"A chi non è mai capitato di spingere una porta invece di tirarla o di rinunciare a lavarsi le mani
perché non riesce ad azionare il rubinetto? In questi casi la sensazione di incapacità personale è molto forte: eppure, sostiene Norman, la colpa non è dell'utente, bensì di chi ha progettato questi oggetti d'uso comune senza considerare le normali attività mentali la cui conoscenza è essenziale per la progettazione di un ambiente ben organizzato e rispondente alle esigenze della mente
Continua a leggere
. L'autore nel corso del libro passa in rassegna un gran numero di oggetti, accompagnando l'analisi del design con aneddoti e analizzando atti mancati, errori piccoli e grandi, incidenti, dimostrando che il responsabile è il design che induce ad errore."
Basta riflettere:quante volte da bambini o da adulti ci forniscono un'informazione o una spiegazione e il nostro apprendimento non decolla lasciandoci in confusione con la terribile certezza che certe nozioni di matematica o di grammatica o di chimica o di fisica o lavori di artigianato non li impareremo mai.Ma la storia non può finire così e per fortuna non finisce così perchè...perchè un giorno piano ,piano ad uno ad uno gli apprendimenti negati si risolveranno mostrando la loro facilità e che l'errore non era nostro ,ma nel metodo ."Non erano state rispettate le esigenze della mente
La mente tradizionalmente è stata considerata come una trilogia composta da cognizione,affetto(emozione) e conazione(motivazione),e allora una breve storia.
Un gruppo di ragazzini di 8/9 anni si dirige con passo deciso verso un boschetto.
E’ primavera e nei giorni scorsi è piovuto.
Davanti a un fosso che i ragazzi sono abituati a superare con un salto, quel giorno si fermano: in fondo al fosso è rimasta acqua della pioggia e se il salto non riuscisse bene , finirci dentro non presenterebbe pericolo di vita ,ma sporcare , forse irrimediabilmente scarpe e calzettoni, si..
Un danno che i genitori non capirebbero.
.E allora, un’alternativa.
Rapidamente uno del gruppo , leader momentaneo, perché gli è venuta per primo un’idea, spiega: bisogna trovare un legno abbastanza lungo e grosso per conficcarlo nella sponda opposta del fosso e facendo leva saltarlo , senza pericolo di finirci dentro.
Loro sono abituati a saltare in lungo, in alto, gli ostacoli ma questa è un’esperienza nuova e tutti s’impegnano
Si organizzano e piano ,piano chi meglio e chi peggio ci riescono.
L’idea nata dalla continua esperienza nell' apprendimento quotidiano, dalla fiducia percepita e radicata nel proprio corpo, in un intensa vita dinamica, unita all’euforia di un’esperienza nuova ,all'orgoglio dell’esibizione davanti ai compagni e alla paura incombente dei genitori di fronte a un danno fisico o all’abbigliamento, dà un chiaro messaggio che in una manciata di minuti corpo, emozioni , cognizioni interagiscono sapientemente per realizzare l’obbiettivo
Il bambino percepisce quest’ equilibrio guida nell'interazione con l'ambiente e non si chiederebbe il perché : c’è .
.Sente invece un forte malessere se qualcosa o qualcuno disturba "quest'equilibrio" incasellando le sue potenzialità ,la sua fantasia i suoi sogni , il suo corpo insomma , facendolo, così, sentire insicuro e minacciato pronto solo a una difesa scomposta come un animale in gabbia.
Interessanti immagini dell'incontro fra l'essere umano e un utensile,che gli sarà di aiuto sugellando un patto di collaborazione, non potrebbe accadere con la caffettiera masochista simbolo per Norman della psicopatologia degli oggetti che frenano il nostro percorso creativo di utile e nuovo come molti soggetti che rendono inaccessibile l'apprendimento dei bambini inquinandolo con le loro psicopatologie che impediscono al messaggio,l'accesso alle naturali esigenze della mente.
Non pensavo di trovarmi d'accordo con Donald Norman.
Dott.ssa Adriana Rumbolo
sabato 8 giugno 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
-
Damasio, nella sua ricerca, scopre come lo sventurato Elliot, pur conservando appieno le sue "notevoli" capacità intellettive (tut...
-
L'uomo pensa in maniera lineare, a differenza della donna, la cui modalità è circolare A questa conclusione è arrivata la professoressa...
-
“… i comportamentisti credevano che i bambini non avrebbero avuto ragione di legarsi ai loro custodi se questi non avessero provveduto ai ...
Nessun commento:
Posta un commento