Domani si parlerà ancora di scuola.
Oggi un ragazzo frequenta la scuola per
circa 18 anni, 18 anni in cui accadono nel suo cervello cose
importantissime.
Si sa che circola la voce che entro i
primi5 anni tutto è già compiuto.
È un giudizio che fa tremare i polsi e
purtroppo in buona parte dobbiamo crederci.
La famiglia è la prima e più piccola società
nella quale il bambino si trova,con legami affettivi e
relazionali tanto importanti quanto difficili
. È proprio la vita relazionale, guidata dalle emozioni, della famiglia a creare i primi conflitti che potrebbero disturbare lo sviluppo emotivo del bambino più o meno seriamente.
Ho già scritto che non credo alla voce
del sangue ma molto a una relazione di conoscenza che avviene piano piano
fra i componenti del gruppo familiare.
Quando dopo i primi anni e qualche
volta dopo i primi mesi il bambino entra in una struttura scolastica,
porterà se li avrà, i suoi conflitti emotivi e affettivi familiari che saranno
ancora più visibili in una società più grande in una vita
relazionale più intensa con una autorità più precisa e delle
regole che scandiranno la sua vita "scolastica"
. Ammiro molto gli insegnanti che
accolgono questi bambini così piccoli dove il cervello produce
neuroni a una velocità impressionante e registra e
avverte tutto quello che può nell'ambiente intorno.
Ripeto ammiro molto insegnanti che
accolgono per primi i bambini in una struttura sociale
scolastica e penso che il loro impegno sia molto difficile, ma qualche
volta rifletto che nella scuola il bambino che elaborerà all'inizio
il distacco dalla figura materna dalla sua casa non ci saranno quei
conflitti così profondi che si vengono a creare purtroppo così
facilmente nella famiglia naturale..
È molto interessante osservare questi
bambini così piccoli che usano tutti i mezzi che possono nella loro
prima comunicazione e insegnanti attenti veramente minuto per minuto
per modulare con dolce fermezza quelle emozioni che arrivano a scuola
già un po' compromesse.
Un bambino non nasce per rimanere sempre
nella sua famiglia, non è quello il suo fine e tutti gli diranno che
poi diventato grande andrà a scuola e poi all'università
e poi potrà scegliere un lavoro e poi conoscerà tanti amici: a
parole gli promettono tante cose ma la preparazione a tutti questi
passi che si succederanno sta in gran parte proprio nella
scuola.
Nella scuola piano piano impareranno a essere per meglio relazionare con i coetanei ad avere una guida in questa
relazione negli insegnante e potranno liberare la loro creatività.
Tutte le loro conoscenze saranno
elaborate e le loro esperienze costruirànno la memoria e la buona musica
entrerà nella loro vita molto presto esperiamo la manualità continuerà il percorso in
quella società che crescerà con loro giorno per giorno
. La famiglia
nello sfondo , se possibile stabile, perché rimarranno sempre lì le
loro radici, ma la scuola è l'ambiente dove cresceranno e
impareranno a relazionare a difendersi ad accettare una sconfitta ad
emergere ad avere le prime simpatie dove impareranno come superare
le prime frustrazioni e la scuola con i mezzi che ha cioè l'apprendimento, stare con gli altri e l'autorità può forse ripristinare i conflitti
piccoli e medi che già il bambino porta dalla famiglia
A scuola arriva anche l'inconscio!.
A scuola arriva anche l'inconscio!.
La scuola lo può fare se un insegnante
avrà una classe con un numero limitato di allievi, potrà andare a
scuola sicuro/a del suo lavoro e con un guadagno che gli permetterà di
vivere tranquillamente.
L'insegnante insegna a un bambino non solo nozioni ma gli fornirà informazioni e mezzi per essere e si accorgerà perché se ne accorgerà
sicuramente che il bambino ha già tanto sapere in sè solo
che è difficile coniugare serenamente con il suo sapere le conoscenze del presente della sua società.
A scuola seguiranno la moda di
abbigliamento, a scuola dovrebbe esserci molto molta più ginnastica
perché è il momento in cui il corpo cresce tanto e si trasforma e il cervello inizia a produrre sostanze come la dopamina la mielina e gli
ormoni sessuali il corpo deve essere sempre l'àncora della mente
Penso che siano stati molto fortunati
quei bambini che adulti ricordano con nostalgia quanto sia stato
importante la figura di un insegnante nella loro crescita.
Mi dispiace quando molti ragazzi
ricordano con dolore le ingiustizie e la mancanza di dialogo di
ascolto che hanno trovato nel loro percorso scolastico
. dott.ssa Adriana Rumbolo
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