lunedì 17 novembre 2014

Ancora Emozioni

Quali sono le novità che emergono  in questo campo? E' sempre più plausibile che le emozioni giochino un ruolo determinante nel corso dello sviluppo umano, per cui fin dai primi mesi di vita si crea fra il bambino e i genitori un sistema comunicativo affettivo che consente ad entrambi di costruire un lessico affettivo comune.Se il bambino sorride o ride compiaciuto la madre capisce che può continuare a comportarsi con lui come sta facendo, ma se la bocca del bambino si increspa e poi scoppia a piangere questo rappresenta un segnale forte diretto ai genitori perchè intervengano a consolarlo e a tranquillizzarlo. In questo modo il bambino apprende un codice affettivo che lo aiuterà nel corso della vita, ad esempio quando si trova a scuola con i coetanei oppure quando  dovrà affrontare le prime esperienze sentimentali e più in generale nel rapporto con gli altri.
Ma se queste osservazioni sono facilmente verificabili,  va riconosciuto che non sempre le emozioni ci aiutano perchè certe risposte emotive ad esempio la rabbia cieca o la gelosia che agisce come un tarlo nella mente, ostacolano il comportamento quotidiano.E' senz'altro utile distinguere le risposte emotive automatiche che possono spingerci all'azione, come la fuga quando siamo minacciati da un pericolo, rispetto alle emozioni di cui siamo consapevoli.Mentre  le reazioni automatiche possono essere irrazionali e non favorire l'adattamento, nel secondo caso la consapevolezza delle proprie emozioni può farci desistere da una determinata azione oppure correggerla, garantendo un certo grado di razionalità nel prendere una decisioneQuesti due livelli nella risposta emotiva sono stati confermati  dagli studi fatti nel cervello come riferisce  LeDoux nel suo libro.Se da una parte esiste un percorso  cerebrale breve incentrato  sull'amigdala cerebrale che spiega ad esempio le risposte automatiche alla paura, dall'altra vi  è un percorso più complesso che comporta un riconoscimento delle emozioni  che possono essere comunicate anche  a parole ed incentrato, in questo caso,  sull'ippocampo e diverse aree della corteccia cerebrale.Come si vede il quadro esplicativo delle emozioni sta diventando via via più complesso e forse il filosofo olandese di origine ebraica Spinoza può rappresentare un importante riferimento filosofico, come scrive Damasio nel suo ultimo libro.Nei suoi scritti Spinoza non usa  le parole emozione o sentimento, ma "affectus" ossia affetto con cui vengono indicate anche le modificazioni del corpo.In questo modo il termine affetto, utilizzato anche molto in campo psicoanalitico, ricompone  la dualità fra l'emozione che sottolinea il teatro del corpo e soprattutto del cervello e il sentimento che, al contrario,  sottolinea lo scenario della mente. raccontato da scrittori ed artisti che hanno avuto in questo campo intuizioni illuminanti
Massimo Ammanniti.

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