La mente tradizionalmente è stata considerata come una trilogia composta da cognizione,affetto(emozione) e conazione(motivazione)
Un gruppo di ragazzini di 8/9 anni si dirige con passo deciso verso un boschetto
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E’ primavera e nei giorni scorsi è piovuto.
Davanti a un fosso che i ragazzi sono abituati a superare con un salto, quel giorno si fermano: in fondo al fosso è rimasta acqua della pioggia e se il salto non riuscisse bene , finirci dentro non presenterebbe pericolo di vita ,ma sporcare , forse irrimediabilmente scarpe e calzettoni, si..
Un danno che i genitori non capirebbero.
.E allora, un’alternativa.
Rapidamente uno del gruppo , leader momentaneo, perché gli è venuta per primo un’idea, spiega: bisogna trovare un legno abbastanza lungo e grosso per conficcarlo nella sponda opposta del fosso e facendo leva saltarlo , senza pericolo di finirci dentro.
Loro sono abituati a saltare in lungo, in alto, gli ostacoli ma questa è un’esperienza nuova e tutti s’impegnano
Si organizzano e piano ,piano chi meglio e chi peggio ci riescono.
L’idea nata dalla continua esperienza nell' apprendimento quotidiano, dalla fiducia percepita e radicata nel proprio corpo, in un intensa vita dinamica, unita all’euforia di un’esperienza nuova ,all'orgoglio dell’esibizione davanti ai compagni e alla paura incombente dei genitori di fronte a un danno fisico o all’abbigliamento, dà un chiaro messaggio che
in una manciata di minuti corpo, emozioni , cognizioni interagiscono sapientemente per realizzare l’obbiettivo
Il bambino percepisce quest’ equilibrio guida nell'interazione con l'ambiente e non si chiederebbe il perché : c’è .
.Sente invece un forte malessere se qualcosa o qualcuno disturba "quest'equilibrio" incasellando le sue potenzialità ,la sua fantasia i suoi sogni , il suo corpo insomma , facendolo, così, sentire insicuro e minacciato pronto solo a una difesa scomposta come un animale in gabbia.
Credo sarebbe inutile in quelle condizioni mostrargli i cartelli delle domande mirate
come :.cosa fai, cosa ti aspetti, cosa eviti ,da cosa ti difendi?
Apriamo, se riusciamo, la gabbia per offrire rispetto,silenziosità sorriso e spesso un soggetto farà come gli animali che rilasciati dopo una breve cattività ,a fin di bene (a scopo curativo ), hanno un attimo di smarrimento e recuperato tutto il proprio sé s’ inoltreranno nella foresta, metafora della vita.
L’essere umano è un animale più complesso, ma una volta uscito dalla gabbia ,quando sarà pronto , aprirà lui un dialogo.
Guai se il primo incontro fosse con un altro soggetto che tendesse a un’indagine affrettata , o vedesse prioritari interessi o persone estranei. a quella situazione.
L’umiltà è importante nell’attimo del primo approccio.
Dott.ssa Adriana Rumbolo
email:adriana.rumbolo@gmail.com
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