Non sembra sensato lasciare emozioni e sentimenti fuori da ogni contesto globale di mente; eppure, è proprio quello che fanno molte rispettabili descrizioni scientifiche della cognizione, quando considerano i sistemi cognitivi senza includervi emozioni e sentimenti, che sono giudicati entità sfuggenti, inadatte a condividere la scena con il tangibile contenuto dei pensieri- che essi peraltro caratterizzano
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Questa visione angusta, che esclude l'emozione dal corso principale della scienza cognitiva (come ho già ricordato nell'introduzione ), ha il proprio contraltare nella non meno tradizionale visione delle neuroscienze, secondo la quale emozioni e sentimenti scaturiscono dai piani bassi del cervello, in un processo che più subcorticale non potrebbe essere, mentre ciò che quelle emozioni e quei sentimenti qualificano scaturisce dalla neocorteccia.
Non posso essere d'accordo.
Innanzitutto, è evidente che l'emozione procede sotto il controllo di strutture sia corticali sia subcorticali.
In secondo luogo (e forse più importante) i sentimenti sono altrettanto cognitivi quanto qualsiasi altra immagine percettiva, e altrettanto dipendenti da elaborazioni della corteccia cerebrale.
Certo, essi sono qualcosa di un pò diverso.
Ma ciò che li rende diversi è il fatto che essi riguardano in primo luogo il corpo, e che ci danno la cognizione del nostro stato muscoloscheletrico e viscerale quando questo è influenzato dai meccanismi preorganizzati e dalle strutture cognitive che abbiamo sviluppato sotto la loro influenza.
I sentimenti ci consentono di porre mente al corpo- in modo attento, durante uno stato emotivo, o in modo più vago, durante uno stato di fondo.
E ci consentono di farlo "in diretta", quando ci forniscono immagini percettive del corpo, o "in replica", quando ci forniscono immagini rievocate dello stato del corpo adeguato a certe circostanze, nei sentimenti"come se".
Essi ci fanno intravedere che cosa accade nella nostra carne, allorchè un'immagine momentanea di questa è affiancata alle immagini di altri oggetti e situazioni.
Per giustapposizione, le immagini corporee conferiscono alle altre immagini una qualità- di buono o di cattivo, di piacere o di dolore.
Per me i sentimenti hanno uno status davvero privilegiato.
Essi sono rappresentati a molti livelli neurali, incluso quello neocorticale, dove essi sono i corrispettivi neuroanatomici e neurofisiologici di tutto ciò che può essere colto dagli altri canali sensoriali.
Però, a motivo dei loro inestricabili legami con il corpo, essi vengono prima, nello sviluppo, e serbano un primato che pervade la nostra vita mentale.
Dal momento che il cervello è l'avvinto uditorio del corpo, i sentimenti risultano vincitori tra i pari.
Inoltre, dal momento che ciò che viene prima costituisce un quadro di riferimento per ciò che viene dopo, i sentimenti hanno voce in capitolo sul modo in cui il resto del cervello e la cognizione svolgono i propri compiti.
La loro influenza è immensa.
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