Scuola:dalle
neuroscienze, la pedagogia, la politica.
Quando un’insegnante
scendeva a picco in una valutazione molto bassa ,creava un dibattito
interno nel soggetto: se l’ accetto in silenzio potrebbe passare
per un incidente di percorso ,ma se dico che non ho capito bene , può
venire messa in dubbio la mia intelligenza.E’ un rischio da non
correre , :meglio passare da “sbuccioni” che da imbecilli.Episodi
frequenti .Ora finalmente le scoperte delle neuroscienze
faticosamente ,molto faticosamente si stanno facendo strada, fra
insegnanti, genitori, educatori facendo comprendere, in modo
accessibile, a molti il rapporto cervello-apprendimento il rapporto
,mente-cervello-corpo ,l’importanza di conoscere e gestire le
emozioni e il danno di tanti pregiudizi Hanno potuto dimostrare
quanto siano necessari nel percorso educativo l’ascolto ,
l’osservazione , le personalizzazioni.,l’attenzione alle emozioni
Non riesco a comprendere perché una buona parte della scuola e
degli educatori non riescono ad accettare queste preziose
informazioni scientifiche E’ così difficile, proprio nei primi
anni di vita, percepire nel bambino un soggetto nuovo, tutto da
conoscere e proprio per questo. ascoltarlo e osservarlo per stabilire
con lui una relazione?Spesso ce ne accorgiamo quando il soggetto si è
già allontanato e ristabilire una relazione sarà sempre più
difficile se non impossibile Spesso si allontanano quando hanno
subito danni i mezzi fondamentali per la comunicazione : le
emozioni..Ricordo bene che,nella mia esperienza di dieci anni nella
scuola pubblica via, via che proseguivo nel fornire informazioni sul
cervello , sulle emozioni, sulla memoria ,su tanti aspetti del
quotidiano era molto gratificante percepire che molti ragazzi con
intenso dialogo ,prendevano coscienza di sè con grande
soddisfazione, esprimendola poi nel relazionare,
nell’apprendimento,nella creatività, riacquistando fiducia nei
propri mezzi difensivi a favore dell’autostima e della
sicurezza..Per tanti anni avevano sprecato energie in immobilismi
infruttuosi per cui il corpo segnalava già sofferenze psicosomatiche
.Quando mi chiedevano:”ma tutti abbiamo le emozioni? alla mia
risposta affermativa :” allora sono normale anche se ho tanti 4 in
pagella!Può sembrare buffo ,ma a lungo andare può diventare
tragico.Tutta l’esperienza descritta nel mio libro “Il cervello
nella scuola” racconta l’incontro di1300 ragazzi di 12/16 anni,
per la prima volta, in scuole pubbliche italiane con le neuroscienze
ed è stato veramente un bell’incontro. Testimoni io e alcuni
insegnanti , osservavamo, ci affinavamo nell’ascolto,e seguivamo il
percorso dei ragazzi perché essendo loro i diretti interlocutori
solo le loro risposte divenivano la segnaletica più corretta del
percorso di una didattica sicuramente più rispettosa e fruttuosa
.Spesso ,forse siamo tutti un po’ troppo
interventisti.L’interventismo come ci ha spiegato bene Stern non fa
bene alla didattica o ai percorsi educativi in genere.Usufruendo dei
benefici delle scoperte delle neuroscienze anche la tecnologia può
venire in aiuto alla didattica La pubblicità , da molto tempo, ha
ben accolto le scoperte neuroscientifiche perché ne ha compreso
il grande potenziale nel mercato .Quando se n’è parlato a scuola
per i ragazzi è stato molto interessante scoprire il potere
comunicativo del colore,della musica. di un ‘immagine che
sintetizza un pensiero, il protagonismo della memoria, la velocità
che non da il tempo di pensare e i messaggi subliminali Due pericoli
:le estremizzazioni e l’omologazione e a volte i messaggi
subliminali che la fanno un po’ troppo da persuasori occulti Un
giorno in cui si parlava a scuola di creatività un ragazzo
esclamò:E’ stato bravo il cervello a copiare dal computer!Rimasi n
attimo sorpresa poi riflettei che lo studente si era espresso facendo
un po’ di confusione ma mi dava la conferma che il cervello non era
più per lui un perfetto sconosciuto .Dalle nuove scoperte
neuroscientifiche quindi maggiore conoscenza di base del cervello e
per l’apprendimento delle varie discipline scolastiche mezzi
tecnologici che ispirandosi al cervello stesso gli facilitano il
lavoro adattandosi alla sua struttura di percepire , associare,
dissociare ,archiviare, creare, memorizzare con il grande vantaggio
dello studente di poterlo personalizzare in una affollata e
insostituibile rete di comunicazioni emotive e cognitive E dalla
pedagogia alla politica perché la pedagogia è politica
Dott.ssa Adriana
Rumbolo
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