delle emozioni sono in genere percezioni del nostro stato corporeo durante un’emozione e trovano il loro substrato nei sentimenti primordiali prodotti nelle regioni somatosensoriali del tronco encefalico superiore e della corteccia cerebrale (in quest’ultima la regione principale coinvolta è la corteccia dell’insula). Le variazioni nelle mappe generate in queste regioni dà origine alla mappatura del sentimento dell’emozione. Secondo Damasio, i sentimenti nascono sia dal «circuito del corpo», compreso il circuito corporeo «come se», sia artificialmente, in seguito alla somministrazione di farmaci o analgesici naturali. Le emozioni universali (come paura, rabbia, tristezza, felicità, disgusto e sorpresa), presenti cioè in tutte le culture, dimostrano che esse sono programmi d’azione automatici e non appresi, che hanno la loro origine nella selezione naturale e nelle istruzioni contenute nel genoma. Tuttavia, pur essendo simile il meccanismo essenziale delle emozioni, l’influenza della cultura e dell’educazione permette agli individui di personalizzare le espressioni emozionali (come di fatto avviene ad esempio nell’esibizione pubblica del riso e del pianto nelle diverse culture). Oltre alle emozioni di fondo, noi possediamo emozioni sociali (come compassione, imbarazzo, vergogna, senso di colpa, disprezzo, gelosia, invidia, orgoglio, ammirazione) che comprendono molti principi morali e sono alla base dei sistemi etici. In particolare, abbiamo la tendenza ad emulare quei comportamenti da cui possiamo avere delle ricompense, come ad esempio quelli legati all’ammirazione e alla compassione. Accanto alla percezione degli oggetti, è importante anche la capacità del cervello di ricordare l’oggetto stesso; esso non è in grado soltanto di registrare nella memoria le mappe sensoriali, ma anche di riprodurre il loro contenuto originale.
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Il cervello inoltre è in grado di creare mappe che simulano certi stati del corpo (in un certo senso li anticipano) come se si stessero effettivamente verificando. Secondo Damasio i cervelli complessi, per simulare i propri stati corporei, si servono di un circuito fisiologico «come se», da cui deriva anche la capacità di simulare gli stati corporei equivalenti negli altri in base alla funzione dei neuroni specchio. Noi entriamo in relazione con gli altri non soltanto con il linguaggio e le immagini visive, ma innanzitutto mediante le azioni con cui possiamo rappresentare i movimenti altrui. Il corpo da cui parte la mappatura del cervello è alla base del processo del sé della mente cosciente e delle rappresentazioni del mondo esterno. A livello concettuale, Damasio distingue le emozioni dai sentimenti: «Mentre le emozioni sono azioni accompagnate da idee e da particolari modalità di pensiero, i sentimenti delle emozioni sono perlopiù le percezioni di quello che il nostro corpo fa mentre l’emozione è in corso, unite alla percezione del nostro stato mentale in quel medesimo lasso di tempo». L’innesco delle emozioni avviene tramite immagini o eventi presenti o rievocati. I sentimenti delle emozioni sono in genere percezioni del nostro stato corporeo durante un’emozione e trovano il loro substrato nei sentimenti primordiali prodotti nelle regioni somatosensoriali del tronco encefalico superiore e della corteccia cerebrale (in quest’ultima la regione principale coinvolta è la corteccia dell’insula). Le variazioni nelle mappe generate in queste regioni dà origine alla mappatura del sentimento dell’emozione. Secondo Damasio, i sentimenti nascono sia dal «circuito del corpo», compreso il circuito corporeo «come se», sia artificialmente, in seguito alla somministrazione di farmaci o analgesici naturali. Le emozioni universali (come paura, rabbia, tristezza, felicità, disgusto e sorpresa), presenti cioè in tutte le culture, dimostrano che esse sono programmi d’azione automatici e non appresi, che hanno la loro origine nella selezione naturale e nelle istruzioni contenute nel genoma. Tuttavia, pur essendo simile il meccanismo essenziale delle emozioni, l’influenza della cultura e dell’educazione permette agli individui di personalizzare le espressioni emozionali (come di fatto avviene ad esempio nell’esibizione pubblica del riso e del pianto nelle diverse culture). Oltre alle emozioni di fondo, noi possediamo emozioni sociali (come compassione, imbarazzo, vergogna, senso di colpa, disprezzo, gelosia, invidia, orgoglio, ammirazione) che comprendono molti principi morali e sono alla base dei sistemi etici. In particolare, abbiamo la tendenza ad emulare quei comportamenti da cui possiamo avere delle ricompense, come ad esempio quelli legati all’ammirazione e alla compassione. Accanto alla percezione degli oggetti, è importante anche la capacità del cervello di ricordare l’oggetto stesso; esso non è in grado soltanto di registrare nella memoria le mappe sensoriali, ma anche di riprodurre il loro contenuto originale.
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