sabato 23 febbraio 2019
il cervello nella scuola.Così è cominciata la mia esperienza nella scuola.
Il cervello nella scuola
[15/06/2009]
Tutto è cominciato in una tranquilla mattina di novembre.
Una classe aspetta pronta alla difesa di immagine: perché questi incontri? Non siamo mica matti!
Noi non abbiamo problemi!
Di colpo la novità: non sarebbero stati sottoposti a test, né osservati, giudicati, catalogati, ma gli
sarebbe stato offerto un mare di informazioni “scientifiche” sul cervello, dove ognuno avrebbe
potuto attingere a seconda dei propri bisogni, dei dubbi da chiarire, delle curiosità a cui rispondere e
con il diritto alla parola.
Sì, gli è stato anche detto che tutto sarebbe avvenuto nel rispetto delle regole di una buona
convivenza: l’ hanno trovato un patto accettabile.
E la storia del cervello è iniziata: interessante, veloce, con precisi riferimenti alle funzioni che
svolgeva via via che proseguiva nel suo percorso antropologico. (La teoria dei tre cervelli di Paul
MacLean: il cervello rettile, emotivo, neocorteccia o cervello pensante).
Un documentario sull’evoluzione umana, divulgato in televisione da Piero Angela, racconta quando
l’ uomo pianse per la prima volta alla morte della compagna.
Forse è stato il “vagito” del cervello emotivo, oppure no, ma è stato bello immaginarlo.
I ragazzi stentano a credere che le loro emozioni, a cui non attribuivano né un’esistenza né un
nome, abbiano sede soprattutto nel cervello e che tutti le abbiano.
"Ah! Si chiamano emozioni!" quelle reazioni a volte chiare, a volte confuse, a volte incontrollabili:
scatti improvvisi di rabbia, entusiasmo ingestibile, timidezza insuperabile, paure, desideri "tutto e
subito", aggressività esplosiva che spaventa e il bisogno sempre e comunque di comunicare.
… E le emozioni, come si mostrano?
Scrive Damasio: "Le emozioni usano il corpo come teatro…".
Capita proprio in classe un episodio che ci aiuta a comprenderlo. Entrano due ragazzi di una sezione
diversa per dare una informazione.
Una studentessa alla vista dei due e in particolare di uno dei due, scompare dentro il banco. Quando,
finita la comunicazione, i ragazzi se ne vanno, la studentessa dai lunghi capelli ricci, riemerge tutta
rossa in volto.
I compagni ridono, ma vengono subito bloccati, perché c’è una dimostrazione in corso: la visibilità
della grande emozione è espressa in parte dal rossore del viso della fanciulla, rossore che da quel
momento avrà il diritto di cittadinanza tra i banchi di scuola.
Poi nella studentessa ci sarà un rientro dell’emozione che la coscienza trasformerà in sentimento.
Era arrivato il momento di parlare specificatamente delle emozioni primarie: paura, rabbia,
tristezza, gioia, disgusto, sorpresa.
Queste inclinazioni biologiche presenti fin dalla nascita e forse anche prima, necessarie alla
sopravvivenza e protagoniste della comunicazione, non sfuggono all’influenza dell’esperienza
personale della cultura.
Proprio nella socializzazione potrebbero verificarsi sofferenze emozionali che potrebbero
esprimersi in indifferenza, disinteresse, inattività, comportamenti a rischio per se stessi e gli altri,
disturbi della memoria e del giudizio.
Scrive LeDoux: "Ci vuole igiene emotiva per conservare la salute mentale e i disturbi mentali
riflettono per lo più un ordine emotivo infranto".
Ora per i ragazzi è facile collegare i "disordini emozionali" e tanti loro malesseri. Ecco perché mi
sudano le mani, ecco perché sbatto gli occhi, ecco perché non riesco a riportare per il cambio un
acquisto difettoso e le tante paure sociali: paura di perdere il proprio passato (sindrome di
Pollicino), paura di non essere all’altezza delle aspettative degli altri… paura di non poter dire la
propria opinione o di non potersi ribellare a qualcosa o a qualcuno etc.
Immagine - 1 - Joseph LeDoux ©nyu.edu
Scrive uno studente di 15 anni: "la paura sociale è quella cosa che primeggia nei nostri cervelli…"
Finalmente prendendo coscienza di sé è come se fossero entrati nel loro castello dove la conoscenza
scientifica ha sostituito l’elettricità.
Scriveva Pirandello: "E la chiaria cresceva, cresceva…".
E poi la neocorteccia.
Ai ragazzi è stata descritta come un casco, termine a loro familiare, che avvolge il cervello con
numerose e profonde pieghe e ha anche questo compito meraviglioso: raccogliere tutte le nostre
conoscenze, le nostre esperienze.
Però il cervello non può fissare tutti i dati che gli arrivano, sono troppi.
La memoria allora a seconda della qualità e della quantità emotiva del dato in corso, tratterrà il
ricordo per una manciata di secondi (memoria sensoriale) o per una ventina di minuti (memoria
breve) o per tutta la vita memoria a lungo termine): in questo modo si formerà il nostro sapere.
Immagine - 2 - Sistema limbico
Le nuove conoscenze li avevano rassicurati e l’autostima era cresciuta.
Il pensiero si intreccia con l’emozione e le emozioni scorrono nel corpo nell’inscindibilità mentecorpo
e poi tutta l’unità mente-cervello-corpo può favorire una vita più cosciente e piena e
soprattutto nei soggetti in crescita la prevenzione di varie forme di disagio che spesso avvicinano i
ragazzi a scorciatoie facili e facilmente disponibili: alcool, droga, piccola criminalità etc.
Ora i ragazzi scrivevano sulla lavagna
relazionare = esistere.
Dott.ssa Adriana Rumbolo
Bibliografia
A.R.Damasio "Emozione e Coscienza"
Adelphi
J.LeDoux "Il cervello emotivo"
Baldini Castaldi Dalai editore
L. Pirandello "Novelle per un anno"
A. Mondatori editore
A.Rumbolo "Io non ti salverò"
Ed. Del Cerro
Sitografia:
Parallel Memories: Putting Emotions Back Into The Brain
A Talk With Joseph LeDoux [2.17.97]
http://edge.org/3rd_culture/ledoux/ledoux_p1.html [1]
CNFA - Center for Neuroscience of Fear and Anxiety
www.cns.nyu.edu/CNFA/ [2]
LeDoux Laboratory
www.cns.nyu.edu/home/ledoux/ [3]
António Rosa Damásio
www.usc.edu/programs/neuroscience/faculty/profile.php?fid=27 [4]
Brain and Creative Institute - University of California
www.usc.edu/schools/college/bci/ [5]
Source URL:
http://www.lswn.it/miscellanea/articoli/il_cervello_nella_scuola
Links:
[1] http://edge.org/3rd_culture/ledoux/ledoux_p1.html
[2] http://www.cns.nyu.edu/CNFA/
[3] http://www.cns.nyu.edu/home/ledoux/
[4] http://www.usc.edu/programs/neuroscience/faculty/profile.php?fid=27
[5] http://www.usc.edu/schools/college/bci/
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venerdì 22 febbraio 2019
Dal mondo del calcio un antidoto alla cultura resistente del Principe Azzurro
Dal mondo del calcio , un antidoto alla cultura resistente del "Principe Azzurro".
Speriamo bene !
Dott.ssa Adriana Rumbolo
Speriamo bene !
Dott.ssa Adriana Rumbolo
martedì 5 febbraio 2019
Come un incubo da manuale di brutta cronaca
Come un incubo da manuale di brutta cronaca
Sintomi:i genitori del soggetto non vanno d'accordo
picchia la madre da ragazzo
picchia la fidanzata con conseguente ricovero ospedaliero di lei
picchia la compagna che vive con lui, con i suoi tre figli
picchia i figli della compagna di 6/8 anni
in un'ultima esplosione di rabbia la sua aggressività espressa a schiaffi, pugni e colpi di bastone ferisce gravemente i due bambini in particolare il più piccolo.Non chiama subito i soccorsi forse vorrebbe farla franca.il bambino non sopravviverà.
la madre dei bimbi che assiste alla furia selvaggia che si abbatte sui figli non riesce a fermarlo ; il terrore di lui la paralizza
Si rivolge alla sorella perchè lo aiuti : non sa affrontare la situazione da solo.
Possibile diagnosi:gravi disordini emozionali che si evidenziano nella sua difficile vita relazionale con conseguenti conflitti irrisolti affettivi ed anche sessuali nati in un contesto ambientale sfavorevole alla sua crescita emotiva-affettiva-sessuale.
E se fosse un lontano "Edipo" non risolto bene ?
E la genetica...
Allora non si può parlare di omicidio programmato ,ma purtroppo inevitabile ,si.
Nei processi di conoscenza aspettiamoci sempre dei misteri inspiegabili che ci riportano ai nostri limiti.
Il disegno è stato realizzato insieme a studenti di 15/16 anni su una mia idea.Alcuni erano molto interessati, altri lo rifiutavano.
Era normale.
Sintomi:i genitori del soggetto non vanno d'accordo
picchia la madre da ragazzo
picchia la fidanzata con conseguente ricovero ospedaliero di lei
picchia la compagna che vive con lui, con i suoi tre figli
picchia i figli della compagna di 6/8 anni
in un'ultima esplosione di rabbia la sua aggressività espressa a schiaffi, pugni e colpi di bastone ferisce gravemente i due bambini in particolare il più piccolo.Non chiama subito i soccorsi forse vorrebbe farla franca.il bambino non sopravviverà.
la madre dei bimbi che assiste alla furia selvaggia che si abbatte sui figli non riesce a fermarlo ; il terrore di lui la paralizza
Si rivolge alla sorella perchè lo aiuti : non sa affrontare la situazione da solo.
Possibile diagnosi:gravi disordini emozionali che si evidenziano nella sua difficile vita relazionale con conseguenti conflitti irrisolti affettivi ed anche sessuali nati in un contesto ambientale sfavorevole alla sua crescita emotiva-affettiva-sessuale.
E se fosse un lontano "Edipo" non risolto bene ?
E la genetica...
Allora non si può parlare di omicidio programmato ,ma purtroppo inevitabile ,si.
Nei processi di conoscenza aspettiamoci sempre dei misteri inspiegabili che ci riportano ai nostri limiti.
Il disegno è stato realizzato insieme a studenti di 15/16 anni su una mia idea.Alcuni erano molto interessati, altri lo rifiutavano.
Era normale.
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