lunedì 25 ottobre 2010

Prendi coscienza di te stesso. Programma per le scuole superiori 1996/97

Nella profondità originaria di tutte le creature umane, c'è un'energia potenziale che non è ancora "qualche cosa", che non è ancora "vita": e tale non può essere se non assume una fisionomia specifica, se cioé non discende in una "forma".

Continua a leggere
Quando però questa energia potenziale entra in una forma, allora restano precluse tutte le altre "forme" a cui un essere umano potrebbe aspirare.
La vita per essere tale ha bisogno della "forma", ma la forma la limita e la soffoca.
Gli uomini non sospettano l'esistenza di questa loro prigionia e continuano a vivere tranquillamente.
Ma vengono gli attimi della riflessione dovuti ad un incidente, ad un motivo qualsiasi e in lontananza si avverte la presenza di una vita diversa, non nostra, ma che avrebbe potuto essere nostra.
Allora le cose di ogni giorno appaiono vuotate di ogni senso.
L'uomo capisce di essere caduto nelle "forme" senza una sua effettiva partecipazione.
I costumi, le tradizioni, le abitudini, i pregiudizi, le leggi, le convenzioni, i pudori crollano ad uno ad uno: sono "forme", quindi ipocrisie, maschere che ci gravano attorno come tanti tentacoli.
La concezione di Pirandello della vita, sconvolgente per il suo contenuto di universale verità, ci sollecita quasi imperiosamente a far sì che i nostri ragazzi approfondiscano la coscienza di sé e del mondo intorno prima di prendere decisioni importanti sia negli affetti che nel lavoro.
E' vero che prima della vita scolastica i ragazzi hanno vissuto in seno alla famiglia dove sono maturate le prime e più importanti conoscenze.
E' all'infanzia, infatti, che spettano le "operazioni più significative".
E' vero che il nostro cervello è costituito da strutture fissate fin dalla nascita o che maturano successivamente sotto la direzione di un ingegnere genetico.
Ma è altresì vero che il cervello è costituito anche da strutture aperte, plastiche, che invece rispondono e si organizzano sotto l'azione delle vicende personali e sociali
. Insomma la vita è garantita da meccanismi difensivi inscritti nel codice genetico (il vivere), ma la qualità dipende, in gran parte, dalle esperienze, che non hanno nulla di deterministico (il come vivere).
Gli scopi della scuola, qualora fosse messa in condizione di poterlo fare, dovrebbero essere quelli di aiutare i ragazzi a conoscersi meglio, ad avere maggiore fiducia in sé (autostima) e a migliorare i rapporti con gli altri.
A tal fine proporrei una serie di incontri con gli studenti, almeno sei, della durata di un'ora e mezza ciascuno, intervallati da due o tre settimane, la mattina, sempre con la partecipazione di un docente. 1996/97
I titoli indicativi degli incontri si trovano nello stesso blog

Nessun commento:

Posta un commento