domenica 24 ottobre 2010

Dal paradiso ormonale, all'inferno ormonale.

L’articolo si riferisce a esperienze condotte in scuole pubbliche (97/98-06/07), con un approccio innovativo ispirato agli ultimi risultati delle neuroscienze sul cervello emotivo, con studenti di 12/16 anni.
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“A qualche mese di vita, il bambino comincia a conoscersi: scopre la bocca che per lui è una cosa molto piacevole,poi mani e piedi
Passa ore e ore.a guardarli ,a girarli e ...poi la voce.

Ascolta i suoi vocalizzi con divertimento;è molto bello vedere un bambino che comincia a
conoscersi e si piace.

Secondo me via, via che si cresce si perde tutta questa stima personale…”

Da una riflessione scritta di una studentessa di 14/15 anni





“Una delle paure più ricorrenti nei ragazzi e nelle ragazze della nostra età è quella di non riuscire ad essere accettata dagli altri per come sei veramente…Per questo molte ragazze si nascondono dietro a una maschera, molte volte per paura e per mostrare il loro lato più duro, quello senza paura di niente, della persona forte e impassibile, mentre altre volte lo fanno per essere accettate”

Da una riflessione scritta di una studentessa di 14/15 anni

Le due studentesse che hanno scritto frequentavano:
l’Istituto Statale di Istruzione Superiore “B. Russell – I. Newton Ragionieri,
Geometri – Liceo Scientifico – Liceo Classico – Corsi serali
Scandicci


Che cosa è successo fra la considerazione della prima studentessa sulla percezione di benessere
corporeo che un bambino ha di sé e quanto riferisce la seconda?

Negli anni che precedono l’adolescenza i bambini spesso denunciano i loro disagi relazionali, con messaggi chiari e forti, ma il pregiudizio e la vergogna scolorano il tutto nell’espressione
“Con il crescere migliorerà, aspettiamo”
Quando arriverà l’adolescenza, spesso i disagi psicologici ritorneranno più forti, meno
comprensibili e più incontrollabili.
Ed ecco il pregiudizio: “La colpevole è l’adolescenza”.

Pochi pensano che non è tanto il famoso “terremoto ormonale”, il colpevole, ma il problema è su quale terreno il terremoto arriva cioè su adolescenti gravemente carenti di autostima e non coscienti dei loro comportamenti e risorse utili a fuggire o a evitare una situazione pericolosa o minacciosa.
A tal proposito la grande neuroscieziata ,autrice dell'opera"Molecole di emozioni", Candace Pert ha scritto: “ciascuno di noi ha a disposizione…una stupefacente farmacia personale, da cui attingere a un costo praticamente nullo tutti i farmaci di cui abbiamo bisogno per gestire mente e corpo.
Ma può anche accadere che alcuni individui, a causa dell’eccessivo stress relazionale vissuto durante l’infanzia, non abbiano accesso ad alcune sostanze chimiche presenti nella “farmacia della mente” quali ad esempio gli oppioidi e l’ossitocina”.
E' probabile che tutte le relazioni affettuose dipendano da processi basati sugli oppioidi rilasciati nel cervello.
In genere i mammiferi(compreso l'uomo) preferiscono trascorrere il tempo con chi stimola in loro il rilascio di elevate quantità di ossitocina e di oppioidi.
Questi ultimi ,in associazione con l'ossitocina e altre sostanze chimiche endogene prodotte dal corpo e dal cervello ,sembrano essere i principali responsabili del benessere;possono influire sulle percezioni del cervello,attenuando nel soggetto qualunque tipo di preoccupazione ,disponendolo a uno stato di assoluta tranquillità fisica e mentale.
E allora dal paradiso ormonale all’inferno ormonale il passo è breve.
Margot Sunderland ,autrice del libro"Il tuo bambino" Ed. tecniche nuove: “una disciplina rigida senza possibilità di relazionare impartita da educatori che gridano regolarmente con ordini e critiche spesso con un’espressione adirata sul volto, può provocare nel bambino frequenti stati di paura e di collera; in questi casi, il rilascio nel cervello di oppioidi e di ossitocina può subire un arresto.
In carenza di tranquillità il bambino si sentirà costantemente insicuro e minacciato.”

“Il senso di insicurezza provato dal bambino può diventare il suo metro di giudizio nei confronti di sé e degli altri”.

Negli anni che seguono lo stress potrebbe cronicizzarsi e manifestarsi poi con disturbi di ansia generalizzata fino all’attacco di panico,aggressività esplosiva, minor rendimento negli studi, indifferenza, disinteresse, inattività; comportamenti a rischio per sé stessi e per gli altri, disturbi del giudizio, comportamenti inappropriati in società.

Quando ho pensato a un programma ispirato agli ultimi risultati delle neuroscienze, in particolare sul cervello emotivo, già percepivo che nei ragazzi avrei trovato una carente modulazione delle emozioni .
Ma dai ragazzi stessi mi doveva arrivare una grande gioia.
Le informazioni che io davo sul cervello e in particolare sul cervello emotivo loro le recepivano con facilità e quando dopo due incontri in una classe ragazzi di 14 anni mi hanno portato un disegno che dimostrava che mettevano in relazione cervello e comportamento ho cominciato a pensare che forse ero sulla strada giusta .
La bibliografia non mi era di aiuto, essendo il mio esperimento, credo, il primo in Italia.
Solo la risposta dei ragazzi sarebbe stata la conferma.
Inoltre come aspetto nuovo pedagogico avevo voluto che loro fossero i diretti interlocutori di quanto io raccontavo e che ognuno capisse bene che poteva elaborarli con tempi e percorsi emozionali propri.
Il dialogo a cui non erano abituati è diventata la forma relazionale normale dello stare insieme sia tra loro, con me e con l’insegnante.
Ho saputo in seguito,dai genitori che alcuni di loro avevano portato il dialogo anche nella propria famiglia.
Allora, ho imparato anch’io un'altra cosa: che la famiglia complessata, vergognosa di chiedere aiuto agli esperti era accessibile,in alcune situazioni, all’aiuto che viene dal basso, senza cattedre. Intanto il rendimento migliorava, l’ansia diminuiva e i cosiddetti “bulli” non riuscivano a mettere radici su quei terreni.
Naturalmente c’erano anche giorni con delle difficoltà.
Credo con quest’esperienza di aver rimesso in discussione tanti aspetti del processo educativo e vorrei sottolinearne l’importanza nella prevenzione di varie forme di disagio che al presente spesso e sempre più avvicinano i ragazzi a scorciatoie facili e facilmente disponibili: alcool, droga, piccola criminalità etc. e contenere i danni di un infanzia e adolescenza mal vissuta che si esprimerà con soggetti adulti gravemente disturbati pericolosi per sè e per la società , come possiamo vedere e ascoltare dalle cronache.

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