Ho letto pochi giorni fa una favola scritta, da Margot Sunderland, per aiutare i bambini a esprimere le emozioni
. Il protagonista è un bambino che si chiama "non m'importa".
E' una storia che molti bambini vivono per cui ,il bambino che la legge o se la sente raccontare, confrontandosi con emozioni bloccate, frustrazioni, disagi presenti nella vita di un coetaneo che si risolvono raccontandole ,parlandone , piano , piano, potrebbe ,anche lui, ammorbidire difese troppo rigide fino ad aprirsi e raccontare le proprie frustazioni, le proprie incomprensioni ,le rabbie, le paure e ricavandone sollievo si abituerebbe a cercare il potente aiuto di un buon dialogo
Continua a leggere.
Non solo i bambini usano difendersi cercando di negare anche a se stessi le emozioni negative con" non m'importa" ma,anche gli adolescenti nascondono disagi sociali , vergonge , rabbia per un'ingistizia subita ,violenze subite, gridando con atteggiamento di sfida ":non m'importa" .
Molti genitori ,educatori cascano nella trappola e con superficialità, giudicano l'espressione, solo una provocazione o una sfida in un soggetto forte e ribelle. spesso da punire.
Attenzione, "Non m'importa" spesso specie nell'infanzia e nell'adolescenza è invce una bandiera bianca di resa, di dichiarazione che tutte le risorse ,le potenzialità stanno entrando o sono già entrate in pausa con gravi danni nell'apprendimento , nel comportamento a danno proprio e altrui e con sofferenze psicosomatiche
Come ho già scritto negare le emozioni è inutile, resteranno nell'inconscio a fare danni.
I sentimenti e le emozioni non vanno tenuti in silenzio o rimossi, perchè allora si che la loro azione potrebbe diventare molto pericolosa..
Le emozioni hanno bisogno di racconto.
Lo sperimentiamo ogni giorno.
dott.ssa Adriana Rumbolo
Errata corrige:il nome del bambino protagonista della storia di Margot Sunderland per l'esatezza si chiama
"Nonimporta".Involontariamente ho cambiato il nome ma ,forse non inconsapevolmente.
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