sabato 18 agosto 2012

Lettera a Lietta Manganelli

Gentile Lietta Manganelli


Ho letto per la prima volta , Pinocchio:Un libro parallelo.

Suo padre scrive che in ogni libro ci sono tanti libri, infiniti libri; sto pensando che anche in una lettera ci potrebbero essere infiniti messaggi

Continua a leggere


Non riuscirò a trasmettergieli tutti, ma qualcuno forse, si

Il libro di suo padre pagina dopo pagina mi ha stupita, mi ha tenuta in attesa, mi ha coinvolta, mi ha fatto riflettere e alla fine mi ha lasciata la voglia di rileggerlo sicura di provare nuove emozioni e trovare risposte inattese.

Nel libro di suo padre:l’onestà di essere chiaro, di andare fino in fondo,senza perdere il rispetto o il pudore dell’argomento o delle parole.

Gioca con le parole con amore perché costruiscono il filo che passando di riga in riga permette alle emozioni più o meno imbrigliate di raccontarsi. ché senza racconto non possono esistere

Il racconto ripercorre la nascita, l’infanzia e la crescita di un burattino-bambino, le tre metamorfosi della vita che si ripeteranno all’infinito:nascita, infanzia , crescita ;nascita, infanzia crescita e le conseguenze quando quelle intense metamorfosi. diventano  socialmente troppo faticose.

Usa giustamente con ironia il termine pedagogo.

Pedagogo, non è brutta come parola ,si avvale di un’etimologia a noi cara. finchè non le si da un significato misterioso, enorme, giudicante ,come psicologia psicoanalisi.

In lui ho sentito grande attenzione all’infanzia per quanti pericoli può non incontrare, ma subire quando gli negano la sua logica difensiva , la sua ingenuità e la punizione sempre dietro l’angolo.

Nella famiglia o strano nucleo familiare del burattino una lente d’ingrandimento per capire, senza fare sconti

Ho trovato nell’opera di suo padre un libro dove c’è una ricerca introspettiva continua che può raccontare solo chi, ha straordinaria padronanza linguistica ,ricchezza di vocaboli e necessità personale di una comunicazione chiara.

Suo padre scende alla ricerca delle verità più nascoste dell’io, partendo dal quotidiano senza passare dalla via degli intellettualismi;anch’io che mi occupo del percorso di crescita la chiamo “psicologia neorealista”.

Poi la raffinatezza letteraria, poetica e la dissacrazione che a volte è necessaria per capire , e per capirsi .

E’ un libro filosofico, sociologico, esistenziale.,unico e necessario.

Ora le dico ,e spero di dirlo bene che la lettura di quest’opera è stata per me una graditissima sorpresa, ma mi ha lasciato un profondo rammarico perché non campeggia nei libri di scuola. nella facoltà di psicologia e non viene usato nei monologhi teatrali.

E soprattutto non è obbligatorio sul tavolo o sul comodino degli insegnanti.

E’ stato il giornalista Marco Minghetti ,che non conosco personalmente, a segnalarmelo attraverso facebook.

E per concludere :Dio salvi se ce ne fossero i G. Manganelli , perché il mondo ha bisogno di loro.

Cordialmente, Adriana Rumbolo

email:adriana.rumbolo@gmail.com

055576747



Nessun commento:

Posta un commento