domenica 30 giugno 2013

Abstract.E.Boncinelli

L’amore e la vita emozionale

L’amore nella relazione, soprattutto a due, è il cemento che unisce, ma va anche segnalata la precarietà del legame matrimoniale, quando soprattutto l’eros è dormiente, e la vita di coppia è destinata a sfilacciarsi Se l’amore pervade il campo della neurobiologia, attesa una spiegazione sicura da parte della biologia della mente, certamente esso trascina con sé il sesso, perché l’uno non può essere disgiunto dall’altro se, peraltro, coinvolgono entrambi il cervello
. Oggi si può affermare con certezza che se “i tre sistemi principali dell’amore che sono l’attaccamento, la cura e la sessualità funzionano, allora il legame tra due persone è tenero, rilassante e sensuale per una intesa feconda e appagante. Nei due partner il cervello, si sa, funziona e attiva i circuiti della dopamina che assicura ad entrambi il piacere. Perché questo abbia luogo si comincia dagli sguardi, ma è soprattutto la conversazione che permette una conoscenza più approfondita e quindi garantisce un maggiore attaccamento, e una più forte sintonia, che si traducono in sguardi teneri, in coccole e carezze, accompagnate spesso da parole dolci, a seconda ovviamente dei soggetti”.
L’amore è divenuto argomento privilegiato nella ricerca sulla frontiera neuro didattica. Ce ne siamo interessati in epoca non sospetta, quando il discorso poteva suscitare non dico ilarità, ma certo una pruriginosa attenzione; abbiamo ripreso il tema in uno dei lavori più recenti segnalandolo come il più importante, condividendo il punto di vista di R. Davidson per il quale tutte le emozioni sono sociali e da esse scaturiscono l’intelligenza sociale, l’empatia primaria, la sintonia, l’attenzione empatica e la cognizione sociale ma anche le abilità sociali come la sincronia, la presentazione di sé, l’influenza e la sollecitudine. Oggi si può condividere l’affermazione di J. Rifkin, secondo il quale la Civiltà dell’empatia (Milano 2010) potrà con l’acquisizione di una “coscienza biosferica ed un’empatia globale” evitare il collasso globale del nostro mondo.
E l’empatia è alla base dell’amore. Quando si parla di amore romantico con J. Panksepp avvertiamo che nell’innamoramento due persone diventano dipendenti l’uno dall’altra, come avviene in un sistema oppioide che circola per i circuiti della corteccia orbi frontale e nella corteccia cingolata anteriore. Fortuna vuole che la produzione di ossitocina induce serenità e tranquillità in entrambi. S’è detto dell’importanza dell’attaccamento, uno stile che accompagna i comportamenti degli innamorati, finché dura l’amore. Ma anche questo stile si differenzia che è ciò che dà conto delle inevitabili crisi. Difatti si registra uno stile ansioso, uno evitante, uno sicuro. Nulla da dire sul terzo, ma il primo e il secondo determinano comportamenti non continuativi nella relazione. Di solito quello evitante gioisce quando riesce a riservarsi uno spazio proprio, senza l’altro. L’ansioso è invece perennemente sospetto, timoroso, incerto. Questi stili compaiono già nell’infanzia e sono destinati a influenzare la vita dell’uomo e in particolare la sessualità della persona. Tanto è vero che parecchi problemi vengono risolti in sede analitica dal terapeuta quando vengono a galla e si dichiarano in tutta la loro portata”.

Ogni giorno che passa il materiale conoscitivo sulla natura, la struttura e il funzionamento del cervello si arricchisce di scoperte. La struttura cerebrale degli omosessuali, a sentire, Ivanka Savic, del Karolinska Institut di Stoccolma è più simmetrici dei maschi eterosessuali. Il problema, come avverte E. Boncinelli, è tuttavia quello di considerare se si tratta di una questione puramente biologica o se non sia il prodotto di un condizionamento ambientale e di uno stile di vita. La rilevazione, comunque, della simmetria del cervello è stata compiuta attraverso l’uso delle tecnologie ormai familiari tra i neuro scienziati come la risonanza magnetica che fotografa con precisione un organo, nel caso specifico il nostro cervello, e la tomografia a emissione di positroni che ne vede come esso funziona.
L’applicazione di queste tecnologie su un soggetto innamorato è capace di produrre effetti oggettivi, riscontrabili sia quando tutto funziona sia quando l’amore cessa e viene sostituito, nella più parte dei casi, dall’odio che alberga, anch’esso nella massa cerebrale, ma che l’amore può sconfiggere.
Quanto più, tuttavia, si va ad investigare la natura del cervello, tanto più viene da domandarsi qual è la ragione per cui certe volte le persone rimangono sorde a certi richiami, quando tutto trama perché esse siano felici. Forse la felicità non appartiene all’amore romantico. Chiede ben altra comprensiva e totalizzante visione della personalità dell’altro partner.


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