Scrive Damasio: "Le emozioni usano il corpo come teatro…".
Capita
proprio in classe un episodio che ci aiuta a comprenderlo. Entrano due
ragazzi di una sezione diversa per dare una informazione.
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Una
studentessa alla vista dei due e in particolare di uno dei due, scompare
dentro il banco.
Quando, finita la comunicazione, i ragazzi se ne
vanno, la studentessa dai lunghi capelli ricci, riemerge tutta rossa in
volto.
I compagni ridono, ma vengono subito bloccati, perché c’è
una dimostrazione in corso: la visibilità della grande emozione è
espressa in parte dal rossore del viso della fanciulla, rossore che da
quel momento avrà il diritto di cittadinanza tra i banchi di scuola
.Poi nella studentessa ci sarà un rientro dell'emozione che la coscienza trasformerà in sentimento.
Così in classe da un esempio pratico si cominciò a parlare di emozioni e sentimenti.
Il merito d'esservi arrivato per primo va a Shakespeare.
Verso la fine del Riccardo II, persa ormai la corona e con la prospettiva del carcere, Riccardo parla a Bolingrobe, seppure inconsapevolmente, di una possibile distinzione tra emozione e sentimento.
Il re chiede uno specchio guarda il proprio volto, studiando lo spettacolo della devastazione
.Poi osserva che le "forme esteriori di rammarico" espresse dal suo volto non sono che "ombre della pena che non si vede", una pena che"cresce in silenzio nell'animo torturato".In soli quattro versi , Shakespeare proclama che il processo dell'affetto, in apparenza unico e monolitico-quel processo che tanto spesso, con indifferenza disinvoltura, noi chiamiamo emozione o sentimento- può invce essere scomposto e analizzato nelle sue parti.
La distinzione tra emozioni
(azioni o movimenti in larga misura pubblici) e sentimenti (immagini mentali
interne, private) viene ribadita, in contrasto con la comune opinione che
li assume come sinonimi, in nome della neuroscienza cognitiva e le forme dell’affetto
inquadrate rispettivamente come manifestazione esterna, pubblica e interna,
privata dell’affetto
. Le due sequenze di eventi che configurano l’emozione
e il sentimento si esibiscono rispettivamente nel teatro del corpo e in quello
della mente e fungono da regolazioni dei processi vitali, ma in due gradi
o livelli distinti. I sentimenti regolano i processi vitali ad un livello
superiore.
. La precedenza
delle emozioni sui sentimenti corrisponde all’evoluzione e alla necessità
dell’omeostasi di ogni organismo vivente, “un grande ramificatissimo albero
di fenomeni deputati alla regolazione automatica della vita”
. Sulla
base dell’emozione si produce una mappa cerebrale e poi un’idea o rappresentazione
mentale dello stato interno dell’organismo
. I sentimenti traducono nel linguaggio
mentale lo stato vitale in cui versa il corpo, soggetto a molteplici processi
omeostatici di regolazione.
. A questa idea dello stato del corpo si associano idee in armonia con
il genere di emozione percepita. Questa definizione è applicabile “ai
sentimenti di tristezza e di qualsiasi altra emozione, come pure ai sentimenti
degli appetiti e di qualunque sequenza di reazioni regolatrici abbia luogo
nell’organismo. .D’altra parte, i sentimenti svolgono una funzione molto importante
non soltanto come “sensori mentali per monitorare l’interno dell’organismo,
testimoni dei processi vitali colti nel loro svolgimento, ma nel
comportamento sociale
. Si rileva come persone attive e di successo siano,
dopo l’insorgenza di un danno cerebrale prefrontale, inaffidabili, senza capacità
di pianificazione e indipendenza, con problemi relativi al processo decisionale,
per l’impedimento di un segnale legato alle emozioni e alla propria esperienza
emozionale, che non riguarda per nulla la sfera cognitiva.
A ben veder, risulta che sono soprattutto i sentimenti le ombre dei lamenti esteriori delle emozioni.
Per farla breve, gli dei provvidero prima di tutto a rendere prontamente reattive le creature che premeva loro di salvare con le emozioni poi a questo è seguito nel tempo un sofisticatissimo sistema che comprende i sentimenti di cui si parlerà più avanti.
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