mercoledì 30 ottobre 2013

L'uomo nero passerà.

La scienza scopre che i bambini sono paurosi per natura e non per carattere . in loro prevale un istinto antico.
Paura dgli estranei, del buio, del cattivo, delle favole, degli animali...i bambini pieni di ansie e timori sono faticosi da trattare. rchiedono tempo, pazienza e disponibilità.
Le neuroscienze stanno studiando da tempo i complessi meccanismi cerebrali che generano le emozioni, partendo proprio dalla paura, quella che è più ancestrale.
Il  neurobiologo  Joseph LeDoux( autore del saggio Il cervello emotivo pubblicato da Baldini& Castoldi), spiega che le modalità di risposta a un  pericolo imminente sono almeno due
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La prima coinvolge direttamente il paleoncefalo, la parte più antica del cervello, e in particolare l'amigdala(dal greco: mandorla, per via della sua forma), preposta  alla difesa.
Si tratta di una risposta istintiva e immediata, ma grossolana.
La seconda modalità, più lenta, interessa i lobi frontali della corteccia cerebrale e permette di valutare razionalmente la natura di una  paura specifica,  analizzando i nessi di causa-effetto.
Ma. sottolinea Joseph LeDoux, l'influenza dell'amigdala è talmente forte che spesso il pensiero non riesce a dominare l'emozione e serve a poco ripetersi che il pericolo non c'è.
Se già per un adulto è difficile affrontare i propri timori, per un bambino risulta quasi impossibile.
Perchè spiega ancora il neurobiologo, mentre il circuito primitivo comincia a operare immediatamente dopo la nascita, i lobi frontali impiegano anni a  maturare."Gli studi sull'ontogenesi della paura dimostrano che essa cambia man mano che il bambino cresce", spiegaAnna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo all'Università della Sapienza di Roma
"Si va dai timori innati, come quello dell'ignoto(persone o luoghi sconosciuti), degli animali  o del buio, a quelli appresi, spesso dai genitori.A ogni età ciascuno ha una personale "disponibilità alla paura.
Ma l'ambiente ha un ruolo importante nell'accentuarla o nel ridurla.

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