mercoledì 3 ottobre 2012

I consigli potrebbero trasformarsi in obblighi..bisticci di parole


 “Come può vedere ho seguito il suo suggerimento e le ho scritto questa lettera , se così si può chiamare. In famiglia sono abbastanza chiusa:a differenza di alcune mie amiche, io non considero mia madre come una delle mie migliori amiche, alle quali vado a dire i miei problemi e a chiedere consigli

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 .Naturalmente non la estraneo totalmente dalla mia vita, ma mi limito a non raccontarle i miei fatti personali, le mie esperienze, perché penso che ognuno debba fare le proprie scelte con la propria testa senza dipendere dagli altri. Ho paura infatti  che alla fine,  raccontando tutto a mia madre, i suoi consigli si trasformino in obblighi e questo non mi andrebbe giù.”(14 anni).Questa, come scrive la studentessa, non è una lettera … sembra una  riflessione presa al volo e fissata sulla carta  e l’ho sempre conservata. Fa riflettere su  un bisticcio di parole molto presente  nel quotidiano,nella vita sociale, scolastica, politica fra consiglio e informazione.Da qualche anno sento sempre più spesso:sei uncounseling, fai   il counseulor? Nel mio programma presentato, nella scuola pubblica, un aspetto molto importante,  dove non dovevano nascere equivoci era, che negli incontri con gli studenti ero lì per fornire informazioni sulla conoscenza e gestione delle emozioni,sull’unione cervello-mente-corpo  dove ogni ragazzo  le avrebbe ricevute in modo diverso , le avrebbe elaborate in tempi e modi  diversi poi pian, piano,  proprio perché in tempi  diversi le avrebbe   commentate, avrebbe fatto altre domande ,   o posto, dubbi .C’era poi  il vantaggio del confronto con il gruppo e qualcuno a cui chiedere ulteriori informazioni.Senza volerlo ero già stata "counseling" in casa con i figli e ricordo con paura l’euforia del fine predica,lunga  un’ ora  quando sicura di avere spiegato tutto,  ma tutto, in un clima liberal –materno, andavo tranquilla a dormire pensando  che niente di brutto sarebbe potuto più accadere  .Insomma  da piccoli  era l'angelo custode poi quanti counseling:i genitori, il confessore, gli insegnanti, tutta la famiglia del coniuge o della coniuge ,i giornalisti ,la pubblicità ,i mezzi mediatici ,i politici…  Non sai  se lo fanno per il tuo bene o per dire alla tua prima mancanza:mi sento la coscienza a posto,gli avevo dato tutti i consigli, non ho nessuna colpa .Allora un soggetto in crescita potrebbe pensare:   perché invece di darmi consigli non mi fornisci informazioni e dialogo; perché non ti metti al mio livello dimenticando i ruoli sociali per diradare insieme le nebbie esistenziali e le difficoltà del mondo reale?. .Ultimamente anche i politici sono counseling e quando vengono  in televisione ognuno   ci spiega, una realtà che si allontana, si allontana si allontana ed io penso :ma questo è un disturbo di percezione!!Abbandoniamo la realtà per il virtuale epotremmo vivere solo in   fiction .Potremmo sostituire counseling con un termine italiano che non si presti a equivoci ?Se ci sono soggetti che hanno fatto molte esperienze,o hanno  letto libri che aumentano le conoscenze possono dire:potrei  fornire informazioni  importantissime  specialmente   nel percorso di crescita  un  arricchimento  necessario specie  se avverrà  nel   dialogo.Allora solo la notte è conseuling   perchè  porta “consiglio”:infatti di notte il cervello lavora al massimo.dott.ssa Adriana Rumbolo

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