lunedì 23 giugno 2014

Soggetto del desiderio

La curiosità è vita. Spinge a rischiare, a scommettere, a non vere paura dell'ignoto. Per i bambini è un bisogno vitale, è l'esigenza di costruire un ponte fra sè e il mondo. Luisa, undici mesi, alla scuola materna, fa cadere il coperchio del fustino di detersivo per vedere l'effetto che fa. Il coperchio traballa e Luisa ripete ed esperimenta. Il gioco attira altri bambini. Il coperchio è diventato interessante. Si innesca un conflitto. Luisa è indecisa; non sa se continuare a sperimenare da sola o con gli altri. I bambini, sono attratti dal coperchio, ma non sapendo come usarlo, glielo restituiscono stabilendo l'equilibrio. Luisa da questo gioco ha imparato molte cose: sull'oggetto che ha manipolato, sulla condivisione e sul conflitto

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"Il bambino è così vitale da rischiare spesso lo scontro con gli altri", spiega Laura Bonica, docente di psicologia dello sviluppo all'università di Torino. "Ma sa come affrontare i conflitti. E' l'adulto a temerli, e per evitarli blocca la sperimentazione, non capendo che è un'altra fonte di esplorazione. Il desiderio dei bambini è giocare con gli altri, non scappare. Il bambino resta dentro la situazione e affronta il problema. A ogni aggressione da parte dell'altro, il piccolo non reagisce educando il compagno, ma esprimendo i propri bisogni e inziando una negoziazione anche feroce. Mette il gioco al servizio della vita". La curiosità aiuta i bambini a crescere, ma agli adulti può far paura. E' il timore delle conseguenze a indurre i grandi a limitare il desiderio di investigazione del bambino. Per lui, fuori c'è tutto un mondo capace di sorprenderlo, che sfugge agli adulti, i quali agiscono spinti dal bisogno di educare, di proteggere, non di meravigliarsi.

"Bisogna avere fiducia nelle capacità di autoregolazione del bambino", aggiunge Lura Bonica. "E' necessario condividere qualche esperienza di esplorazione, per scoprire quanto il bambino sia capace di autocorreggersi. I genitori non dovrebbero prevenire nè sostituirsi al figlio, ma neppure lasciarlo solo. Anzi. I bambini seguono la loro curiosità solo se si trovano in una situazione protetta. e sono in grado di autoregolarsi meglio, se possono verificare gli effetti delle loro azioni. Quindi hanno bisogno di osservatori e ascoltatori disponibili, che sappiano gioire delle loro conquiste. Un figlio non osservato durante i giochi diventerà dipendente e non acquisterà fiducia nelle sue capacità di stare da solo, di non annoiarsi".

E, come è noto, questa capacità si costruisce vivendo da piccoli l'esperienza di stare da soli in presenza di qualcuno.

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