lunedì 25 ottobre 2010

Creatività. Mi è venuta un'idea...

Un giorno a scuola, in una prima superiore mista, mentre si parlava di alcune funzioni del cervello e delle sue potenzialità, uno studente, molto preso dall'argomento esclamò: "è stato bravo il cervello a copiare dal computer!"
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Era gravissimo, per me, che lo studente conoscesse e apprezzasse tante prestazioni e potenzialità del computer e che il suo cervello ,le sue emozioni e i suoi sentimenti fossero per lui perfetti sconosciuti.
Per i ragazzi di quell'età anche la parola creatività spesso indica attività di poca importanza da fare nei momenti di noia.
Anche a scuola la creatività spesso è stata vista come una perdita di tempo.
"Il vagabondare del cervello" in cerca di nuove idee o soluzioni, un nemico dei programmi scolastici .
Forse è stata una mia esperienza, ma ricordo che quando entravo a scuola avevo la sensazione di doverla lasciare fuori.
La creatività è la grande risorsa che di fronte alle difficoltà, attingendo al bagaglio di conoscenze che abbiamo, potrebbe aiutarci a avere nuove idee e soluzioni alternative nella nostra vita relazionale e nel lavoro.
Non è solo importante come strumento immediato per cercare un'altra risposta, ma credo possa anche, proprio per questo, diminuire il nostro tasso di ansia.
Per focalizzare meglio la creatività, ho rivisitato insieme ai ragazzi l'esperienza dei "Sei cappelli per pensare" di E. De Bono: usando il metodo dei sei cappelli si possono finalmente analizzare tutti gli aspetti di una questione.
Le menti migliori spesso potrebbero rimanere intrappolate nel pensiero negativo.
Il metodo dei sei cappelli può liberarle e portarle ad essere creative e persino ottimiste
. Invece di cercare di coprire contemporaneamente con il nostro pensiero tutti gli aspetti (logica, informazioni, impressioni, creatività) possiamo separare i vari tipi di pensiero e portarli a termine separatamente
. Il metodo dei sei cappelli crea nel pensiero uno spazio destinato alle impressioni e alle intuizioni.
Per esplicitare il metodo di De Bono, ho realizzato sei cappelli di cartoncino "modello imbianchino" (rosso, bianco, nero, giallo, verde e blu) e dopo li ho usati per un'esperienza che ci servisse a comprenderne meglio il significato ed anche perché la memoria lo potesse fissare, così, a lungo termine.
Una studentessa di 14 anni, molto sveglia, si offrì di inventare e interpretare una storia (in queste occasioni chiedevo sempre se c'era un volontario e ci tenevo che il ragazzo si sentisse sempre libero di accettere o rifiutare).
Si sedette dietro la cattedra e inventò con molta facilità una situazione che prevedeva l'uso dei sei cappelli.
Iniziò mettendosi in testa il cappello rosso, indicante uno stato emotivo caotico e confuso, e poi attraverso i vari significati dei cappelli, usando anche il verde della creatività, avviò la storia verso una felice soluzione con in testa il cappello blu.
Questa studentessa parlò con tale naturalezza e scioltezza che io e i suoi compagni l'ascoltavamo affascinati.
L'insegnante presente mi disse: non la conoscevo sotto quest'aspetto.
Sono d'accordo con De Bono quando dice che la creatività è presente in tutti noi.
Non ci sono soggetti creativi e non.
Ma è solo con l'esperienza e la conoscenza che può essere espressa e potenziatà.
Un'insegnante spesso, per la metodica in uso si affida solo al risultato finale dedicando meno attenzione alla conoscenza degli strumenti creativi del percorso.
Gli insegnanti notavano anche che gli alunni, usando la loro creatività, dopo l'esperienza fatta in classe, aumentavano l'ideazione e si migliorava l'ambiente d'apprendimento.
Non andava dimenticata la "bugia creativa".
Una studentessa ha scritto che un esperto può entrare nel cervello di un altro e così aiutarlo meglio nelle difficoltà.
Nessuno può entrare nel cervello di un altro
. Quando le nostre mamme ci dicevano: "tu non puoi mentirmi, perché io so la verità", baravano, perchè non la sapevano, è noi ci cascavamo!
Ora io ho consigliato ai ragazzi di non cascarci, perché nessuno e ripeto nessuno può entrare nella nostra testa, nemmeno gli insegnanti quando dicono: "so che cosa hai fatto ieri, so perché non sei preparato".
Possono immaginare tante cose, ma non possono essere sicuri di niente.
Tanto è vero che ho dedicato a questo argomento uno dei titoli indicativi: "Agli animali in pericolo la mimetizzazione, a noi la bugia".
Ci sono vari tipi di bugie.
Le bugie per ingannare, le bugie contro sé stessi, ma c'è anche la bugia di difesa che non è più una brutta bugia, ma soprattutto, se ben costruita, è creatività.
Ci insegna anche che possiamo imbatterci in bugie altrui ben costruite.
Dott.ssa Adriana Rumbolo

Bibliografia:
E. De Bono "I sei cappelli perpensare" ed. Rizzoli 1999
A. Rumbolo "Io non ti salverò" ed. Del Cerro

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