Coppie che non riescono a lasciarsi
Separati sì, ma non troppo. Coppie che scoppiano, ma non riescono a lasciarsi. Come Gwyneth Paltrow e Chris Martin, che annunciata la separazione prenotano un viaggio assieme agli amici. Ma non si tratta di capricci da vip: sembra che la logica della “separazione part time” stia prendendo piede anche fra i comuni mortali. E i figli non sempre c’entrano; nella maggior parte dei casi, dice lo psichiatra, la scelta è dettata dall’incapacità di elaborare il distacco
Gli ultimi, in ordine di tempo, sono stati Gwyneth Paltrow e Chris Martin. Dopo oltre dieci anni di matrimonio, due figli – Apple, nove anni e mezzo, Moses, sette anni - e una lunga lista di traslochi hanno usato internet – precisamente il sito Goop, curato dalla stessa attrice premio Oscar – per far sapere al mondo che si sarebbero separati

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 Un annuncio condito con una romantica foto della coppia seduta su un prato verde. Tutto finito, quindi? Forse. Perché la coppia d’oro ha aggiunto che la separazione, in realtà, è soltanto part time. Insomma, il matrimonio è concluso sulla carta, ma i due dovrebbero continuare a vivere sotto lo stesso tetto e a uscire con gli amici comuni. Per il bene dei figli, dicono loro. Non è un caso che appena tre giorni dopo l’annuncio della loro separazione, Gwyneth e Chris siano stati paparazzati su una piccola isola delle Bahamas, insieme con tre coppie di amici con i quali hanno anche passato una piacevole serata al ristorante. Proprio come una coppia normale. Non certo come due coniugi in guerra, prossimi a un devastante divorzio. Anche le dichiarazioni rilasciate dai due non lasciano spazio ai dubbi: “Siamo e saremo sempre una famiglia”, hanno dichiarato poco dopo l’annuncio della separazione. Per poi aggiungere: “Resteremo comunque amici, in nome dei nostri figli”. Come a dire: separati sì, ma non troppo.
Un altro caso noto alle cronache di mezzo mondo è quello che ha visto come protagonisti George Clooney e la sua ultima fiamma Stacy Keibler. La loro storia è naufragata dopo due anni, eppure l’ex biondissima wrestler ha più volte detto di voler restare amica del divo. Parlando del suo ex addirittura in toni entusiastici. Come se liti e incomprensioni non fossero mai accaduti. Un po’ come è accaduto fra altri due bellissimi del cinema internazionale: Vincent Cassel e Monica Bellucci. Anche loro sono stati sposati per moltissimi anni – 17 per la precisione - e anche loro hanno avuto due figlie. Eppure, dopo la separazione non hanno perso occasione per farsi ritrarre insieme. Come, per esempio, è accaduto di recente nel corso di un romantico pranzo in riva al mare a Capalbio, dove i due si sono anche scambiati tenere effusioni davanti alla figlia più piccola. Un atteggiamento eccentrico proprio delle star hollywoodiane? Niente affatto. Sembra che la logica della “separazione part time” stia prendendo piede anche fra i comuni mortali. Sono sempre più numerose, infatti, le persone che preferiscono mantenere un buon rapporto di amicizia, che in certi casi può anche sconfinare nella relazione, a una separazione traumatica. E i figli non sempre c’entrano. Perché nella maggior parte dei casi questa scelta è dettata dall’incapacità di elaborare un distacco troppo doloroso. Al quale si preferisce, invece, una soluzione più soft. Una soluzione che permette a queste coppie di continuare a frequentarsi, di condividere esperienze e amici. E, in qualche caso, perfino di dividere il tetto. Ma cosa spinge gli ex a scegliere l’amicizia? La risposta non lascia spazio a dubbi: “Un atteggiamento patologico nei confronti della sfera affettiva”. A fare questa diagnosi è lo psichiatra Alessandro Meluzzi, che ci racconta cosa scatta nelle coppie che si separano solo a metà.Dai divi di Hollywood alle persone comuni, tante coppie non sono più capaci di dirsi addio. Perché succede? “Quando una coppia si separa si instaura un processo simile a quello che caratterizza la morte di una persona cara. Insomma, scatta un meccanismo di elaborazione del lutto. Ogni relazione è caratterizzata da un momento di attaccamento e un momento di perdita. Si tratta di meccanismi complessi, che sono alla base delle relazioni umane. Che si instaurano nel rapporto fra mamma e bambino”.Ma perché alcune persone non riescono mai a lasciarsi del tutto? “Perché se quella relazione fra mamma e bambino non è sana, nell’adulto il meccanismo che sta alla base dell’elaborazione del lutto, e quindi del distacco, si inceppa, e diventa patologico”.In che senso? “Quando un adulto non è del tutto maturo da questo punto di vista, si genera una situazione duale e ambivalente, nella quale si fa confusione. Il rapporto con il partner diventa patologico. Perché si crea un attaccamento morboso che non permette di dire addio all’altra persona, come invece dovrebbe essere normale. Così una situazione fisiologica, nella quale la separazione sarebbe normale e auspicabile, si trasforma in una situazione patologica”.C’entra qualcosa la società nella quale viviamo? “Certamente sì. Viviamo in una società nella quale spesso i rapporti sono confusi e ambivalenti. Questo certamente non aiuta. Ma è bene precisare che le coppie che non riescono a lasciarsi non lo fanno per il bene dei figli. Queste dinamiche sono esclusivamente di coppia. Non certo dinamiche di famiglia”.