martedì 15 luglio 2014

Dove nasce la tristezza

I sentimenti  non sono soltanto soggettivi: producono manifestazioni fisiche oggettive e riconoscibili, per esempio variazioni del ritmo cardiaco. Ecco perchè gli scienziati riescono a indagarli con rigore. Non solo: quando si tratta di studiare le emozioni umane dal punto di vista psicobiologico, è possibile stimolare deliberatamente i sentimenti in laboratorio. 


Negli esperimenti su piacere e amore, una possibilità consiste nel chiedere ai soggetti coinvolti di ricordare eventi felici della loro vita. In alternativa lo sperimentatore può presentare stimoli che suscitino uno stato emozionale positivo o piacevole, per esempio attraverso immagini o sequenze di film,  oppure per mezzo di stimoli tattili, gustativi o acustici. Successivamente confronta le manifestazioni psichiche e fisiche suscitate con stati neutri, di tristezza o di irritazione. All'inizio la ricerca biologica sulle emozioni prendeva in considerazione soprattutto le alterazioni ormonali, le manifestazioni del sistema nervoso vegetativo e l'attività elettrica cerebrale. Negli ultimi tempi si sono aggiunte tecniche di visualizzazione,  che permettono,  ai giorni nostri, di gettare uno sguardo in profondità nel cervello. In presenza di un particolare stato emozionale, infatti, diverse aree dell'organo appaiono attive in modo del tutto differenziato. Un'emozione come il desiderio sessuale, per esempio, può comporsi di svariati elementi:  cognizione (esperienza, ricordi) ,cambiamenti  fisici(aumento della pressione arteriosa, messa in circolo di adrenalina), mimica(riso) e preparazione all'azione (tensione muscolare).Il compito di fissare e distinguere anatomicamente i vari tipi di emozione è molto complesso. Vengono in aiuto il ruolo degli emisferi cerebrali e le funzioni di singole strutture all'interno di essi. Così in base agli studi più recenti, l'emisfero sinistro sembra rivestire maggiore importanza per le emozioni positive, quello destro pe le emozioni negative. Ciò non significa che il piacere venga provato nel primo o l'afflizione nel secondo, ma che gli emisferi cerebrali contribuiscono in misura diversa a emozioni più o meno piacevoli.

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