domenica 10 agosto 2014

"Mossa e attesa" di Salvatore Iannucci

Quando Giovanni la conobbe in un caldo  pomeriggio di luglio, si trovò di colpo davanti una ragazza alta, truccata, con un vestito rosso fuoco e tacco  12.
La salutò e lei ricambiò porgendogli la mano. "Io sono Giuditta".


 "Io sono  Giovanni -le disse- piacere" .
Gli strinse la mano...
Quella di lei era leggermente sudata, tradiva allo stesso tempo un leggero timore reverenziale in contraddizione con la sua apparenza, che invece trasmetteva sicurezza e un po' di ostentazione.
Aveva i capelli castani e gli occhi "azzurro mare", avrebbe detto Julio Iglesias. Lasciò dei documenti e se ne andò.
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Lui la seguì  mentre si allontanava.
Sentiva il rumore dei tacchi sempre più lontano.
Si era rimesso da poco con Laura con la quale aveva una storia, seppur tra alti e bassi, ormai da quasi tre anni.
Era convinto o forse si stava rassegnando che in quel momento potesse essere la persona giusta.
Avevano deciso di passare le vacanze insieme, in Spagna.
Non sapeva bene perchè, ma quella ragazza con la sua voce gli aveva lasciato qualcosa di irrisolto, aveva toccato una corda che era un po' di tempo che non vibrava  più e che per un attimo lo aveva "sconvolto" o si potrebbe dire"svegliato".
Sapeva che nei giorni successivi Giuditta sarebbe dovuta ripassare nuovamente in ufficio e fece in modo di esserci.
Era un venerdì e a quell'ora c'era solo lui.
Aspettò e poi sentì la sua voce nel corridoio che chiedeva se c'era qualcuno.
"Giuditta, sono io -disse- guarda, fra l'altro su quei documenti che hai lasciato ti volevo dire un paio di cose". Si sedette davanti a lui... era proprio bella, ma non solo quello... gli trasmetteva più sensazioni tutte insieme... curiosità... timore... paura... agitazione... instabilità.
Le  raccontò  una serie di sciocchezze. ripetendo le stesse cose, ma cambiando le parole una decina di volte.
Si rese conto dopo un po' di anni di essere in imbarazzo, quasi a disagio, perchè era impossibile frenare quell'impulso che lo portava verso di lei.
La salutò e rimase per un attimo in  quello stato di ebbrezza.
Quando uscì dal lavoro, andò dalla parte opposta a dove aveva parcheggiato la macchina. Pochi giorni dopo, prendendo spunto da un messaggio che lei aveva pubblicato sulla bacheca di facebook, le scrisse che per capire lo spirito livornese sarebbe dovuta andare dal Civili a Livorno, noto bar che rappresenta uno spaccato verace di come approcciano la vita i livornesi e allo stesso tempo dove si può assaporare l'unico e originale Ponce.
Naturalmente non rispose subito... passarono diversi giorni e poi a sorpresa  gli disse che il programma le piaceva e gli chiedeva quando potevano andarci.
Rilesse quel messaggio più e più volte, incredulo che potesse essere vero
La settimana successiva sarebbe partito per la Spagna.
Che fare?
Non rispondere e lasciar perdere?
Del resto ce lo hanno insegnato da piccoli che l'occasione fa l'uomo ladro e via dicendo.
E poi lui stava  per fare la vacanza che poteva cambiare la sua vita.
Aveva sempre pensato che per raggiungere la felicità non bisogna fermarsi, ma, come amava  ripetersi da un po' di tempo a questa parte, avere la forza di andare avanti con le proprie convinzioni fino in fondo, alla ricerca della grande onda.
Del resto come disse Robert Frost: "Davanti a due strade divergenti in un bosco, mi incamminai lungo quella meno battuta, e questo ha fatto la differenza".
Le propose di vederla un paio di giorni prima di partire.
Lei non  rispose.
Quella vacanza con Laura gli confermò che ci stava bene insieme, ma più andavano avanti più sentiva che qualcosa non funzionava.
Quel viaggio avrebbe dovuto eliminare gli ultimi dubbi e invece ne faceva emergere di nuovi.
A settembre la loro storia finì definitivamente.
Quando rientrò a casa era impaziente e accese il pc. Nnessuna risposta. Sarà in vacanza, pensò, o forse semplicemente ha una relazione e non ha intenzione di rispondere.
A questo punto poteva lasciar perdere e invece decise  di fare un ultimo tentativo scrivendole un messaggio per sapere che fine avesse fatto. Del resto aveva sempre creduto nella teoria del "bachino". La teoria del "bachino" postula che quando ti piace una donna, la miglior cosa è quella di farle entrare in testa un piccolo "bachino" che poi lentamente comincerà il suo lavoro e la porterà a ricercarti.
Passarono i 2/3 giorni e poi ecco la risposta.
Non lo incitava granchè, ma gli dava il suo cellulare.
Cominciarono con il gioco dei messaggini o SMS che dir si voglia. In realtà è simile al gioco degli scacchi: prima mossa a te e poi in attesa
All'inizio i tempi erano quelli di una delle migliori partite tra Karpov e Kasparov.
Intere giornate tra un SMS e un altro.
Che patimento quando si aspetta la risposta di qualcuno che si vuole e come sono lunghe le giornate! Poi i tempi cominciano ad accorciarsi perchè piano, piano si perde il controllo.
Quella sera gli SMS aumentarono e, segnale inequivocabile, quando le mandava una risposta gli arrivava un altro SMS e poi ancora e ancora in un ritmo sempre più frenetico e incessante.
Aveva capito che stava venendo verso di lui e intendeva assecondarla... ma senza sottostare alle sue richieste.
La conversazione era frenetica, impulsiva.
Domande e risposte divennero quasi simultanee fino a quando decisero di vedersi una sera.
A settembre le serate sono ancora splendide ed è piacevole stare fuori.
Ma che programma si può fare?
Quella del programma è sempre una scelta difficile perchè il programma, specie la prima volta che ci si vede, dice sempre qualcosa di te.
Immaginava di fare qualcosa di semplice, ma che desse loro la possibilità di stabilire un contatto intimo. Voleva che lei non si sentisse obbligata a fare nulla.
Decise di proporle di andare a bere un bicchiere di vino all'aperto... programma semplice, prevedibile e quasi banale in fin dei conti.
Il particolare, che forse lei non si aspettava, era che i bicchieri e la bottiglia li portava lui e il posto era un minuscolo paesino, a una manciata di chilometri da Siena, in cima a una collina, interamente circondato da mura.
Si ricordava che all'interno c'era un piccolo giardino con un tavolo di legno da pic-nic dove verso le undici e mezzo non ci sarebbe stato sicuramente nessuno. Era venerdì sera e quando entrò in macchina con il sacchetto che conteneva idue calici e la bottiglia, vide la sua sorpresa. Le disse: "Andiamo a bere un bicchiere di vino fuori città".
Gli sorrise, il programma le piaceva.
Era vestita di nero con dei pantaloni larghi.
Non aveva un abbigliamento provocante, ma si vedeva che ci stava a suo agio
Guidò lui e mentre parlavano ogni tanto sentiva il suo sguardo e faceva finta di non accorgersene. Poi lo stesso faceva anche lui... di guardarla mentre non lo guardava... e poi si guardavano insieme... lei gli sorrideva e lui anche...
Aveva pensato di andare in quel posto proprio perchè sarebbero stati un po' fuori dal mondo... potendo conoscersi... scambiarsi piccoli messaggi emotivi...
Quando arrivarono nel piccolo giardino non c'era nessuno. Si stava bene, non faceva freddo. Cominciarono a raccontarsi l'un l'altra, accompagnati da un silenzio surreale e da un bicchiere di Passito di Pantelleria.
Quando arrivarono a metà bottiglia stavano bene e si erano detti quanto bastava per la prima sera.
L'aveva incuriosito e sapeva già che avrebbe voluto rivederla. Lei gli disse che domenica sarebbe  voluta andare al mare e lo invitò ad andare insieme.
Un po' sorpreso  le rispose che si poteva fare.
Passò il sabato ancora una volta in una dimensione di sospensione e di attesa.
La sera ricevette un messaggio e decisero di andare il giorno dopo al mare.
Aveva un vestito rosso leggero con uno spacco che lasciava intravedere le sue forme che lui aveva già cominciato a immaginare.
Le disse che potevano andare in una spiaggia vicino a S.Vincenzo.
Era grande e non c'era mai troppa gente.
Era vicino a Castagneto Carducci, un bel paesino dove avrebbero potuto andare a mangiare qualcosa. Macchè! Appena raggiunsero Cala Furia, Giuditta gli disse di fermarsi perchè a lei quel posto piaceva moltissimo.
Scesero sugli scogli.
Si stesero spontaneamente l'uno vicino all'altra.
Li faceva avvicinare molto per essere il primo giorno in cui andavano al mare insieme.
Fecero il bagno insieme e poi da soli.
Poi, quello che non ti aspetti.
Dopo essersi rosolati al sole per un bel po', decisero di andare a vedere se riscivano a mangiare qualcosa. Giuditta a un tratto gli disse: "E se andiamo a casa mia e ci facciamo una doccia e un bel piatto di pasta?"
La guardò cercando e  di nascondere la sorpresa le rispose "Va bene".
Si ricordava che la stessa proposta gliela fecero a lui e a uno dei suoi più cari amici due ragazze romane a Rimini quando avevano 16 o 17 anni. Una di loro gli propose nel bel mezzo del pomeriggio: "Senti, ma perchè non venite a casa  che facciamo merenda con la nutella?" E loro, ancora acerbi, ma vogliosi di "nuove esperienze", si guardarono e pensarono la stessa cosa.
Allora fecero solo merenda con pane e nutella.
Ora gli sarebbe toccato solo un piatto di pasta?
Arrivarono a casa sua  e lei si fece la doccia per prima.
Poi fu il suo turno e pensò tra sè e sè: "Sono a casa sua, faccio la doccia e mi faccio un bel piatto di pasta. Però come è strana la vita!".
Misero la musica, gli Air, album Safari Moon.
Gli disse che le piacevano le verdure e gli esperimenti.
La cena era davvero piacevole.
Passarono nel salotto con i bicchieri di vino in mano.
Comincià a provocarla, prima con le parole poi con piccoli gesti che lo facevano avvicinare a lei.
Si avvicinava e si allontanava, sempre lasciandola libera di decidere.
Lei gli disse che quella sera non era il caso che succedesse qualcosa.
"OK -le rispose- smetto di provocarti, anch'io penso che è meglio se ci fermiamo qui". Subito dopo lei cominciò a baciarlo.
Gli piaceva il sapore delle sue labbra.
E questo lo colpì.
Lo baciò dappertutto e lui fece la stessa cosa con lei.
Inebriato del suo sapore , ritornò a casa percorrendo la srada a tutta velocità.
Era notte fonda e c'era solo lui.
Pensò che non si sarebbero più incontrati.
La mattina dopo, appena sveglio le mandò un SMS: "Ci vediamo?".

Da"Tagli" 33 Scritture
a cura di Marco Vichi

2 commenti:

  1. Timido, disinvolto non poteva essere ignorato per la sua originale freschezza e spontaneità. Speriamo ne scriva altri !

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  2. Viene voglia di sapere come prosegue la storia.
    Un bravo all'autore

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