A proposito di episodi di prepotenza che si erano verificati in una seconda media abbiamo scelto, oltre il dialogo e la discussione che ne è seguita sugli aspetti delle relazioni interpersonali, e le conseguenti e soprattutto proporzionate punizioni, di fare anche un esempio pratico che potesse essere chiarificatore e facile da memorizzare.
Si è parlato agli studenti di neuroplasticità, grande scoperta delle neuroscienze, del cervello con un esempio “spero accettabile” perché comprendessero bene.
Ho portato in una classe della pasta di pane lievitata con la quale si sono modellati due cervelli. Poi due studenti hanno preso ciascuno nella mano sinistra uno dei cervelli di pasta di pane e, mentre dialogavano con garbo o no, con la mano destra lavoravano sulle superfici modellandolo e rimodellandolo per rappresentare che in ogni loro incontro o scontro verbale o anche solo di sguardi i cervelli che si connettevano nella comunicazione, modificavano alcuni circuiti neuronali e in quel momento si è spiegato loro che se il dialogo era ben condotto si attivavano anche sostanze favorevoli al benessere dell'organismo come l’ossitocina e gli oppiacei ,in caso contrario sostanze dannose come gli ormoni dello stress.
Mentre si faceva quest’esperimento il soggetto che non aveva saputo controllarsi nel rapporto con un compagno rivolgendosi all’insegnante ha detto sottovoce: “Sta parlando di me?”.
L’esperimento, forse, era riuscito.
Si è provato a fare questa rappresentazione perché gli studenti comprendessero e ricordassero meglio che era molto importante provare a risolvere un conflitto con un buon dialogo da cui ne avrebbero tratto beneficio.
Riflessioni a caldo di alcuni studenti:
2) Il cervello è plastico cioè si trasforma in vari modi a seconda se si è sottoposto ad un piacere, ad un’offesa o ad un dolore.(sesso M anni 12 ).Si è parlato agli studenti di neuroplasticità, grande scoperta delle neuroscienze, del cervello con un esempio “spero accettabile” perché comprendessero bene.
Ho portato in una classe della pasta di pane lievitata con la quale si sono modellati due cervelli. Poi due studenti hanno preso ciascuno nella mano sinistra uno dei cervelli di pasta di pane e, mentre dialogavano con garbo o no, con la mano destra lavoravano sulle superfici modellandolo e rimodellandolo per rappresentare che in ogni loro incontro o scontro verbale o anche solo di sguardi i cervelli che si connettevano nella comunicazione, modificavano alcuni circuiti neuronali e in quel momento si è spiegato loro che se il dialogo era ben condotto si attivavano anche sostanze favorevoli al benessere dell'organismo come l’ossitocina e gli oppiacei ,in caso contrario sostanze dannose come gli ormoni dello stress.
Mentre si faceva quest’esperimento il soggetto che non aveva saputo controllarsi nel rapporto con un compagno rivolgendosi all’insegnante ha detto sottovoce: “Sta parlando di me?”.
L’esperimento, forse, era riuscito.
Si è provato a fare questa rappresentazione perché gli studenti comprendessero e ricordassero meglio che era molto importante provare a risolvere un conflitto con un buon dialogo da cui ne avrebbero tratto beneficio.
Riflessioni a caldo di alcuni studenti:
3) Adriana ci ha spiegato tante cose nuove e abbiamo imparato che con l’approccio sbagliato, la conversazione si può trasformare e che non bisogna disturbare una persona perché se lo fai ripetutamente provochi danni alle persona ,tipo malessere nella persona e di conseguenza nei rapporti con gli altri .Il cervello produce sostanze buone se facciamo esperienze buone ,nocive se le esperienze sono negative (sesso M anni 12)
4) Adriana ci ha spiegato tante cose nuove e abbiamo imparato che con l’approccio sbagliato, la conversazione si può trasformare e che non bisogna disturbare una persona perché se lo fai ripetutamente l’altro può reagire e non sempre positivamente .(sesso M )
Dott.ssa Adriana Rumbolo