sabato 25 gennaio 2014

Casa Emozioni

Architettura e neuroscienze insieme, per studiare spazi  più empatici
.Un laboratorio di neuroscienza e architettura.Il primo in Italia.Per studiare una nuova fruibilità degli ambienti e offrire"grandi opportunità di business".Ne è convinto Franco Guidi, ad di Lombardini22 che , con Vittorio Gallese, neuroscienziato dell'Università di Parma(scopritore dei "neuroni specchio"), creerà a Milano un Laboratorio di Neuroscienze applicate a progettualità e management.Da tempo esistono teorie su come l'ambiente influenzi corpo e cervello, ma di pratica gli architetti ne fanno poca.
"Come scrive Harry Francis Mallgrave, dell'Illinois Institute of Tecnology di Chicago, l'uomo è embodied, "incorporato" nello spazio circostante", spiega Guidi."E lo spazio ne influenza le scelte, stimola l'empatia
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.Nella preistoria c'erano luoghi per cacciare e altri per non essere cacciati.Per questo istintivamente privilegiamo distese ampie senza ostacoli, con oasi in cui riposarci e grotte per ripararci.
Open space,sistemi a isola, aree lounge  :elementi che oggi sono sul tavolo degli studi di architettura o nelle sedi della Silicon Valley,  per aumentare la produttività di chi ci lavora.
Nel nostro cervello c'è uno staff(i neuroni)che decide dove sentirci bene e perchè.Vittorio Gallese(con strumenti come elettroencefalogrammaEEG e risonanza magnetica funzionale) ha già indagato il link tra neuroscenze e arte:"Se osserviamo un'opera astratta, i tagli di Lucio Fontana o le pennellate di Franz  Kline, si attivano le aree della parte motoria del cervello che controllano l'esecuzione dei gesti che hanno prodotto quei segni.
Il che suggerisce che "vediamo"anche con la parte motoria
 Il concetto di percezione cambia radicalmente".L'architettura è un campo privilegiato per la sperimentazione neuroscientifica:"Se osservare un quadro coinvolge più sensi",  conclude Gallese, "vivere e abitare un'opera architettonica, tridimensionale, avrà un impatto ancora maggiore sulle emozioni.
.C Magnanini

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