Cervello adolescenti 'programmato' per rischi
(ANSA) - ROMA, 30 OTT - Il cervello degli adolescenti è
'programmato' per i comportamenti a rischio, ma i genitori possono
contribuire a mitigare questo effetto cercando di proteggere i figli
lasciando però loro lo spazio per sbagliare. Lo ha affermato Beatriz
Luna, psichiatra dell'università di Pittsburgh, durante il simposio
della Fondazione Ri.Med. L'adolescenza, ha spiegato la ricercatrice, è
il periodo in cui si ha la salute migliore, ma allo stesso tempo c'è il
doppio di probabilità di morte proprio a causa dei comportamenti a
rischio
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. Questo è dovuto al fatto che il cervello è ancora immaturo, e soprattutto nella fase tra 10 e 15 anni l'abilità di ragionare non è ancora completamente sviluppata, mentre c'è una maggiore sensibilità agli incentivi e alle ricompense che possono venire da comportamenti come l'assunzione di sostanze o la partecipazione ad attivitá pericolose, ad esempio alla guida. ''La partecipazione a comportamenti a rischio in qualche modo è necessaria per completare lo sviluppo del cervello, ma i genitori possono intervenire - spiega Luna -. Bisogna tenere presente che la capacità di ragionare è presente. Se i genitori cercano di dialogare con i figli, anche se all'inizio sembrano non voler capire, in realtà c'è spazio per far comprendere loro quali possono essere le conseguenze delle loro azioni. L'importante è non avere un atteggiamento di proibizione assoluta, che sarebbe controproducente. Bisogna proteggerli, fornendo loro un ambiente adeguato dove possano apprendere, ma lasciando loro lo spazio necessario''. (ANSA).
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. Questo è dovuto al fatto che il cervello è ancora immaturo, e soprattutto nella fase tra 10 e 15 anni l'abilità di ragionare non è ancora completamente sviluppata, mentre c'è una maggiore sensibilità agli incentivi e alle ricompense che possono venire da comportamenti come l'assunzione di sostanze o la partecipazione ad attivitá pericolose, ad esempio alla guida. ''La partecipazione a comportamenti a rischio in qualche modo è necessaria per completare lo sviluppo del cervello, ma i genitori possono intervenire - spiega Luna -. Bisogna tenere presente che la capacità di ragionare è presente. Se i genitori cercano di dialogare con i figli, anche se all'inizio sembrano non voler capire, in realtà c'è spazio per far comprendere loro quali possono essere le conseguenze delle loro azioni. L'importante è non avere un atteggiamento di proibizione assoluta, che sarebbe controproducente. Bisogna proteggerli, fornendo loro un ambiente adeguato dove possano apprendere, ma lasciando loro lo spazio necessario''. (ANSA).
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