Il tronco encefalico è la parte più primitiva del cervello umano che abbiamo in comune con tutte le specie dotate di un sistema nervoso sviluppato. Era la parte dominante del cervello nell’era dei rettili.
Esso circonda l’estremità cefalica del midollo spinale. Le sue funzioni sono: il controllo del tono muscolare, il mantenimento della postura, dello stato di coscienza, del ciclo sonno-veglia. Inoltre, regola funzioni come la circolazione del sangue, la respirazione, la digestione.
Da questa struttura primitiva, derivarono poi i centri emozionali da cui, dopo milioni di anni, si evolsero le aree del cervello pensante: la neocorteccia.
Le radici più antiche della nostra vita emotiva affondano nel senso dell’olfatto (lobo olfattivo o rinencefalo), fondamentale ai fini della sopravvivenza.
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Dal lobo olfattivo, incominciarono ad evolversi gli antichi centri emozionali che, nel corso dell’evoluzione, divennero abbastanza grandi da circondare l’estremità cefalica del tronco cerebrale.
Questa nuova parte del cervello, chiamata sistema limbico, dal latino limbus che vuol dire anello, aggiunse al repertorio cerebrale le reazioni emotive legate alle quattro funzioni della sopravvivenza (lotta, fuga, nutrizione, riproduzione): ira, rabbia, paura, piacere, desiderio.
Con l’evoluzione, il sistema limbico perfezionò altri due strumenti, l’apprendimento e la memoria, che consentivano di modulare le proprie risposte in modo più adeguato a esigenze e situazioni mutevoli e, quindi, di garantire una migliore sopravvivenza.
Il sistema limbico è strettamente interconnesso con la neocorteccia. Infatti, mentre i centri emozionali del sistema limbico hanno il potere di influenzare il funzionamento di tutte le altre zone del cervello, compresi i centri del pensiero, la neocorteccia impedisce al sistema limbico di causare crisi emozionali anormali e incontrollabili. Quindi, la normale espressione delle emozioni richiede il contributo delle aree più evolute del cervello.
Dal punto di vista anatomico e funzionale, se si tiene conto dello sviluppo embriologico, il sistema limbico fa parte del prosencefalo che, a sua volta, è suddiviso in diencefalo e telencefalo. Nel diencefalo si trovano il talamo, l’ipotalamo e l’ipofisi, mentre nel telencefalo si trovano l’amigdala, l’ippocampo e la corteccia prefrontale.
Il talamo raccoglie gli stimoli sensoriali provenienti dai recettori esterni (occhi, orecchie, pelle), ne fa una prima elaborazione, poi invia i risultati alle aree specializzate del cervello che, a loro volta, inviano informazioni all’amigdala per organizzare la risposta dell’organismo all’evento esterno.
Se, invece, è necessaria una risposta rapida dell’organismo (es.: attacco-fuga), il talamo invia i risultati della sua elaborazione direttamente all’amigdala, senza passare per la mente razionale della corteccia.
L’amigdala è la parte del sistema limbico specializzata nelle questioni emozionali. Essa funziona come un archivio della memoria emozionale ed è, quindi, depositaria del significato stesso degli eventi. Infatti, se viene asportata, il risultato è l’incapacità di valutare il significato emozionale degli eventi.
I segnali in entrata provenienti dagli organi di senso consentono all’amigdala di analizzare ogni esperienza, facendone una sorta di “cane da guardia” che scandaglia ogni emozione e ogni percezione, guidata da domande che hanno radici nella notte dei tempi: “E’ qualcosa che temo, è qualcosa che odio, è qualcosa che mi ferisce, è qualcosa che desidero?”
Se la risposta è affermativa, l’amigdala reagisce immediatamente inviando un messaggio di allerta a tutte le parti del cervello. In questo modo, stimola la secrezione degli ormoni che innescano la reazione di combattimento, fuga o piacere, e attiva il sistema cardiovascolare e muscolare.
Questa reazione dell’organismo può esser però organizzata secondo due percorsi diversi.
Il percorso diretto talamo-amigdala comporta un’elaborazione veloce, ma imprecisa, che consente di rispondere a stimoli potenzialmente pericolosi, prima di sapere esattamente che cosa siano.
Il percorso talamo-precorteccia-amigdala consente, invece, una risposta emotiva mediata dalla razionalità perché vengono codificati i particolari degli stimoli provenienti dal talamo, per creare una rappresentazione dettagliata e accurata che consente una valutazione ed una risposta emotiva più ponderata rispetto al percorso talamo-amigdala.
Quindi, se l’intervento immediato dell’amigdala è utile nelle situazioni pericolose, l’intervento della precorteccia impedisce all’amigdala di scatenare emozioni dannose, come la rabbia o l’aggressività spropositate.
Le emozioni non nascono solo come risposta ad un evento che stiamo vivendo, ma anche come risposta ad un ricordo emotivamente carico oppure ad un contesto legato a uno stimolo particolare (es: ripercorrere una strada in cui siamo stati derubati in passato). Questo significa che le emozioni sono strettamente legate alla memoria e all’apprendimento. L’organo che esercita queste due funzioni è l’ippocampo il quale ha il compito di creare una rappresentazione del contesto contenente i rapporti tra l’evento esterno e la risposta emozionale.
Un altro organo connesso, anatomicamente, con il talamo e il sistema limbico è l’ipotalamo, struttura del sistema nervoso centrale, che svolge una duplice funzione:
- una funzione di controllo del sistema nervoso autonomo (attraverso il quale modifica la motilità viscerale, i riflessi, il ritmo sonno-veglia, il bilancio idrosalino, il mantenimento della temperatura corporea, l’appetito e le emozioni);
- una funzione di controllo del sistema endocrino attraverso l’ipofisi con il quale è collegato da neuroni che formano l’asse ipotalamo-ipofisario.
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