L'ho conosciuto,io bambina ,lui studente universitario
.Quando veniva a pranzo da noi era una festa
.Amavamo ascoltarlo parlare dei suoi progetti che non erano solo di studi , ma di sogni sociali, ideologie che facevano dimenticare perfino le lasagne sulla tavola
Continua a leggere
.Sapevamo che prima o poi la sua voce e tutto il corpo avrebbe parlato del rapporto conflittuale , carico di tensioni con il padre
.Non potevamo che rimanere in silenzio ,perchè riferiva una realtà che conoscevamo bene
.Ci auguravamo solo che il suo futuro serebbe stato più sereno e che il nostro affetto , la nostra stima lo avrebbero aiutato
.Si sposò ed ebbe dei figli
.Era andato ad abitare lontano e per molti anni non ebbi sue notizie.
Quando lo rincontrai fu per me un grande piacere, ma non durò a lungo.
Percepivo sempre più nel suo atteggiamento, modi di dire, di fare che ripetevano esattamente quelli del padre proprio quelli che gli avevano causato tante sofferenze.
La mia attenzione presto fu coinvolta anche e soprattutto dal rapporto che aveva con il primo figlio.
Si rivolgeva a lui con le stesse parole, con la stessa durezza, con lo stesso desiderio di screditarlo come aveva fatto anni addietro, suo padre con lui.
E nello sguardo del ragazzo la stessa sofferta tristezza di quando lui,giovane universitario, veniva a pranzo da noi
Forse anche il ragazzo stava introiettando la dittaura paterna come estremo meccanismo difensivo danneggiando il suo "io" che avrebbe continuato a mandare segnali di forte disagio per non aver potuto esprimersi armoniosamente.
Purtroppo ,nella famiglia si verifica spesso e non è facile anche con una terapia cognitivo-comportamentale cancellare un danno così grande quando mette radici in un bambino
Dott.ssa Adriana Rumbolo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
-
Damasio, nella sua ricerca, scopre come lo sventurato Elliot, pur conservando appieno le sue "notevoli" capacità intellettive (tut...
-
L'uomo pensa in maniera lineare, a differenza della donna, la cui modalità è circolare A questa conclusione è arrivata la professoressa...
-
“… i comportamentisti credevano che i bambini non avrebbero avuto ragione di legarsi ai loro custodi se questi non avessero provveduto ai ...
Nessun commento:
Posta un commento